Scavi clandestini, reperti antichi venduti on line e truffe agli antiquari: ecco come agiscono i banditi dell'arte. «Denunciate 126 persone»

Scavi clandestini, reperti antichi venduti on line e truffe agli antiquari: ecco come agiscono i banditi dell'arte. «Denunciate 126 persone»
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Giovedì 4 Giugno 2020, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 21:03
Un anno e 126 persone denunciate per ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d'arte e altre violazioni al Codice dei Beni culturali e del paesaggio e del Codice Penale. Sequestrati 531 beni, 176 dei quali di antiquariato, 339 reperti archeologici e 16 opere contraffatte, per un valore economico stimato in 327mila euro per i beni autentici e 400mila per quelli contraffatti. Sono questi i numeri del bilancio del 2019 consegnato alla Puglia e alla Basilicata dal Comando carabinieri tutela del patrimonio culturale di Bari, impegnati sempre a restituire al patrimonio culturale nazionale, beni archeologici, antiquariali e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi.  

«Particolare impulso - spiegano dal comando - è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Infatti, il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è sicuramente lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano enormi interessi economici e commerciali. E’ da queste due regioni, del resto, che gran parte dei reperti archeologici nazionali (spesso di inestimabile valore storico-culturale) vengono illecitamente trasferiti e venduti all’estero». In tale quadro, nel 2019, sono state adottate misure tese all’identificazione sia dei diretti responsabili degli scavi clandestini che dei fruitori dei beni archeologici estirpati dal territorio.

Le molteplici iniziative investigative hanno consentito di denunciare all'autorità giudiziaria 6 persone per lo specifico reato di scavo clandestino oltre che il sequestro preventivo di un’area archeologica di 20.000 metri quadrati, ma anche, attraverso l’attento monitoraggio di siti e-commerce ormai divenuti canale preferenziale per la compravendita di arte, il recupero di oltre 339 reperti archeologici databili IV sec. a.C. e di 55 armi antiche con il contestuale deferimento all’autorità giudiziaria di 27 persone per impossessamento e detenzione illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. 
   
Nell’ambito delle indagini nel campo antiquariale si annovera l’importante rinvenimento di quattro dipinti raffiguranti immagini sacre, risalenti al XV, XVI, XVII e XIX sec., del valore commerciale di 150.000 euro, truffati ad un antiquario di Lecce
Il ritrovamento delle opere d’arte, pronte per essere rivendute tra Catania, Napoli e Torino, ha consentito il deferimento all’Autorità Giudiziaria di due persone per truffa aggravata in concorso. Le stesse, dopo aver illecitamente sottratto i quattro dipinti al legittimo proprietario, avevano tentato di metterli in vendita attraverso gallerie e case d’asta. 
 
Sempre nell’ambito del settore antiquariale ed in particolare di quello archivistico e librario, sono stati rinvenuti e sequestrati 117 volumi antichi (XVII, XVIII e XIX sec.), trafugati dalla Biblioteca Provinciale di Foggia dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio. In relazione all’attività è stata denunciata una persona per ricettazione: ha tentato la vendita dei preziosi volumi alla Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana” di Foggia per 35.000 euro.
 Le indagini nel settore dell’arte contemporanea hanno, inoltre, consentito il sequestro di 16 opere d’arte pittorica. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di dipinti, olii su tela, attribuiti falsamente ad artisti contemporanei. 

In materia di tutela del paesaggio sono state incrementate le attività finalizzate a perseguire la realizzazione di opere edilizie abusive o realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati in centri storici o comunque in aree sottoposte a vincolo. In tale contesto sono state denunciate 51 persone.

Il costante impegno profuso dai militari ha permesso anche di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva e di controllo in Puglia e Basilicata, così riepilogata:
- 83 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali;
- 18 verifiche alla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche ed archivi congiuntamente agli organi periferici del MiBACT con la finalità di individuare i punti di criticità dei sistemi difensivi;
- 54 controlli nelle aree archeologiche ritenute potenzialmente più esposte alle aggressioni criminali, svolti congiuntamente al personale delle Soprintendenze, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari e dell'Arma Territoriale;
- 38 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
- 731 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti. 

Nel 2019, sono stati consumati solo 13 furti su beni culturali, il 40% in meno rispetto all’anno precedente. Anche il dato relativo a quelli consumati ai danni di istituti religiosi o luoghi di culto è sensibilmente migliorato: solo due furti a fronte di 7 dell’anno precedente.
I beni culturali ecclesiastici rappresentano, infatti, un'elevata percentuale del patrimonio culturale nazionale e comprendono soprattutto opere di pittura, scultura, mosaici, oggetti legati alle celebrazioni religiose (ostensori, calici, etc) ma anche beni librari e documenti storici che, nella quasi totalità dei casi, sono esposti senza alcuna vigilanza o misura di protezione. 
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