Consiglio regionale: No alla decurtazione degli stipendi per i direttori Asl
Il taglio era stato deciso dal governo Vendola. Vota “no” solo il M5S

Consiglio regionale: No alla decurtazione degli stipendi per i direttori Asl Il taglio era stato deciso dal governo Vendola. Vota “no” solo il M5S
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Martedì 21 Novembre 2017, 18:08
Direttori generali, amministrativi e sanitari delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale non subiranno la decurtazione del 10% dei compensi già decisa per tutti gli altri direttori generali. Lo ha deciso a maggioranza il Consiglio regionale che ha approvato la deroga alla riduzione dei compensi. Contro ha votato il Movimento 5 Stelle che già in fase di commissione giudicò «gravissima la proposta» invitando «il centrodestra ed il centrosinistra da un lato a recedere e dall'altro a spiegare ai pugliesi che si chiudono ospedali e si tagliano posti letto in nome del contenimento della spesa, mentre si trovano risorse per aumentare lo stipendio dei direttori generali delle Asl».
In Puglia la decurtazione del 10% fissata nel 2011 si andò a sommare - è emerso in aula - con la riduzione del 20%, prevista dalla legge del 2008, determinando per i Dirigenti generali, un trattamento economico di 111.555 euro (al lordo) e per i Direttori sanitari ed amministrativi di 89.244 euro, inferiore rispetto agli stipendi delle figure apicali della dirigenza medica ed amministrativa. La decurtazione continuerà ad essere applicata per gli emolumenti delle altre figure apicali di aziende ed enti regionali, oltre che delle società interamente partecipate dalla Regione. La decisione, inoltre, tiene conto dell'introduzione da parte del legislatore nazionale di un elenco unico nazionale degli idonei alla nomina a direttore generale delle aziende sanitarie
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