Contagi in classe, scontro sui dati: in due mesi +0,8% di infetti nella fascia d'età 0-19 anni. Ma si allarga il fronte delle chiusure

Contagi in classe, scontro sui dati: in due mesi +0,8% di infetti nella fascia d'età 0-19 anni. Ma si allarga il fronte delle chiusure
di Paola COLACI
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Martedì 17 Novembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 12:50

«Contagi a scuola? I dati ci raccontano un'altra storia». Gli scienziati non hanno dubbi: dall'analisi dei numeri ufficiali diffusi dall'Istituto superiore della Sanità tra agosto e novembre e relativi alla crescita dei contagi in Puglia come nel resto d'Italia non emergerebbe alcun picco di nuovi positivi nella fascia di popolazione tra 0 e 19 anni. Quella che comprende gli alunni della scuola dell'infanzia, delle elementari e delle medie dunque. Ma anche gli studenti delle superiori. Anzi. In due mesi e mezzo l'incremento percentuale dei nuovi positivi in rapporto alla popolazione per fascia di età, sarebbe pari allo 0,8%. Ma neppure le analisi scientifiche dei dati sembrano bastare più a rassicurare sindacati, docenti, personale scolastico e famiglie pugliesi. La seconda ondata della pandemia fa paura. E ora a invocare la chiusura delle scuole pugliesi è la Uil Scuola: «Se la situazione dei contagi è effettivamente così grave come evidenziato dalla Regione Puglia e dal professor Lopalco, è opportuno che anche la scuola si fermi, evitando così rischi per studenti, dirigenti, docenti e personale Ata» fa sapere il segretario regionale Gianni Verga. Intanto il governatore Michele Emiliano è già pronto a sostenere a invocare la chiusura delle scuole in tutta la regione davanti al Tar Puglia, difendendo la giustezza dell'ordinanza di ottobre attraverso la quale si disponeva lo stop alle lezioni in presenza negli istituti pugliesi di ogni ordine e grado. L'udienza è fissata per domani.

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Secondo gli scienziati, però, l'allarme contagi a scuola sarebbe infondato. «La popolazione scolastica non è stata il motore del virus» affermano con convinzione la virologa Antonella Viola e il biologo Enrico Bucci, i quali contestano la richiesta di chiusura delle scuole in quanto fonte principale di contagio.

Stessa granitica convinzione espressa dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo: «C'è un'emergenza che dobbiamo affrontare subito ed è quella delle scuole. Molti politici hanno scelto di sacrificare la scuola come segnale di efficiente reazione in risposta all'emergenza. Ma i vantaggi di tornare in classe superano di gran lunga il basso rischio di ammalarsi di Coronavirus». Convincimento che gli esperti fondano sui numeri. Quelli ufficiali sui nuovi contagi raccolti dall'Istituto Superiore della Sanità nel periodo compreso tra il 25 agosto e il 7 novembre. Un'analisi condotta in rapporto alla popolazione divisa per fasce d'età che, secondo i calcoli scientifici di Viola e Bucci, in due mesi e mezzo in relazione alla fascia 0-19 anni della popolazione restituisce un incremento percentuale dello 0,87%. In altri termini, se a fine agosto se i positivi in fascia scolare erano 9.544 su tutto il territorio nazionale, a più di due mesi di distanza e dopo la riapertura delle scuole i nuovi casi di giovani e giovanissimi positivi al Covid sono saliti a quota 102.419 unità. A conti fatti, 92.857 positivi in più. Numeri che se considerati in termini assoluti, spaventano Se rapportati, tuttavia, alla seconda ondata della pandemia che ha visto salire la curva del contagio in maniera esponenziale tra tutte le fasce della popolazione, la soglia di rischio secondo gli scienziati cala drasticamente. Tanto in Puglia quanto su tutto il territorio nazionale. «Sulla base di questi dati, quindi, contestiamo l'affermazione secondo la quale la popolazione scolastica è stata il motore del virus fanno sapere Viola e Bucci - I dati indicano che la popolazione scolastica non è esente dal contagio, cosa che sarebbe impossibile, ma che non ha avuto un ruolo primario nell'esplosione di casi a cui assistiamo da settimane».

L'analisi condotta dalla virologa e dal biologo, e sottoscritta da un gruppo di scienziati ed esperti del settore, in queste ore è stata messa a disposizione del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina per le opportune valutazioni. Per parte sua, invece, l'epidemiologo e assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco insiste nel sostenere che: «Bisogna necessariamente fermare le occasioni di contagio. E tenere aperta la scuola è un errore clamoroso». Richiesta ufficiale di chiusura che ora arriva anche dalla Uil Puglia: «Abbiamo preso atto che il dato dei contagi, almeno da ciò che emerge dai numeri diffusi dalla Regione, è in trend di forte crescita e ben oltre la soglia di guardia. Alla luce della mutata e aggravata situazione epidemiologica, sarebbe il caso che la Regione, d'accordo con il Governo , valuti la chiusura di tutti gli istituti scolastici pugliesi, scuole dell'infanzia comprese e senza esclusione degli alunni con Bes». Il braccio di ferro che si trascina ormai da settimane tra il ministro Azzolina da una parte ed Emiliano e Lopalco dall'altra, però, non lasciano ben sperare in una risoluzione consensuale della questione. Si vedrà.

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