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Concessioni e bando: delega al governo da prorogare. Si lavora sulla proposta sotto l’occhio vigile dell’Europa

di Maurizio TARANTINO
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 26 Gennaio 2023, 05:30 - Ultimo agg. : 08:14 | 4 Minuti di Lettura

Al lavoro per portare avanti una proposta strutturata prorogando la delega al Governo di tre o quattro mesi. Il tema caldo delle concessioni balneari segna un’altra puntata: nessuna proroga per i gestori, nessuno strappo, non solo in seno alla maggioranza ma soprattutto nei rapporti con l’Europa, evitando il rischio di una procedura d’infrazione che sarebbe disastrosa per la serenità delle trattative anche in tema di finanziamenti Pnrr. 
Non è un caso che a fare da pontiere sia intervenuto il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto, in una riunione alla quale hanno preso parte i forzisti Licia Ronzulli e Maurizio Gasparri, i leghisti Gianmarco Centinaio ed Edoardo Rixi, per Fdi, Francesco Lollobrigida e Gianluca Caramanna e per i centristi Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi.

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L'ordinanza della Corte Ue

A fare la differenza, ha spiegato il ministro Fitto, sono stati i contenuti di un’ordinanza del 16 gennaio della Corte Ue, che ha deciso di non fissare l’udienza orale di discussione accelerando, di fatto, i tempi per la pronuncia. I giudici europei erano stati investiti dal Tar di Lecce lo scorso maggio. Quindi massima cautela e la decisione di procedere con il disegno di legge di revisione del comparto da parte del Governo di Giorgia Meloni entro la scadenza del 31 dicembre 2023 o 2024 per i casi particolari e la contestuale messa a bando dei lidi. «Si è convenuto di istituire un tavolo interministeriale - si legge in una nota -, nonché di aprire un immediato confronto con le categorie e le istituzioni interessate. Pertanto è necessaria una proroga per l’esercizio da parte del Governo della delega». 
Il provvedimento finale infatti sarebbe dovuto arrivare entro il prossimo 27 febbraio con i decreti attuativi della riforma delle concessioni balneari partendo dalla mappatura dei litorali. Tempi impossibili da rispettare, per questo è arrivato lo slittamento di qualche mese, inserito, probabilmente nel decreto Milleproroghe. 

Gli emendamenti al decreto Milleproroghe


Nonostante questo gli emendamenti presentati da Forza Italia, che chiedevano appunto un rinvio, non sono stati ritirati e verranno valutati in sede di esame. Ad essere in fermento sono i 30mila imprenditori del settore, preoccupati delle conseguenze della direttiva Bolkestein, come ammesso dal senatore azzurro Maurizio Gasparri in un confronto su Rai Radiouno con il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini e il presidente del Sib nazionale, Antonio Capacchione. «Il timore è che si arrivi a distruggere il contesto attuale, per dare il via ad un’Amazon delle spiagge», ha sottolineato Gasparri. «Addio a gruppi familiari storici, a piccole aziende, che ovviamente devono pagare il giusto. Vogliamo spazzare così una fondamentale risorsa produttiva italiana? Quindi facciamo la mappatura, gli spazi ci sono. Mettiamo a sistema le spiagge abbandonate e garantiamo le imprese italiane che hanno investito tanto negli ultimi anni. E poi l’Europa non può minacciare l’infrazione per noi e concedere concessioni pluriennali in Spagna e Portogallo: non si fanno figli e figliastri». 
Per il Sib, l’attività dei concessionari è sempre stata trasparente e improntata alla tutela delle spiagge. «Non devono trarre in inganno le cifre sui canoni - ha dichiarato Capacchione -, il lavoro dei gestori si esercita in soli tre mesi, quelli estivi, nonostante le tasse vengano pagate per tutto l’anno. La nostra proposta è quella di far sì che i soldi delle concessioni vadano ai Comuni, per poter garantire la sistemazione e l’attrezzatura delle spiagge libere, che per noi sono una risorsa». 
Salvemini invece non ha fatto sconti ribadendo la necessità di applicare la legge senza fare melina. «Il quadro è chiaro ed è stato definito dall’Adunanza Penale e dal governo Draghi», ha puntualizzato il sindaco di Lecce. «Le forze politiche avevano promesso un rinvio adesso sono al Governo e stanno perseguendo quest’obiettivo. I balneari come imprenditori avrebbero utilità a confrontarsi in una cornice chiara anche dal punto di vista temporale». Salvemini ha voluto poi mettere l’accento su un distinguo fondamentale. «Nessuno ha messo in discussione il sistema di gestione turistico-balneare - ha aggiunto -, ma le modalità attraverso cui vengono assegnati i titoli concessori. Una diversa procedura con cui attribuire la concessione senza rinnovi e proroghe reiterate. La gestione dei lidi deve essere autorizzata con un rilascio di titoli che passi da procedure di evidenza pubblica. Ricordiamo sempre che si tratta di beni dello Stato e non dei privati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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