Cantieri di cittadinanza: un lavoro a chi non ce l'ha

Cantieri di cittadinanza: un lavoro a chi non ce l'ha
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 1 Dicembre 2014, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 17:38
Quattro milioni per avviare i “Cantieri di cittadinanza”, un pacchetto di misure per il reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate. La delibera che dà il via a un’azione coordinata tra tre assessorati (Lavoro, Formazione e Welfare) per l’avvio della strategia regionale per l’inclusione sociale attiva e il contrasto delle povertà, con il lavoro di cittadinanza. è stata presentata ieri mattina, alla presenza degli assessori Leo Caroli, Alba Sasso e Donato Pentassuglia, e il presidente Nichi Vendola.



«È un modo concreto di lottare contro la povertà - ha sottolineato Vendola -. Questi progetti sono stati pensati insieme ai sindacati e ai Comuni, ascoltando il dolore crescente e la paura di quella parte di mondo che non ha lavoro e prospettive. I cantieri prevedono un sostegno economico che trasferiamo ai Comuni perché, per dodici mesi, possano assumere persone a 500 euro al mese per lavori minimi di manutenzione, di messa in sicurezza delle città ferite dal degrado».



«Prevediamo, inoltre – ha evidenziato il presidente Vendola – il lavoro minimo di cittadinanza. A coloro che sono percettori di ammortizzatori sociali proviamo non soltanto a dare forme di integrazione del reddito, ma anche percorsi di formazione per cui possano riagganciare il lavoro e non morire di ammortizzatori».



Dopo la sottoscrizione alla fine dello scorso luglio dell’accordo quadro con i sindacati per il lavoro di cittadinanza, ora si parte con le linee di intervento sui “cantieri di cittadinanza”, il “lavoro minimo di cittadinanza” e il “contratto di collocamento/ricollocamento”. Il tutto rientra nella strategia regionale per l’inclusione sociale attiva e il contrasto alle povertà, per promuovere politiche integrate con al centro il lavoro e la dignità delle persone, con la creazione di accesso ai percorsi formativi e incentivare la responsabilità sociale del sistema di impresa.



L’iniziativa si articola in “sostegno per l’inclusione attiva”, rivolto alle famiglie in condizioni economiche di estremo disagio in cui nessuno lavora, i “cantieri di cittadinanza” per facilitare l’inserimento socio lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti fragili, il “lavoro minimo di cittadinanza” che riconverte in senso produttivo la spesa assistenziale. I cantieri di cittadinanza durano da 6 a 12 mesi, con un’indennità di 23 euro a giornata, per un massimo di 500 euro al mese.



A gestirli saranno i Comuni, grazie a un patto sottoscritto dal beneficiario. Come si è detto, a disposizione ci sono 4 milioni di euro. Mentre per quanto riguarda il lavoro minimo di cittadinanza ci sono già 55 sindaci del Salento (seguiti a ruota anche dai colleghi di altre province pugliesi) che hanno sottoscritto il protocollo. In questo caso, i destinatari sono i percettori di ammortizzatori sociali anche in deroga. «Una misura - come ha ricordato l’assessore alle Politiche del Lavoro, Leo Caroli - per restituire dignità ai lavoratori, che sopravvivono ormai con gli ammortizzatori sociali».



Per questo progetto i milioni a disposzione sono 7,5 rivenienti dai fondi comunitari. «Questo atto amministrativo – ha aggiunto Caroli – è di avanguardia. Per la sua stesura ringrazio la struttura tecnica degli assessorati. Andiamo in controtendenza rispetto alle altre regioni, con un intervento pubblico per dimostra la specificità pugliese in materia di politiche del lavoro e del welfare, in attesa che ci siano diverse e più serie politiche industriali nazionali che aggrediscano la causa della crisi e non i suoi sintomi. Con questa delibera trasformiamo in atto esigibile il lavoro».



Infine, la terza misura dell’azione coordinata dai tre assessorati, che riguarda, invece, il ruolo delle aziende, degli imprenditori piccoli e grandi. «Un progetto - ha dichiarato l’assessore Sasso - che dimostra che quando si lavora insieme si riesce a modificare insieme la realtà».