Controlli nelle città, i Comuni reclutano 60mila “assistenti civici”

Controlli nelle città, i Comuni reclutano 60mila “assistenti civici”
di Massimiliano IAIA
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Lunedì 25 Maggio 2020, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 11:53
I sindaci reclutano 60mila volontari per controllare le città ed evitare così gli assembramenti, particolarmente diffusi soprattutto nelle aree turistiche dopo le riaperture legate alla fase 2. Ad annunciarlo è stato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, a seguito dell'accordo raggiunto tra il governo e l'Anci. Proprio nei giorni scorsi, d'altra parte, i sindaci avevano manifestato la loro preoccupazione per la mancanza di strumenti per controllare le città. Le forze dell'ordine - a cominciare dagli agenti di polizia municipale - restano in ogni Comune numericamente insufficienti per verificare il rispetto del distanziamento sociale in tutti gli spazi pubblici. E un esempio del fenomeno è giunto proprio in queste ultime ore, con i sovraffollamenti nelle spiagge libere e con i cittadini che - dopo gli oltre due mesi di lockdown - hanno preso d'assalto le aree marine. Nel weekend, inoltre, chi non ha potuto fare una capatina al mare si è recato nei parchi, anch'essi luoghi da tenere d'occhio per evitare che il mancato rispetto delle dovute distanze possa far aumentare i contagi da coronavirus.

Con questi obiettivi i sindaci arruolano volontari maggiorenni, purché disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali. Nasce così una nuova figura professionale a tempo: l'assistente civico. I volontari, infatti, non potranno operare oltre il termine dello stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei ministri. In settimana sarà lanciato il bando per il reclutamento dei 60 mila, che saranno coordinati dalla Protezione Civile che indicherà alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale e verranno impiegati dai sindaci per le attività sociali.
L'accordo per il bando è stato raggiunto tra il ministro Boccia e lo stesso presidente dell'Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari. Gli assistenti civici presteranno il loro supporto a titolo gratuito sino ad un massimo di tre giorni a settimana, e per non più di 16 ore settimanali, sulla base delle indicazioni fornite da ciascun Comune nel quale operano. Saranno coperti dall'Inail in caso di infortuni e avranno una polizza assicurativa di responsabilità civile verso terzi in caso di eventi che lo richiedano. Saranno poi ben riconoscibili dai cittadini perché indosseranno una casacca o un fratino con dietro la scritta assistente civico e davanti il logo della Protezione civile nazionale, dell'Anci e del Comune in cui prestano il servizio.

«Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità - ha spiegato Boccia - c'è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli assistenti civici per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico».

Dal canto suo, Decaro ha ricordato: «Sono stati i volontari, con noi amministratori a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti». Decaro conclude rivolgendo l'ennesimo appello ai cittadini, affinché rispettino effettivamente le misure consigliate per evitare di contagiare o di restare contagiati, anche perché sono in tanti a ricordare che un'eventuale risalita della curva costringerebbe il governo a stabilire nuove chiusure. Il che, sia dal punto di vista sociale ma anche da quello economico, porterebbe a conseguenze disastrose. «Da questa emergenza - conclude Decaro - possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità».
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