Il Cnr: la xylella avanza altri mille casi accertati fra Trepuzzi e Torchiarolo

Il Cnr: la xylella avanza altri mille casi accertati fra Trepuzzi e Torchiarolo
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Lunedì 28 Settembre 2015, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 17:45

Gli esiti delle analisi condotte dopo l’ultimo round di monitoraggi non destano alcun dubbio: oltre a quelli già localizzati, ci sono altri mille ulivi contagiati da Xylella Fastidiosa. Si trovano quasi tutti nella fascia compresa tra Trepuzzi e Torchiarolo, dove si sono evidenziati più di recente nuovi fenomeni di disseccamento. Si tratta di una ventina di focolai, tutti a nord di Lecce, per cui gli approfondimenti condotti in laboratorio dal Cnr di Bari hanno dato esito positivo.

La previsione, considerate le direttive europee inserite nella decisione di esecuzione del 18 maggio recepite dal decreto ministeriale di lotta obbligatoria del 18 giugno, è di aggiungere al novero degli alberi da tagliare un totale di circa 3mila piante per fermare l’avanzata del batterio e per scongiurare così l’ipotesi di una procedura di infrazione, rischio già paventato e mai del tutto archiviato per l’Italia.

Dopo i numerosi rinvii, dovuti per lo più a ritocchi in corso d’opera richiesti dal dipartimento di Protezione civile, il piano di interventi del commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, già pronto e confezionato, sarà pubblicato a giorni e si occuperà anche delle nuove evidenze.

La previsione è di iniziare già da metà settimana con le notifiche ai proprietari degli uliveti che, secondo lo schema che prevede indennizzi per chi volontariamente si presta a tagliare gli alberi infetti, dovranno procedere in tempi stretti per evitare sanzioni. Nella consapevolezza, più volte ribadita da Bari, che in caso di rifiuto i forestali procederebbero ugualmente con azioni in danno.

Il via alle nuove operazioni di contrasto alla diffusione dell’epidemia è stato formalmente sancito da una ordinanza del capo del dipartimento della protezione civile pubblicato venerdì scorso sulla Gazzetta ufficiale: via alla possibilità di utilizzare i contributi a disposizione (in tutto sono 24 milioni di euro, al momento), tanto per i ristori dovuti sulla base della dichiarazione dello stato di calamità naturale, quanto per gli incentivi che saranno distribuiti senza alcuna differenziazione di trattamento, tanto ai privati quanto alle aziende. L’importo stabilito oscillerà, stando alle previsioni, tra i 140 e i 200 euro a pianta. Gli olivicoltori potranno tenere la legna e naturalmente anche i terreni su cui vige però ancora il divieto di reimpianto.

Quanto alle interlocuzioni con l’Europa, dopo l’ultimo comitato fitosanitario permanente del 17 e del 18 settembre, si tornerà a discutere di Xylella Fastidiosa agli inizi di ottobre per valutare la richiesta dell’Italia di escludere la vite, che è risultata immune, dall’elenco di piante su cui vige il divieto di commercializzazione. Gli ispettori Ue dopo la visita di luglio, torneranno in Puglia a novembre per valutare la condotta del Paese membro rispetto alle disposizioni comunitarie per combattere la fitopatia.

È quanto era stato deciso a Bruxelles appena dopo i 45 abbattimenti di Oria (Brindisi) dove dovranno essere buttati giù anche gli ulivi che si trovano nel raggio di 100 metri rispetto a quelli infetti. Proprio in quella circostanza si era dribblata con riserva la “minaccia” di procedura di infrazione che oltre a prevedere una maxi multa per l’Italia concederebbe il via libera a qualsiasi altro Stato per bloccare le importazioni. Ed era stato concesso un termine di ulteriori quattro mesi.

L’unica incognita, nel Belpaese, è costituita dalle decisioni della giustizia amministrativa. Erano stati infatti il Tar di Lecce prima e il Tar del Lazio (per competenza) poi a bocciare il primo piano Silletti con un decreto e due sospensive. I giudici torneranno a esprimersi il 7 ottobre, sulla richiesta di “stop” ai provvedimenti più recenti del commissario formulata dal Comune di Oria e dall’avvocato e proprietario Giovanni Pesce. Come però annunciato dalla struttura del commissario, l’iter per la predisposizione delle nuove azioni di contrasto procede indipendente dai contenziosi e potrà andare avanti fino a febbraio 2016, quando lo stato di emergenza già prorogato di sei mesi giungerà a scadenza naturale.

Gli abbattimenti, quindi, riprenderanno al più presto con metodi differenti da quelli adottati a luglio: l’intenzione della struttura del commissario è di evitare blitz militari come quello di Oria. E di ottenere con il meccanismo degli indennizzi la più ampia collaborazione dei proprietari. L’imperativo, tuttavia, resta sempre lo stesso: eliminare le piante colpite dalla “peste degli ulivi” per ottemperare ai diktat comunitari e per evitare una strage di proporzioni più vaste. La Xylella, era già emerso dopo l’individuazione dei tre focolai di Torchiarolo, continua a marciare verso nord.

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