Chi siamo? Da dove veniamo? Dove vogliamo andare? Non siamo imprecatori seriali, usciamo un po’ di più rispetto agli ultimi due anni, pranziamo e ceniamo fuori meno rispetto a chi vive al Nord, e tutto sommato siamo anche fedeli - si fa per dire - nelle relazioni coniugali. Ma siamo tristi, i meno felici d’Italia. Il ritratto semiserio dei pugliesi nel post pandemia è il risultato di un incrocio di dati certificati dall’Istat e sondaggi. L’ultimo che tiene banco online è quello che spiega quanto gli italiani siano fedeli. Da questa parte del Paese 46 intervistati - rigorosamente sposati - su 100 si sono concessi una scappatella. Ma in Lombardia e nel Lazio i fedifraghi sono l’80%. Tanto vale dire che siamo tra i più fedeli d’Italia (solo in Trentino e in Valle d’Aosta va meglio). Siamo baciati dal Sole. Taranto è la settima città più soleggiata d’Italia durante l’anno secondo uno studio. E il Sole, si sa, bacia i belli.
Popolo di santi, eroi e navigatori. Ma anche di bestemmiatori. Non qui, però. Nella classifica di Preply (un’agenzia che si occupa di studio delle lingue) sulle città nelle quali si impreca di più, Taranto è ultima, tra quelle prese in esame. E Bari è penultima. Il primato è di Venezia, tanto per restare in linea con lo stereotipo anche piuttosto social dei veneti con la parolaccia facile. Unica eccezione: i tarantini sono al primo posto nelle imprecazioni contro le sorelle e i fratelli. I panni sporchi, si sa, meglio lavarli in famiglia. Ma tutto sommato anche questo aspetto premia la Puglia: un po’ coloriti a volte in famiglia, non maleducati.
Siamo fedeli, ma siamo i più tristi d’Italia secondo il report Bes dell’Istat il 39,5% deiresidenti in Puglia non è soddisfatto della propria vita. È il peggior dato d’Italia.
Cosa fanno i pugliesi nel tempo libero?
E nel tempo libero, i pugliesi, fedeli ma spesso tristi, che fanno? Si esce di più rispetto ai due anni di pandemia.
Figli di diverse contraddizioni
Da questa parte dell’Italia, a Mezzogiorno del Sud d’Europa, la contraddizione in essere diventa caratterizzazione antropologica. Siamo tra coloro che più spesso escono per vedere gli amici ma anche tra coloro che più spesso non ne hanno affatto. E i ragazzini, tra gli 11 e i 15 anni, hanno più spesso - rispetto al Nord - un problema legato all’uso dei social, talvolta con comportamenti che lambiscono il limite della dipendenza (nel 14% dei casi). C’è chi - racconta l’Istituto Superiore della Sanità - mente su quanto tempo trascorre tra Instagram e TikTok e chi ha provato a ridurlo, quel tempo speso con lo smartphone tra le mani, ma senza riuscirci. Anche questo accade soprattutto al Sud. La terra del calore, del Sole, ma anche delle dipendenze dai social e delle persone che dicono di non avere amici. Si esce di più dopo la pandemia, ma non tutti. E chi in tanti nell’ultimo anno non sono mai andati a pranzo o a cena fuori. Siamo questi, contraddizioni e Sole compresi nel pacchetto.
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