Atti intimidatori agli amministratori locali: «Esistono diversi casi in Puglia»

Atti intimidatori agli amministratori locali: «Esistono diversi casi in Puglia»
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Sabato 28 Giugno 2014, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 15:34
BARI - Esiste un caso Puglia che va portato all'attenzione del governo con particolare riferimento al territorio di Foggia. Lo ha detto la presidente della Commissione d'inchiesta del Senato sul fenomeno degli atti intimidatori agli amministratori locali, Doris Lo Moro, al termine della due giorni di audizioni nella prefettura di Bari con i rappresentanti delle forze dell'ordine, della magistratura e dei sindaci di alcuni comuni pugliesi.



La Puglia è la regione che ultimamente ha fatto registrare il maggior numero di intimidazioni: 134 episodi nel 2013 e 47 nel primo semestre dell'anno. Secondo i senatori, «l'illegalità diffusa», «la crisi economica», «l'eccessiva tendenza all'assistenzialismo», «aiutano e consentono il proliferare di questi attentati». «Si va delineando - sottolinea Lo Moro - la necessità di rimedi legislativi, circostanziando i reati in maniera più specifica, magari con la creazione di circostanze aggravanti per gli atti intimidatori ai pubblici amministratori e strumenti investigativi più adeguati».



«Preoccupante - viene affermato dai membri della Commissione - la sottovalutazione del fenomeno che viene fatta dagli stessi amministratori vittime». Le intimidazioni più diffuse in Puglia sono gli incendi di autovetture «che appaiono come vere e proprie modalità di risoluzione dei contenziosi». «Qui in Puglia incendiare una macchina è un linguaggio ben preciso - rivela il vicepresidente della Commissione, Marcello Gualdani - che testimonia una situazione drammatica da far west di cui è già stato informato il ministro dell'Interno».



Con riferimento alla situazione del foggiano, che con 40 casi nel 2013 e 19 nel 2014 è la prima provincia pugliese seguita da Bari e Bat (35 nel 2013 e 11 nel 2014), Brindisi (21 e 4), Lecce (21 e 10) e Taranto (17 e 3), i senatori sottolineano «il rischio che il radicamento dei fenomeni criminali nel tessuto sociale comprometta la tenuta democratica del territorio, privandolo della sua dignità». «Se si sottovaluta il caso Foggia - conclude Lo Moro - si rischia quello che è accaduto in Calabria con la 'Ndrangheta. La Puglia non si imponga in Italia per la violenza, ma per le sue straordinarie bellezze».
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