Contagi in classe, ecco le regole. Ancora nessuna intesa su trasporti e mascherine

Contagi in classe, ecco le regole. Ancora nessuna intesa su trasporti e mascherine
di Paola COLACI
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Sabato 29 Agosto 2020, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 12:52
Casi di contagio ed eventuali focolai a scuola: via libera delle Regioni al protocollo di gestione dell'Istituto superiore della sanità. La ratifica al documento redatto in collaborazione con i ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione e con l'Inail è arrivata ieri mattina in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni, Province ed enti locali. Una seduta che ha visto protagonista il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia collegato in videoconferenza dalla Prefettura di Taranto. Ma anche i ministri della Salute Roberto Speranza e della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, il capo della protezione civile Angelo Borrelli e il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, oltre al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, dell'Anci Antonio Decaro, dell'Upi Michele De Pascale.

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In vista del nuovo anno scolastico - ripartenza già fissata al 14 settembre nella maggior parte delle regioni italiane e il 24 settembre in Puglia - resta ancora da sciogliere, tuttavia, il nodo relativo al trasporto scolastico e alla capienza a bordo di scuolabus e mezzi pubblici. Un braccio di ferro tra Comitato tecnico scientifico e governatori che va avanti ormai da settimane e per il quale il governo sta tentando la strada della mediazione. Al centro della questione c'è la capienza dei mezzi. La regola del metro di distanziamento consente che a bordo di scuolabus, pullman e treni regionali e locali si possano occupare solo la metà dei posti disponibili. Al massimo, il 60%. Ma secondo le Regioni e le aziende di trasporto pubblico, il rischio che la metà degli oltre 8.5 milioni di studenti italiani - dei quali 740mila residenti in Puglia - resti a terra è più che concreto.

Da qui, dunque, la proposta anti-caos dei governatori: innalzare l'indice di capienza almeno all'80%. E prevedere separatori mobili usa e getta, distributori di gel a bordo e orari di ingresso a scuola differenziati. Condizioni sulle quali il Cts sembrerebbe disposto a trattare. E proprio in queste ore gli esperti starebbero valutando l'ipotesi di fissare il nuovo indice di capienza al 70-75%. Controproposta che potrebbe essere formalizzata già lunedì 31 agosto in sede di nuova Conferenza Stato-Regioni unificata alla presenza di Enti Locali, Cts, dei ministri alla Pubblica Istruzione Lucia Azzolina e ai Trasporti Paola De Micheli. Seduta a cui prenderà parte anche lo stesso Boccia.

Ieri mattina, intanto, Regioni, Province e Comini hanno dato il via libera al protocollo dell'Iss che indica ai dirigenti scolastici le procedure da adottare in caso di alunni o insegnanti che manifestino sintomi di Covid a scuola. Se tra le indicazioni preliminari c'è l'individuazione di un referente scolastico per il Covid, adeguatamente formato e cui spetta il compito di tenere un registro di eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, i genitori dovranno provvedere quotidianamente alla misurazione della temperatura a casa prima dell'ingresso a scuola. E con la febbre non si va a scuola. Ma anche nei casi in cui si manifestino tosse o altri sintomi influenzali.

Se un alunno manifesta i sintomi a scuola, invece, la procedura prevede che lo stesso sia condotto temporaneamente in un'aula di isolamento e assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica. I genitori, allertati in tempo reale, dovranno provvedere a contattare il pediatra o il medico di famiglia, che, dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione della Asl di competenza per prenotare il tampone. E in caso di test positivo, sarà avviata la procedura di tracciamento dei contatti e dovranno essere valutate le misure più appropriate da adottare per prevenire eventuali focolai. A partire all'ipotesi di quarantena per 14 giorni per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto. La scuola, in ogni caso, dovrà procedere a una sanificazione straordinaria. Fra i compiti degli istituti anche il monitoraggio delle assenze, utile a individuare casi di classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus. «Ma anche l'attivazione della didattica a distanza -si legge nel testo -qualora si dovessero verificare cluster che ne imponga la ripresa».

Misure che le Regioni, seppure possano prevedere in autonomia regole più restrittive, non potranno derogare ipotizzando un allargamento delle maglie. Principio analogo anche per le Province, cui spetta la competenza dell'edilizia scolastica degli istituti superiori. «Il nostro parere sul documento è positivo - ci ha tenuto a sottolineare il presidente dell'Upi Michele De Pascale - E per quanto attiene la didattica a distanza ribadiamo che potrà essere utilizzata come estrema soluzione, qualora al netto di tutti i tentativi fatti da scuole ed enti non si riescano a reperire gli spazi necessari per garantire il distanziamento per carenza di risorse».

Distanziamento che resta al centro del confronto tra esperti in relazione anche al tema delle mascherine in classe. Se il Cts punta a proporne l'uso anche durante le lezioni per gli studenti sopra i 6 anni - tranne in casi specifici come le interrogazioni e durante l'attività fisica - c'è chi tra gli esperti e i pediatri ne sconsiglia l'utilizzo prolungato. E lo stesso presidente del Cts Angelo Miozzo nei giorni scorsi ha precisato che sul tema: «Non c'è nulla di granitico. Tra due settimane vedremo come è l'andamento dell'epidemia: se schizza verso l'alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese, ma siamo convinti questo non succederà». Miozzo ha, infine, aggiunto che il Cts starebbe valutando l'utilizzo di mascherine trasparenti per i docenti al fine di valutare se siano compatibili con il lavoro in classe. Si vedrà.
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