Centrodestra, i sondaggi spingono Meloni a candidare Fitto in Puglia

Centrodestra, i sondaggi spingono Meloni a candidare Fitto in Puglia
di Francesco G.GIOFFREDI
4 Minuti di Lettura
Sabato 22 Febbraio 2020, 08:42
Il centrodestra è ancora impelagato nelle indecisioni, nello stallo, nei veti sotterranei e nei tatticismi: insomma, un candidato governatore per la Puglia ufficialmente ancora non c'è, nonostante gli accordi rivendicati e le professioni di unità. Ma sul tavolo dei partiti nazionali circolano già i primi sondaggi sulle elezioni regionali, con tanto di proiezioni su nomi, scenari e coalizioni. Due, in particolare, le rilevazioni sotto i riflettori e che potrebbero contribuire a orientare le scelte della triade di leader nazionale: un sondaggio è a cura di Noto (commissionato da Fratelli d'Italia), l'altro è stato realizzato da Emg-Acqua (commissionato dalla testata Il Secolo d'Italia).

Lo strappo di Conca: «Addio cinque stelle, mi candido da indipendente alla Regione»
Salvini in Puglia: «Nome del candidato a giorni, importante mandare a casa Emiliano»

La sostanza è sempre la stessa e segna sulla lavagna un punto a favore di Fratelli d'Italia, nell'estenuante braccio di ferro ingaggiato con la Lega: la candidatura di Raffaele Fitto garantirebbe la vittoria al centrodestra con un corposo margine sulla coalizione di Michele Emiliano. Secondo Noto sondaggi, l'eurodeputato salentino s'attesterebbe al 45% e il governatore uscente al 32%; 44,5% e 34% le percentuali al momento assegnate invece da Emg-Acqua ai due più accreditati contendenti. In entrambi i casi, i sondaggisti hanno schierato ai blocchi di partenza un candidato dei cinque stelle (Antonella Laricchia, perciò senza prendere in esame la scissione in atto tra i pentastellati) e un rappresentante del polo renziano-calendiano (si tratta sempre di Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Italia viva di origini foggiane).

Insomma, la doppietta di sondaggi è l'ulteriore ariete (oltre agli accordi sanciti a dicembre, per tutte le regioni al voto, continuamente sbandierati da FdI) con cui Giorgia Meloni vuol scardinare le residue resistenze della Lega e i tentennamenti tattici di Matteo Salvini. Non a caso, entrambe le rilevazioni testano anche il principale nome alternativo in quota Lega: Nuccio Altieri, ex parlamentare e oggi presidente Invimit. Noto simula anche delle ipotetiche primarie di centrodestra tra Fitto e Altieri: s'imporrebbe l'ex ministro salentino, tanto tra i soli elettori di centrodestra (78%), quanto estendendo agli indecisi (40%, a fronte tuttavia di un 45% di senza opinione).

«Dai dati - analizzano da Noto - emerge che sarebbe abbastanza scontata la vittoria di Fitto, un po' più problematica quella di Altieri. Su quest'ultimo pesa un più basso livello di conoscenza e di fiducia. Più complicata la situazione qualora si presentassero a sfidare Emiliano entrambi i candidati di centrodestra: in questo caso si registra una sostanziale parità nei consensi tra Emiliano e Fitto (al 32%), mentre ad Altieri andrebbe un 16% del consenso». Emg-Acqua spiega che «il centrodestra parte con un ampio vantaggio», «tale gap tuttavia, più che sintomo della forza granitica dell'alleanza sovranista-moderata, si configura come la conseguenza della frattura a sinistra e della sostanziale resilienza dei pentastellati di fronte alle difficoltà nazionali del M5s: un ridimensionamento ulteriore dei cinque stelle e un'eventuale non candidatura (o un flop) del candidato di Italia viva potrebbero far ipotizzare una partita molto meno scontata». Noto ha sondato, per prima cosa, il giudizio sull'operato di Emiliano: positivo per il 37% dei pugliesi, negativo per il 40%, il 23% è senza opinione; tra gli uomini, i giovani e gli elettori (alle Europee) di Pd, Forza Italia e altre forze le percentuali più confortanti per il governatore. Poi c'è il secondo step: conoscenza e fiducia nei candidati. Noto rileva un elevato livello di conoscenza nel caso di Emiliano e Fitto (87% e 80%) e di fatto lo stesso livello di fiducia (37% e 36%, stessa percentuale per Laricchia), più distanziati Scalfarotto (17% e 9%) e Altieri (15%, che però incassa il 32% in termini di fiducia). Proporzioni non dissimili nel caso di Emg-Acqua: 88% e 83% il grado di conoscenza di Emiliano e Fitto (rispettivamente il 44% e il 39% abbastanza bene), ma il disallineamento c'è sulla fiducia (45% e 39%); Laricchia è al 47% di conoscenza (il 27% solo per sentito nominare) e al 20% di fiducia, Altieri al 37% e 14%, Scalfarotto al 39% e 16%.

Entrambi i sondaggi ipotizzano più scenari. Tre per Noto: il centrodestra con Fitto (al 45%, poi Emiliano al 32%, Laricchia al 14%, Scalfarotto al 5%); Altieri candidato unitario (al 41%, Emiliano al 37%, stesse percentuali per gli altri due); la scissione a destra (Fitto 32%, Emiliano 32%, Altieri 16%, Laricchia 11%, Scalfarotto 4%). Due scenari, secchi, per Emg: l'uno con Fitto (al 44,5%, Emiliano 34%, Laricchia 14%, Scalfarotto 6%); l'altro con Altieri (al 40%, Emiliano 36,5%, Laricchia 15,5%, Scalfarotto 6,5%). Focus anche sui voti di lista, in questa fase prematura da maneggiare con estrema prudenza e parsimonia. Noto assegna al centrosinistra il 30,5%, a Italia viva il 6%, poi il 15% al M5s e infine il 44% al centrodestra. Di fatto le stesse percentuali per Emg: 31% al centrosinistra, 6,5% per i renziani, 15% ai pentastellati e il 46% al centrodestra.

Cosa succederà? Solo un vertice tra Salvini, Meloni e Silvio Berlusconi tirerà fuori il centrodestra dalle secche. Il leader leghista lancia segnali, ma non strappa. E intanto consolida il partito in Puglia: ieri il tarantino Gianfranco Chiarelli è stato nominato vice-coordinatore regionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA