Circa 160 milioni di euro di debiti da saldare e il rischio di chiudere, per migliaia di aziende agricole, colpite dai rincari e dalla siccità, si fa concreto. A mettere il carico da 90 sulle spalle delle imprese già provate è la questione “cartelle pazze”, inviate dai Consorzi di bonifica di Puglia e sulle quali, nei giorni scorsi, è “piovuta” una importante sentenza della Commissione tributaria di Lecce, annullando un sollecito di pagamento inoltrato, per l’anno 2015, dal Consorzio dell’Arneo. I giudici tributari, infatti, hanno stabilito che debba esserci un nesso causale fra il tributo richiesto dal Consorzio e l’effettivo godimento di servizi e benefici che il Consorzio deve garantire a ciascun agricoltore in funzione del suolo compreso nel piano di classica. Se il piano di classifica non è esatto e questa corrispondenza tributo-servizi non è comprovata, allora l’avviso di pagamento è nullo. «Speriamo - commenta l’avvocato Maurizio Villani, che ha difeso le ragioni del contribuente - che questa importante sentenza convinca il Consorzio di Bonifica dell’Arneo a sospendere e ritirare tutti i solleciti di pagamento che sta notificando in questo periodo».
Il debito vantato dai Consorzi
Il debito vantato dai Consorzi è stimato da Confagricoltura in circa 160 milioni di euro, 130 dei quali da pagare alla Regione. Una questione intricata, giacché non tutti i Consorzi funzionano a pieno regime: nel Salento sono commissariati da circa vent’anni, mentre nel Foggiano - per fare un esempio - garantiscono agli agricoltori i servizi necessari. Questione intricata anche perché all’azzeramento delle pratiche arretrate e al risanamento di questi enti è legata la creazione, sostenuta dalla Regione, di un Consorzio unico all’interno del quale la gestione di impianti e reti sarebbe affidata direttamente agli agricoltori.
I nodi e Confagricoltura
La questione dei Consorzi commissariati, la difesa idrogeologica del territorio e la crisi idrico-irrigua accentuata dalla siccità sono parte integrante del documento di mobilitazione sul quale la Cia ha aperto il confronto con le istituzioni locali. «Ma si fa finta di non capire - denuncia il sindacato degli agricoltori - e invece occorre che tutti capiscano una cosa: l’agricoltura e gli agricoltori non ne possono più, sono allo stremo. La crisi che stiamo affrontando e gli effetti che già si stanno dispiegando, senza interventi, rappresentano l’innesco di una bomba sociale ed economica devastante. Le istituzioni sono chiamate a dare risposte immediate a un comparto ormai alla canna del gas. In caso contrario i loro rappresentanti sono pregati di trarne le dovute conseguenze».
Sulla stessa linea anche Confagricoltura, che per voce del suo rappresentante salentino, Maurizio Cezzi, sottolinea come «una chiusura tombale degli avvisi pregressi farebbe certamente molto comodo. Già all’inizio dell’anno abbiamo proposto che venisse avviata almeno la rateizzazione dei debiti o una moratoria, invitando l’assessore regionale Donato Pentassuglia a un incontro, poi sfumato. La pretesa di tributi a fronte di servizi e benefici che, in più di qualche caso, sono soltanto sulla carta non può essere accolta. Perché una cosa deve essere chiara: se i Consorzi funzionassero e i servizi ci fossero, gli agricoltori sarebbero ben disposti a pagare».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout