Consorzi, nuova batosta per i contribuenti
cartella oltre i 10mila euro

Consorzi, nuova batosta per i contribuenti cartella oltre i 10mila euro
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 4 Marzo 2018, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 10:14
Dai consorzi di bonifica una nuova batosta per i cittadini pugliesi. Infatti, sebbene non sia stata ancora risolta la questione delle cartelle del 2012 - per le quali alcune commissioni tributarie si erano espresse a favore dei ricorrenti, altre invece a favore degli enti di bonifica - nei giorni scorsi nelle case dei contribuenti sono stati già recapitati i nuovi avvisi di pagamento. Cartelle comprensive di tre annualità e con importi da capogiro, anche di 10.500 euro, come è capitato a un’azienda agricola del Salento, proprietaria di diversi ettari di terreno a seminativo. E già si annuncia un’altra pioggia di ricorsi, nonostante per molti di quelli presentati nel 2012 si è ancora in attesa della sentenza. Insomma, un vero e proprio “pasticciaccio”, avrebbe detto Gadda. Ma tant’è.
Con ordine. Le cartelle recapitate ai cittadini si riferiscono alle annualità 2013, 2014 e 2015, ma se anche si volessero pagare il guaio è che gli enti delle bonifiche pugliesi le hanno poste in riscossione tutte e tre insieme. Da qui le cifre esorbitanti che stanno spingendo molti contribuenti a chiedere aiuto a Confagricoltura. Per fare un esempio pratico, basti sapere che nella precedente richiesta di pagamento, il consorzio “Ugento li Foggi”, che ha competenze nella province di Lecce e Brindisi, aveva sollecitato il pagamento del tributo cosiddetto “630” per l’anno 2014 e del tributo “648” per l’anno 2012. Di quest’ultimo, ora, sono pretese le tre annualità successive. Si tratta di un contributo fisso di irrigazione, a carico di tutti i proprietari di terreni, indipendentemente dall’utilizzo dell’acqua. Un calcolo che viene spalmato in base all’estensione della proprietà.
 

«È sconcertante - commentano Maurizio Cezzi e Diego Lazzari, rispettivamente presidente e direttore di Confagricoltura Lecce, associazione già sommersa di tantissime richieste di aiuto -. Tali avvisi sono illegittimi. Sarebbe giusto corrispondere quanto dovuto solo se i terreni avessero già ottenuto un beneficio effettivo e tale da aumentare il valore del fondo. Ma così non è. I servizi, nella quasi totalità dei casi, non sono mai stati erogati e neppure richiesti. Neppure sono in condizione di esserlo per la mancata manutenzione delle opere di irrigazione. Per giunta, con la diffusione della xylella – evidenziano i rappresentanti dell’associazione – i fondi rustici olivetati, che hanno già perso almeno la metà del loro valore, da sempre coltivati in “asciutta”, ovvero senza irrigazione, non sono produttivi e dunque non abbisognano di irrigazione. Così avere un’opera irrigua del consorzio sul fondo deprezza il fondo, invece di incrementarne il valore. A causa della riduzione delle superfici su cui sono imposti i tributi, i fondi gravati avranno insostenibili aumenti». E a proposito del beneficio, Cezzi e Lazzari spiegano che «la giurisprudenza si è soffermata sul criterio dell’effettività dello stesso, sostenendo che il vantaggio derivante dalle opere di bonifica deve essere diretto e specifico e comprovato, conseguito e conseguibile, grazie alla bonifica stessa».
Ma i consorzi procedono a chiedere il pagamento dell’onere anche in assenza di vantaggi per i contribuenti. Un repertorio di lamentele che si registra in tutta la Puglia. Tra l’altro, vale la pena ricordare che dopo la notifica dell’avviso di pagamento, se il tributo non venisse pagato, il consorzio affiderà il recupero dei crediti alla Soget spa, con sede a Pescara, ente preposto alla riscossione (delibera commissariale numero 351 del 2015 e successiva convenzione numero 21438 del 2015). In caso di mancato pagamento, si potrebbe procedere ad atti esecutivi (fermo amministrativo dell’auto, pignoramento immobiliare, eccetera). Motivo per cui i contribuenti sono pronti a presentare ricorso. Un iter, quello della tutela legale, avallato pienamente da Confagricoltura Lecce, che sottolinea: «Contro avvisi e cartelle gli interessati possono proporre ricorso entro 60 giorni dalla notifica, alla Commissione tributaria provinciale di competenza e costituirsi entro i successivi 30 giorni. Nel ricorso, il ricorrente può chiedere la sospensione della riscossione in attesa delle decisioni della commissione sul merito. Si rammenta che una gran parte delle questioni sollevate a suo tempo dagli agricoltori ebbero successo».
Sulla questione delle cartelle in passato è anche intervenuto il Garante del contribuente della Regione Puglia che ha invitato sia i consorzi che la Soget «a procedere all’annullamento in autotutela di tutti gli atti impositivi, quali iscrizioni a ruolo, avvisi bonari di pagamento, cartelle di pagamento ed ingiunzioni» in attesa di una sistemazione più chiara della materia conforme al principio di legge secondo il quale «il contributo consortile è dovuto solo se il beneficio è diretto, specifico ed ha comportato un incremento di valore del fondo».
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