I cinque stelle brillano in Puglia, nella terra di origine dell'ex premier Giuseppe Conte. Il Movimento è il primo partito regionale e ora da parte dei pentastellati arriva la richiesta di maggiore protagonismo nell'ambito del governo Emiliano che vede Pd e M5s alleati. E se a Roma volano gli stracci dopo il divorzio estivo tra dem e pentastellati, a Bari resta salda l'intesa nel parlamentino di via Gentile a sostegno dell'esecutivo Emiliano.
Un'alleanza che però, è il pensiero grillino post-voto, deve essere ritarata. I cinque stelle hanno chiuso la partita del voto portando a casa il 27,96% in Puglia e lasciandosi alle spalle un vuoto di 11 punti percentuali rispetto al Pd (16,82% il dato finale), ovvero il partito del governatore che aveva schierato le sue truppe e candidando assessori regionali e anche il capo di gabinetto. Pure Fratelli d'Italia, il partito del premier in pectore Giorgia Meloni, ha dovuto cedere il passo piazzandosi nella seconda posizione regionale con il 23,5% dei consensi.
«Chi era tra la gente - afferma il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili, esponente M5S - aveva percepito chiaramente la portata della nostra rimonta elettorale». Ora in regione si apre la partita dei nuovi equilibri dettati dal voto e l'accordo stretto due anni fa potrebbe essere limato sulla base delle ultime indicazioni dell'elettorato. Un nuovo capitolo che potrebbe passare da un rimpasto di giunta, anche se tra i grillini nessuno lo dice in questi termini. L'esito delle politiche su base regionale colloca il Pd in una posizione quasi subalterna rispetto al Movimento guidato da Conte. «Ma l'alleanza ne esce rafforzata, insieme ai vertici - aggiunge Casili - avremo un'interlocuzione con Michele Emiliano per capire quale nuova agibilità politica avrà il M5S in regione a seguito del voto.
«Essere il primo partito in Puglia non può fare parte soltanto di un dato numerico elettorale, ma porta con sé è la chiosa del vicepresidente del consiglio - l'istanza di un maggiore protagonismo del Movimento all'interno dell'esecutivo regionale».
Rispetto al loro dato nazionale i 5 stelle in Puglia sono andati oltre di circa 12 punti percentuali. Non è tuttavia una novità. I pentastellati sin dagli albori si sono sempre dimostrati elettoralmente il partito del Mezzogiorno: è al Sud che custodiscono il loro principale serbatoio di consensi così come evidenziato già nelle politiche del 2013 e del 2018, prima ancora che in questa tornata. Un trend che viene da lontano. Per l'assessore regionale al welfare, la pentastellata Rosa Barone, l'exploit pugliese dei cinque stelle «non rafforza né indebolisce» l'alleanza con Emiliano, ma «semplicemente la cambia. Nella città di Foggia - ricorda Barone - abbiamo preso il 43%, l'unica provincia in Puglia in cui abbiamo anche vinto l'uninominale. Il voto modifica sposta alcuni paletti perché in qualche modo l'alleanza regionale dovrà essere rivista sulla base della volontà e delle indicazioni dei pugliesi. Il nostro accordo è sui temi e su questo terreno continueremo a confrontarci per portare a casa sempre più traguardi e risultati. Il voto ha indubbiamente modificato gli equilibri anche rispetto all'accordo con Emiliano siglato due anni fa. È un voto che incide sulle priorità dell'agenda di governo e ne modifica l'assetto, ma non cambia - è il ragionamento dell'assessore - la convinzione di andare avanti insieme a livello regionale».
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