Caro-bollette ed energia, assenso degli industriali pugliesi: «Un primo passo, si vada avanti su questa strada»

Caro-bollette ed energia, assenso degli industriali pugliesi: «Un primo passo, si vada avanti su questa strada»
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 2 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 07:53

Misure valide e utili per rintuzzare il caro bollette che ha colpito le aziende ma si tratta di un primo passo. Con l’auspicio che la tanto agognata economia circolare possa dare una vera e propria svolta al sistema della Puglia. È unanime la reazione degli industriali pugliesi che commentano positivamente l’azione della Regione: per sintetizzare, ci saranno aiuti fino al 60% dei costi per la realizzazione di impianti di energia da fonte rinnovabile. E da segnalare, sul fronte governativo, lo sconto del 10% in bolletta che inciderà sui costi delle aziende.

Direzione transizione

In generale, si va nella direzione di avviare la transizione energetica con agevolazioni importanti per gli investimenti in impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Le imprese, soprattutto quelle energivore, potranno produrre direttamente parte del proprio fabbisogno per alleggerire il peso delle bollette energetiche. Le modifiche apportate ai bandi regionali rappresentano pertanto un ulteriore incentivo a intraprendere la strada dell’indipendenza energetica.

«Si tratta comunque di un primo passo cui devono seguirne degli altri, nell’ottica di puntare definitivamente sull’autonomia del nostro Paese dall’estero e sulla sostenibilità ambientale - commenta il presidente reggente di Confindustria Lecce, Nicola Delle Donne - Su tali fronti occorrerà agire anche per favorire l’efficientamento energetico, una migliore gestione delle reti e la creazione di gigafactory, per lo stoccaggio del surplus di energia. La Regione può inoltre incoraggiare la creazione e implementazione di comunità energetiche, attraverso una microgenerazione green elettrica e termica diffusa, favorendo cicli di economia circolare». L’auspicio è di agire su due leve: una riduzione significativa dei costi per imprese e famiglie da una parte, la crescita occupazionale dall’altra.

Il numero uno degli industriali jonici, Salvatore Toma, evidenzia come si tratti di interventi che vanno a incentivare l’utilizzo di energie alternative, dal fotovoltaico all’eolico, dalle biomasse alle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici: «È un segnale importante che si muove anche in uno scenario da noi altrettanto auspicato che è quello dell’economia circolare. Pur nelle tante criticità del momento, abbiamo davanti a noi, come sistema imprenditoriale, una strada tracciata». Strada che Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia e della sezione Bari-Bat, ritiene obbligata per arginare e mitigare l’effetto dell’aumento dell’energia e sostenere le imprese: «C’è assoluto bisogno di queste misure in un periodo eccezionale e di grave crisi come quello che stiamo vivendo».

Il leader degli industriali di Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, si concentra su un aspetto legato ai programmi di investimento previsti dal Titolo II: «È importante che anche le banche (organi finanziatori) e gli uffici competenti (celerità nelle istruttorie) facciano la loro parte. Penso sia utile evidenziare anche un altro aspetto: sono finanziati anche impianti che producono energia da biomasse e da rifiuti. Impianti ora più che mai utili o, direi, necessari, superando anacronistiche gabbie ideologiche. Auspico che le nostre aziende colgano al meglio tutte queste opportunità».

Anche Legambiente dà il suo ok

Da registrare, infine, l’apprezzamento anche dalla sponda di Legambiente Puglia alla direzione di un futuro rinnovabile per la regione. Secondo l’associazione, incentivare l’autoproduzione energetica è l’unica vera via d’uscita alla dipendenza dall’estero e occorre puntare a una Puglia sempre più autonoma, visto che oggi dipende per il 70% dalla produzione energetica dal termoelettrico (carbone e gas). «Questo però deve essere un primo passo vero un intervento più strutturato e corposo che deve riguardare l’intero concetto di visione energetica regionale, – osserva Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - partendo proprio dal nuovo Piano Energetico Regionale fatto in maniera partecipato, così come previsto dalla legge regionale numero 28 del 13 luglio 2017. Chiediamo alla Regione Puglia e all’assessore Delli Noci, così come fatto con il Reddito Energetico, di varare un fondo specifico per lo sviluppo delle Comunità Energetiche in Puglia aperto a tutti i Comuni. Questo perché il bando delle Cer previsto con i fondi del Pnrr è rivolto solo ai Comuni sotto i 5mila abitanti. Oggi più che mai è fondamentale favorire anche l’autoproduzione energetica di ogni Comune per venire in soccorso soprattutto delle famiglie più bisognose e delle zone periferiche. Inoltre il Decreto legge 199/2021, di cui si attendono i decreti attuativi, rivedono i vincoli e paletti precedenti e consente una più larga visione e lettura per la costituzione delle Comunità Energetiche».

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