Bonaccini a Bari, l'intervento di Decaro: «Con lui il Pd cambierà il Paese»

Bonaccini a Bari, l'intervento di Decaro: «Con lui il Pd cambierà il Paese»
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Sabato 10 Dicembre 2022, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 20:28

Circa seicento, secondo gli organizzatori, le persone che hanno partecipato a Bari alla prima tappa del tour elettorale del governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria nazionale del Pd. Presenti, tra gli altri, molti big. A partire dal presidente della Regione, Michele Emiliano e dal sindaco di Bari Antonio Decaro.

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro

«L'auspicio che abbiamo è che dopo che lui sarà diventato segretario potremo realizzare il sogno di cambiare questo paese con il Pd». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, parlando con i giornalisti. Decaro ha evidenziato che poi «potremo lavorare insieme ad Ellie e a Paola, insieme a tutte le donne e gli uomini che in questi giorni si stanno impegnando per il congresso, per l'amore nei confronti del paese». 

«L'obiettivo è ricominciare daccapo. L'obiettivo non è tornare al Governo domani mattina. Dobbiamo stare all'opposizione perché lì ci hanno messo gli italiani. Dobbiamo stare lì, senza manovre di palazzo, senza alleanze trasversali e senza compromessi al ribasso pur di sopravvivere, perché in questi anni abbiamo governato con i voti degli altri. Vogliamo un segretario del Pd che al governo Meloni faccia proposte da leader dell'opposizione perché siamo diversi, perché la nostra idea di comunità e di Italia è diversa da loro». Così il sindaco di Bari Antonio Decaro, nel suo intervento, all'inizio del tour congressuale di Stefano Bonaccini.

«Ho visto in questi anni gente assolutamente incapace - ha proseguito Decaro - che ha azzeccato la corrente giusta e ha conquistato un posto al governo.

Ho visto amici d'infanzia che hanno cominciato a litigare e sono arrivati alle mani per conquistare un posto di sottogoverno. Ho visto politici che adulavano il capo corrente di turno e pochi mesi dopo lo sommergevano di improperi quando cadeva in disgrazia. Ho visto lunghissime chat, lunghissime trattative - ha aggiunto - in cui sembrava interessarsi di politica invece ci si interessava di politici, cioè di se stessi per conquistare un piccolo pezzo di potere. Ho visto persone utilizzare il Partito democratico come autobus per raggiungere una meta e scendere quando conveniva. Abbiamo visto tutto questo in 14 lunghi anni ma abbiamo visto anche centinaia e centinaia di volontari che hanno dato tanto per il partito». 

«Oggi siamo qui per discutere con Stefano del partito che vogliamo costruire e del partito che vogliamo vivere, per continuare a dire con orgoglio noi siamo il Pd, noi siamo del Pd. In questi anni le uniche parole che abbiamo ascoltato sono stati i nomi dei capi corrente del partito per ottenere un passaggio a Roma: abbiamo scambiato la lealtà verso i cittadini con la fedeltà verso i capi corrente. Questo non è il partito che vogliamo».

Il presidente Michele Emiliano

«Qui c'è una speranza di cambiamento che passa dalla capacità di avere la nostra identità in un fronte chiaro di alleanze. Non consentiremo a nessuno di far tornare indietro la Puglia. Te la senti di essere il segretario del Pd che parlerà del mezzogiorno, che valorizzerà le nostre storie, che darà a tutti gli altri il coraggio di fare altrettanto? Te la senti di darci nel partito lo spazio che meritiamo? Vuoi diventare tu un pò pugliese, essere orgoglioso di noi, del sud che combatte e che non si arrende? Noi ti chiediamo di stare con gli operai, con i ragazzi che vanno via, con le donne violentate, con i ragazzi bullizzati, con i deboli. Se accetti questa lotta ti auguriamo di prendere in mano la responsabilità di questo paese». Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano, rivolgendosi a Stefano Bonaccini a Bari.

Loredana Capone

«Sono felice che il presidente Bonaccini abbia scelto di partire da qui, dalla Puglia, dal sud. Ci auguriamo che sia una testimonianza d'impegno per un pezzo di Paese che per troppo tempo è stato messo all'angolo. Perché una cosa deve essere chiara: tutto quello che ha fatto il sud è merito del sud. E allora, come tutte le altre, anche questa volta non ce ne staremo col cappello in mano». Lo ha detto la presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone, in occasione della prima tappa del governatore della Emilia Romagna Stefano Bonaccini stasera a Bari per il tour della sua corsa per la segreteria del Pd. «Vogliamo un segretario - ha aggiunto Capone - che sia orgoglioso di valorizzare il Mezzogiorno e capace di rilanciarlo perché sa bene che l'Italia o cresce tutta intera o non cresce, perché è convinto che non ci sono cittadini di serie A o di serie B ma soltanto gli Italiani, un popolo che merita dignità da nord a sud. Stasera, qui, ci sono molte persone che hanno già scelto chi sostenere ma ce ne sono tante altre che, come me, devono ancora ascoltare le proposte in campo e la scelta ricadrà su chi metterà al centro l'impegno per il nostro sud. E questo non potrà prescindere dalla chiarezza sull'autonomia differenziata e dai programmi per il lavoro, per i giovani, per le donne. Ma per la rinascita del nuovo Partito Democratico serve davvero l'impegno di tutti: di Stefano, di Elli, di Paola, soprattutto, serve l'impegno di tutte e tutti noi. Ô fondamentale esserci, oggi più che mai, esserci, testa e cuore, mettersi in discussione, confrontarsi, fare la scelta migliori per la Puglia e per l'Italia unita».

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci

«Dietro Stefano Bonaccini credo che si stia coagulando il fronte dei sindaci delle grandi città italiane dei territori e di quella parte di partito stanca di essere ingessata nei metodi della nomenclatura e delle vecchie correnti».Lo ha detto il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci parlando con i giornalisti a Bari dove è venuto a sostenere Stefano Bonaccini nella candidatura a segretario nazionale del Partito democratico.  «Abbiamo ereditato una stagione un pò deteriore - ha aggiunto - in cui tra listini bloccati e la scarsa rappresentanza dei territori, anche l'agenda non è stata fatta dai cittadini in tanti casi. Ma se oggi Bruxelles vara un'agenda urbana evidentemente a tutti i livelli istituzionali c'è la sensazione che i centri urbani peseranno sempre dipiù nelle politiche nazionali e internazionali. La transizione che tanto viene usata come argomento politico si fa nei territori», ha concluso Melucci.

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