Con il caldo vendemmia in anticipo. Ma le aziende: «Molti problemi per il settore»

Con il caldo vendemmia in anticipo. Ma le aziende: «Molti problemi per il settore»
di Leda CESARI
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Domenica 7 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:52

Vendemmia 2022 al via tra speranze e problemi (tanti). Le grandi manovre di raccolta, già iniziate per pochissimi, entreranno nel vivo un po’ per tutti la prossima settimana - con qualche giorno di anticipo sullo scorso anno a causa delle temperature infernali - con i primi approcci “taglierecci” riservati allo Chardonnay e alle basi spumante, ovvero a quelle uve che serviranno a “costruire” vini che hanno fatto della “freschezza” - cioè di una buona acidità, in gergo - la ragione del proprio successo: in primis bianchi e bollicine, ovviamente. 

I produttori


L’annata si annuncia buona e priva di fitopatie di sorta, ma i pensieri, per i produttori, non mancano: «Anche quest’anno è arrivato il periodo tanto atteso per un’azienda vitivinicola, quello di raccogliere i frutti di un anno di duro lavoro e dare il via alla nuova annata. Come da consuetudine, si inizia con lo Chardonnay, che si mostra già perfettamente maturo, con un ricco patrimonio aromatico e in ottime condizioni fitosanitarie», fa sapere ad esempio l’azienda Leone De Castris. «È ancora presto per fare delle previsioni sugli altri vitigni, ma ci sono i presupposti per avere delle uve con un livello qualitativo alto». Tuttavia, proseguono da Salice salentino, si prospetta una vendemmia «lunga e impegnativa: la stagione siccitosa e le alte temperature mettono a dura prova le viti che, oltre ad aver anticipato i tempi, richiedono una più che mai scrupolosa e costante supervisione, mentre le rese per ettaro si preannunciano essere basse». Per fortuna non difettano la passione e l’impegno, aggiunge Piernicola Leone de Castris ricordando come negli anni passati l’azienda abbia fatto «importanti investimenti nel settore del conferimento delle uve, che hanno dimostrato di facilitare non di poco le prime fasi di lavorazione, cruciali per l’ottenimento di mosti particolarmente ricchi di aromi». Un elemento che testimonia «l’impegno e la dedizione che mettiamo nella cura dei vigneti, per ottenere uve sane, valorizzare i vitigni autoctoni e produrre vini di alta qualità». 
Cantine Due Palme dà invece appuntamento agli appassionati per domani dalle 9.30 in poi presso Tenuta Villa Neviera a Cellino San Marco, dove nei giorni scorsi l’azienda cooperativa guidata oggi da Melissa Maci ha inaugurato un suggestivo wine resort durante un party privato (organizzato da Antonella Maci, event manager di Due Palme e direttrice della struttura) riservato a giornalisti, ristoratori, addetti al settore e personaggi del mondo della politica e dello spettacolo. Sarà proprio in quella sede che domani verranno rese note le prime stime sulla produzione di vino pugliese, «sulla quale pesano quest’anno la siccità, ma anche un balzo in avanti dei prezzi, dall’energia al vetro, che sta mettendo a dura prova i bilanci delle aziende»; occasione di confronto sarà anche l’analisi di Coldiretti Puglia non solo sulla produzione di uva, «ma anche sull’export e sull’impatto occupazionale ed economico, con le incognite della guerra in Ucraina e delle tensioni internazionali, e sulla straordinaria capacità di resilienza dei viticoltori e delle cantine tricolori». Che però, di questi tempi, viene messa davvero a dura prova: «Dal punto di vista strettamente sanitario ci attendiamo uve ottime», spiega il presidente di Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria Massimo Tripaldi, «anche se questo caldo fa mutare un po’ i tempi della maturità tecnologica, cioè il rapporto tra zuccheri e acidità totale delle uve, e quindi dovremo capire cosa succederà con i rossi. Certo, se piovesse e poi arrivassero venti asciutti l’annata potrebbe essere eccezionale, ma per ora non si vede una nuvola all’orizzonte». 
Siccità, grande problema corrente che si aggiunge agli alti e bassi dei mercati determinati dagli eventi imprevisti - gli esperti di statistica li chiamano “cigni neri” - dell’ultimo biennio: la pandemia, la guerra in Ucraina, i rincari e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. «Eventi che negli ultimi mesi hanno provocato un aumento delle giacenze rispetto allo scorso anno - osserva Tripaldi - cosa che potrebbe creare alle aziende seri problemi di stoccaggio durante la vendemmia alle porte e fluttuazioni eccessivi dei prezzi delle uve: soprattutto del Primitivo, il vino pugliese che ha conosciuto il maggior successo degli ultimi anni».
È in atto infatti una contrazione dei consumi, dicono gli esperti, generata dal fatto che le vendite di vini rossi sono state penalizzate quest’inverno, ancora una volta, dalle restrizioni della pandemia. «Ma non solo da questo», precisa Doni Coppi dall’omonima cantina di Turi, dove la vendemmia comincerà l’ultima settimana di agosto, e proprio con il Primitivo. «Il fatto è che il potere d’acquisto delle famiglie viene intaccato ogni giorno di più dai rincari, e spesso bisogna scegliere tra il pagare una bolletta o comprare una bottiglia di vino. Il risultato lo vediamo: è quello delle giacenze, appunto, che creerà non pochi problemi durante e dopo la vendemmia. La politica sarebbe dovuta intervenire con un piano d’emergenza come durante il primo lockdown, quando autorizzò la distillazione alcolica del vino in eccesso, ma ancora non si è visto nulla. A questo aggiungiamo i rincari generalizzati - chi lavora con i grandi numeri vedrà i costi di produzione aumentare del 25-30 per cento - e poi la ciliegina sulla torta: a chi, come noi, ha investito sul fotovoltaico per rendere il proprio stabilimento più “green”, lo Stato chiede oggi la restituzione dei ricavi derivanti dal surplus di produzione energetica con cui facevamo quadrare i bilanci, perché deve fare cassa. Una bastonata ulteriore dopo le difficoltà degli ultimi due anni». Contro la quale, aggiunge Coppi, c’è la mobilitazione - e una class action incipiente - che sta coinvolgendo tutte le categorie produttive e tutte le cantine interessate d’Italia, Puglia compresa. 
Si continua a lavorare, insomma, cercando di vedere il bicchiere (di vino) mezzo pieno anche se il futuro è quanto mai incerto: «Anche noi cominceremo a vendemmiare la prossima settimana con le basi spumanti», conferma da Manduria Gianfranco Fino, «e l’annata, fortunatamente, si preannuncia ottima.

Siamo stati però costretti a ritoccare i nostri prezzi, anche se in maniera minima, a causa dell’aumento dei costi di produzione, approvvigionamento di bottiglie e cassette di legno compreso». Il vino si appresta insomma a diventare un bene di lusso? «Dipende ovviamente dalle denominazioni, come Toscana e Piemonte insegnano», conclude Fino, «ma io rimango dell’idea che la Puglia riesca sempre ad offrire agli appassionati un buon rapporto qualità-prezzo».

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