Bonaccini, il tour partito da Bari: «La pluralità è un valore, ma basta con le liti interne»

Bonaccini, il tour partito da Bari: «La pluralità è un valore, ma basta con le liti interne»
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Sabato 10 Dicembre 2022, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 10:06

Si è tenuto alle 16.30 l’atteso appuntamento con Stefano Bonaccini - governatore dell’Emilia-Romagna candidato alla segreteria nazionale del Pd - all’AncheCinema di Bari. Una scelta, quella di partire dalla Puglia, dettata dall'intezione di riconnettere il Nord, di cui rappresenta una delle regioni più produttive, con il Mezzogiorno che chiede di tornare al centro dell’agenda del partito. Ma anche per valorizzare l’esperienza degli amministratori partendo proprio dalla “casa” del primo cittadino d’Italia, il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro.

Si profila così sempre più un derby emiliano-romagnolo alle primarie di febbraio: Stefano Bonaccini è partito da Bari per un'iniziativa che ha l'obiettivo di recuperare consensi al sud, coinvolgendo soprattutto gli amministratori locali. La sua sfidante ed ex vice in Regione Elly Schlein, che lunedì riprenderà la tessera in un circolo di Bologna, ha partecipato a un'iniziativa su lavoro e diritti umani.

Prima di approdare a Bari, primo dei “100 Comuni” del suo tour dell’ascolto del Paese, Bonaccini è stato a Cerignola, terra di Giuseppe Di Vittorio, padre costituente e uno dei fondatori del sindacato in Italia.  All’incontro pubblico di Bari ci sono stati vari interventi, tra cui quelli di Emiliano e Decaro.

Circa seicento, secondo gli organizzatori, le persone presenti.

La scelta della Puglia come prima tappa del tour

«Ho deciso di partire da Bari e dalla Puglia, e prima sono stato a Cerignola per rendere omaggio a quella grande personalità che è stata Di Vittorio, perché il Partito democratico - ha esordito Bonaccini - deve avere nel lavoro e nei lavori, nella sua dignità e nel suo diritto, uno dei punti principali per la propria identità. Domani proseguo a Termoli, a Pescara, a Teramo. Sono partito dal Mezzogiorno perché la questione meridionale deve essere una grande questione centrale per il Paese, non solo per il Mezzogiorno. Non possiamo avere un Paese che va a troppe velocità diverse». 

Gli amministratori locali

«Ho voluto partire da una regione e da una città che sono entrambe amministrate molto bene, a proposito di qualità degli amministratori locali che voglio far diventare centrali nel futuro gruppo dirigente del Partito democratico. Non devono più essere tenuti in panchina ma messi al servizio come classe dirigente che tutti i giorni è misurata dagli elettori. Vincevano o hanno vinto anche quando si perdeva da troppo tempo a livello nazionale. Questa è la dimostrazione di cosa per me significhi un Partito democratico che sia molto attento ai territori e alle questioni che qui verranno poste. La carta di Taranto per me è un punto di riferimento».

L'autonomia

«Non sosterrò mai un progetto di autonomia che penalizzi il Sud e spacchi il Paese. Sono un autonomista convinto, ma di quella autonomia che è stata la battaglia storica della sinistra italiana: l'autonomia intesa come poteri locali». Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, e candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, a Bari durante la prima tappa del tour nei Comuni. «Chi vi parla si sente italiano prima che emiliano-romagnolo - ha proseguito -. L'autonomia giusta per Regioni e Comuni è quella che libera potenzialità, riduce la burocrazia, semplifica la vita di cittadini e imprese, facilita gli investimenti. Come sarebbe previsto da quella che definiamo la più bella Costituzione del mondo».

Appello per lo stop alle liti interne

«Non ne posso più di una classe dirigente del Pd che si combatte tra se, come se in famiglia ci fosse l'avversario». Bonaccini ha fatto gli auguri a Schlein e De Micheli, «e a chiunque voglia candidarsi». «Abbiamo bisogno di un partito plurale, le correnti in se stesse non sono sbagliate ma finora più che unire hanno portato lacerazioni nel Pd e più che garantire il merito hanno premiato chi era fedele al capo corrente». «Bisogna cambiare, non ci può non essere pluralità di idee, questo lo dobbiamo vivere come un valore»

Il motto in un Tweet

«Energia popolare. È il 'motto' che abbiamo scelto per costruire un nuovo Pd. Più che uno slogan, una direzione da seguire: per essere davvero tra le persone, nei luoghi di lavoro e studio, di cura e assistenza, nelle fabbriche, nelle piazze e nei mercati». 

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