Click day, pioggia di richieste in Puglia. I sindacati: «Ma occorre una vera accoglienza»

Alle 10 di ieri le domande sul sito del Viminale avevano già triplicato i posti previsti

Click day, pioggia di richieste in Puglia. I sindacati: «Ma occorre una vera accoglienza»
di Alessandra LUPO
4 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 09:41

Già alle 10 di ieri mattina, ad appena un’ora dall’apertura, erano già 238mila le domande arrivate al Viminale nel giorno del click day previsto dal decreto flussi. Un numero che ha quasi triplicato il numero di 82.705 lavoratori extracomunitari previsti per il 2023.
Tutte le domande sono state comunque caricate sulla piattaforma telematica predisposta dal ministero dell’Interno e ora partirà la fase istruttoria da parte dello Sportello Unico dell’Immigrazione. Le quote per lavoro stagionale attese principalmente nelle campagne, oltre che nel settore turistico alberghiero, ammontano a 44mila unità (contro le 42mila dello scorso anno) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale. Si tratta di ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione. A preoccupare è soprattutto il fabbisogno di manodopera che ovunque e anche in Puglia, supererebbe di gran lunga gli ingressi previsti. «Quest’anno le unità complessive destinate alla nostra regione dovrebbero essere attorno alle 20mila - spiega Salvatore Arnesano, coordinatore Inca Puglia, il patronato della Cgil - ma negli anni passati nella sola agricoltura la Puglia impiegava 17mila persone. È ovvio che qualcosa non quadri». 

Il nodo degli alloggi


Le imprese italiane chiedono infatti di portare gli arrivi a 205mila, oltre il doppio di quelli previsti dal governo.
E le aziende pugliesi non sono da meno, sopratutto in agricoltura. Ma c’è anche la ristorazione per quanto più circoscritta. Accanto allo snellimento burocratico, che consente - se la domanda arriva da un’organizzazione - di poter iniziare il lavoro senza attendere il contratto di soggiorno - si moltiplicano però anche le difficoltà. Sempre Arnesano spiega che una delle richieste più pressanti dei lavoratori riguarda l’alloggio. «Alcune aziende sono puntualissime nell’indicarlo - spiega il sindacalista -, altre meno e questo crea delle comprensibili preoccupazioni nei lavoratori stranieri che vengono a lavorare ma devono anche vivere, integrarsi. Soprattutto nelle nuove leve - prosegue Arnesano - c’è una maggiore consapevolezza delle proprie esigenze e questo è senz’altro un bene perché permette di non ricreare situazioni di incertezza e talvolta di degrado abitativo -. Noi dobbiamo offrire un’accoglienza differente - conclude Arnesano - che si prenda carico di una serie di aspetti».
Le nazionalità dei lavoratori in arrivo in Puglia sono piuttosto stabili negli ultimi anni: Marocco, Egitto, Tunisia, India, Bangladesh, Albania.

Le richieste delle imprese

Ma il decreto flussi riguarda anche l’edilizia. «A Lecce, per esempio, lo Sportello migranti della Cgil da gennaio ad oggi ha ricevuto centinaia di richieste per fare presentare domanda sul decreto flussi- racconta Lorenzo D’Amico -: I settori che abbiamo gestito come patronato sono edilizia e ristorazione, le domande sono tutte stagionali perché il decreto flussi prevede contratti da 20 giorni a 9 mesi. Più le quote per il lavoro subordinato non stagionale (1.500 sono infatti riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione). I braccianti? Ci sono richieste numericamente importanti ma quest’anno sono stata trattate spesso dalle associazioni datoriali. La vera novità di questo decreto è infatti la riconferma del rilascio di quote stagionali di ingresso riservate alle Associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22mila unità contro le 14mila dell’anno prima). Le stesse associazioni degli agricoltori però nelle scorse ore hanno lanciato l’allarme sui numeri. Confagricoltura dice infatti che di stagionali ne servirebbero il triplo. Mentre la Coldiretti ieri ricordava che in Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA