Il settore agricoltura è in grande difficoltà: l'aumento dei costi del carburante crea un effetto domino su tutto il settore. A lanciare l'allarme è la Cia, Confederazione Italiana Agricoltori: «Mezzi agricoli fermi, terreni incolti e dieta ferrea per gli allevamenti. E' questo il triplice effetto dei rincari dei prezzi dei carburanti e delle materie prime. L'esponenziale crescita dei costi si sta abbattendo come uno tsunami sull'agricoltura tanto da imporre alle aziende uno stop alle coltivazioni e a ridurre anche l'alimentazione agli animali».
I titolari delle aziende agricole non possono «seminare - aggiunge l'associazione - perché i concimi hanno avuto un rincaro insostenibile.
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Inoltre i mezzi «vengono per lo più - osserva Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari (Taranto-Brindisi) - tenuti fermi. Se andiamo avanti così, saremo costretti a tornare al cavallo e alla zappa. Chi vive sul campo i problemi come noi, sa cosa sta succedendo, è un effetto a valanga».
La Lega
«Il grido d'allarme delle associazioni agricole va portato subito in Parlamento, già dalla prossima settimana». Lo sostiene il senatore Roberto Marti, segretario della Lega in Puglia. «L'aumento esponenziale dei costi per l'energia - dice - è indubbiamente un grave problema per imprese e famiglie. Ma nel settore dell'agricoltura si rischia il dramma, peraltro in un momento storico che ci ha sbattuto in faccia la carenza di autoproduzione di materie prime. L'agricoltura è il nostro quotidiano, la sussistenza di una terra, la Puglia, che nella terra ha le sue radici e con la terra ha per generazioni mantenuto figli». Per Marti «esiste un problema reale di soddisfacimento del fabbisogno degli animali nelle stalle. Il rischio è la denutrizione o addirittura la macellazione per necessità».