Concessioni balneari, intervista all'imprenditore Epifani: «Un abominio, da anni si ostacola la libera concorrenza»

Concessioni balneari, intervista all'imprenditore Epifani: «Un abominio, da anni si ostacola la libera concorrenza»
di Alessio PIGNATELLI
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Febbraio 2023, 05:00

«L’ultimo provvedimento è raccapricciante. Non solo si allunga il periodo per andare a gara ma si vieta la libera concorrenza. Siamo di fronte a un abominio». Non usa mezzi termini Giovanni Epifani, imprenditore edile ostunese, ex consigliere regionale del centrosinistra. 
Epifani, come mai è così critico nei confronti dell’ultimo provvedimento?
«Ma scherziamo? La situazione è assurda. Diciamo le cose come stanno: siamo di fronte a una casta. I balneari sono anni che bloccano una concorrenza impedendo l’ingresso nel settore ad altri imprenditori. Qui parliamo di beni demaniali e non esclusivi o di priorità. L’ultimo provvedimento del governo è pazzesco e del resto non lo dice solo il sottoscritto. Sono in buona compagnia».
Ovviamente si riferisce all’appunto del Capo dello Stato.
«Chiaramente sì, mi riferisco alla posizione del presidente Mattarella. La sua bacchettata la dice lunga e mi vergognerei nei panni del governo. Ma è chiaro che ci siano degli interessi».
In che senso?
«Mi riferisco a politici del centrodestra proprietari di importanti stabilimenti nazionali. Non scopro l’acqua calda. Per carità, tutto legittimo. Ma non si può andare contro quanto ci dice l’Europa da anni».
Ma se qualcuno le obiettasse di aver investito tempo e risorse in quelle strutture? È ancora atteggiamento da casta?
«Su questo non obietterei. Ritengo che a chi ha speso e investito risorse in questi anni debba essere giustamente riconosciuto lo sforzo economico. Ma l’investimento è su una struttura privata e si può tranquillamente farla valutare. Discorso diverso, invece, è considerare quel bene pubblico di proprietà privata». 
Lei ha anche scritto all’ex premier Draghi: qual è il punto dirimente per lei? 
«Il fatto che non si dia nemmeno la possibilità, nel rispetto della programmazione fatta in regione per esempio, di accedere a nuove concessioni. Cioè i balneari non solo tutelano ciò che hanno ma bloccano nuove iniziative. E fino ad ora, siccome sono super organizzati e potenti, hanno raggiunto gli obiettivi».
Cos’ha intenzione di fare?
«Farò un esposto da cittadino pubblico al Parlamento europeo per segnalare e denunciare questa anomalia italiana per cui il Paese non sta ottemperando alle disposizioni europee. C’è anche la beffa oltre il danno: la comunità europea metterà a carico dello Stato un’infrazione di natura economica e noi cittadini pagheremo. E di ritorno lo Stato non incassa granché perché la stragrande maggioranza dei titolari paga una fesseria di concessione. Nelle casse entrerà poco e uscirà moltissimo».
Spera in qualche ribaltone?
«Condivido apertamente l’impostazione dei sindaci che fanno un ragionamento: se arrivano istanze, sono propensi a disattendere questa norma. Si diano le nuove concessioni: poi chi vuole si rivolga agli organi amministrativi per impugnare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA