Balneari: concessioni prorogate, le gare slittano di un anno

Intesa sull'emendamento presentato da Forza Italia al Dl Milleproroghe

Balneari: concessioni prorogate, le gare slittano di un anno
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 13:10

La novità arriva nella serata di ieri. E stamattina è stata confermata. Sono stati approvati gli emendamenti dei relatori e quelli riformulati di Fi e Lega. Gli emendamenti, presentati al decreto Milleproroghe e approvati, prevedono la proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, concedono cinque mesi in più di tempo per l'esercizio della delega sulla mappatura delle spiagge date in concessione, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023, e istituiscono un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio, con funzioni consultive, a cui partecipano i ministri competenti, le regioni e le associazioni di categoria.

Nel caso si dovessero verificare impedimenti oggettivi all'espletamento delle gare, secondo quanto previsto dalle norme, le attuali concessioni possono restare valide fino al 31 dicembre 2025.

Già ieri sera il centrodestra provava a trovare una quadra sui balneari riesumando la proroga per le gare. Più tempo, fino a luglio, per l'esercizio della delega prevista dal Ddl Concorrenza sulla mappatura delle concessioni e divieto di procedere a bandi di gara in attesa dei decreti attuativi sul riordino della disciplina in materia. 

Si dilatano i tempi intervenendo sul monitoraggio delle concessioni e sul necessario riordino complessivo della materia. «Al termine di un percorso di ascolto con le associazioni maggiormente rappresentative del comparto balneare, FdI ha preso atto della richiesta maggioritaria di procedere, all'interno del Dl Milleproroghe, con una proroga delle concessioni di un anno rispetto ai termini stabiliti dal ddl Concorrenza e pertanto sosterrà gli emendamenti di maggioranza che vanno in questa direzione».

La dichiarazione è di Gianluca Caramanna, deputato e responsabile Turismo di Fratelli d'Italia. Lo schema dovrebbe essere quindi questo: più tempo, fino a luglio per la mappatura delle concessioni demaniali per l'esercizio della delega prevista dal ddl concorrenza. Nello stesso periodo sarà vietato procedere a bandi in attesa dei decreti attuativi sul riordino della disciplina in materia che saranno emanati comunque entro febbraio. L'intervento viene poi completato con la proroga di un anno della messa a gara delle concessioni balneari, come previsto da un emendamento di Forza Italia che verrà approvato da tutta la maggioranza.

I balneari pugliesi

In Puglia chiaramente il tema è molto sentito. Diversi titolari di stabilimenti balneari hanno chiesto chiarezza in questi mesi. E anche le istituzioni si trovano inevitabilmente in balia della mancata certezza normativa. Per Carlo Salvemini, sindaco di Lecce - Comune dal quale è partita la svolta in tema di concessioni - non è certo la soluzione ideale. E, anzi, aggiunge una nota polemica: «La maggioranza di governo - dichiara il primo cittadino - tenta di andare incontro agli interessi di una categoria alla quale ha promesso in campagna elettorale di evitare l'inevitabile, e cioè il fatto che le concessioni demaniali marittime vadano a gara. E lo fa a pochi giorni dal voto in Lazio, regione nella quale sappiamo essere molto attiva la lobby dei balneari. Ma è un tentativo di corto respiro che danneggia innanzitutto loro stessi, i quali hanno tutto l'interesse a confrontarsi con un quadro legislativo chiaro entro il quale competere e non hanno bisogno di allungare i tempi delle gare, che è ciò che questo emendamento si incarica di fare. Con l'effetto, voluto, di scaricare sui Comuni la decisione di una proroga, dato lo slittamento di ulteriori 5 mesi dei decreti legislativi, che è in evidente contrasto con quanto sancito dall'adunanza plenaria del Consiglio di Stato».
Per il presidente della Regione Emilia-Romagna nonché candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, le concessioni automatiche per gli stabilimenti balneari «sono uno di quei casi in cui il Governo aveva fatto promesse, ma poi non sta facendo niente». «Noi abbiamo assecondato la richiesta dell'Unione Europea di lanciare dei bandi. Abbiamo però fatto una proposta, che ha ricevuto il consenso di tutte le associazioni dei balneari della regione: mentre si fanno le gare, lo Stato deve garantire il valore degli investimenti che sono stati fatti». Bonaccini continua: «Le coste italiane non sono tutte uguali, se andate sulla costa romagnola non c'è un abuso edilizio. Ci sono possibilità di svago, di gioco, segno che gli investimenti sono stati fatti». E conclude: «Quello che il governo sta facendo è un tergiversare che potrebbe costringere l'Europa a prendere provvedimenti nei confronti del nostro Paese, il che renderebbe tutto più complicato».

Tra i titolari di stabilimenti in Puglia c'è Tommaso Moccia, proprietario del Lido Oktagona a Brindisi: «Mi sembra un tentativo di temporeggiare. C'è da dire che siamo a febbraio e noi iniziamo già la programmazione. Una proroga importante ma non è un passo decisivo. Anzi. Noi abbiamo bisogno di avere certezze. È un comparto che fa vivere tantissime famiglie in Puglia».
Molto negativo, infine, il commento di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra ed ex consigliere comunale di Taranto.
«La destra con questa proroga ulteriore va all'assalto alle ultime spiagge libere del nostro Paese per darle in concessione, per cementificarle e quindi privatizzarle. Inoltre questa proroga di un anno è in palese violazione delle disposizioni dei Tribunali italiani che hanno ribadito che la direttiva europea non può non essere applicata dall'Italia e delle prescrizioni del Consiglio di Stato, che ha imposto al nostro Paese l'impossibilità di prorogare le concessioni oltre la fine del 2023. Il Governo Meloni in questo modo ci sta portando sempre più vicini ad una procedura d'infrazione da parte dell'Ue. Ma sopratutto ancora una volta vediamo che questo governo continua a proteggere i privilegi di chi paga per poche migliaia di euro per delle concessioni che generano fatturati per milioni di euro l'anno».

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