Puglia da “codice rosso”: in terapia intensiva +53% di ricoveri rispetto ad aprile. Nuovi casi oltre quota 700, sette i decessi

Puglia da “codice rosso”: in terapia intensiva +53% di ricoveri rispetto ad aprile. Nuovi casi oltre quota 700, sette i decessi
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 16:38 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 09:39

In Puglia è stato sfondato il tetto dei 10mila positivi Covid, tanti i contagiati attualmente: meno di due settimane fa, il 17 ottobre, erano esattamente meno della metà, 4.980. E la pandemia è solamente nella sua fase iniziale della seconda ondata. La buona notizia, invece, arriva dal numero di pugliesi ricoverati, rispetto a mercoledì c'è stata una lieve ma incoraggiante riduzione: si è passati, infatti, da 760 pazienti negli ospedali a 747, 13 in meno. Un po' di respiro per le strutture sanitarie, già sotto stress. Anche se sono aumentati i ricoveri nelle terapie intensive, adesso sono 78 i posti letto occupati. I positivi, come detto, sono 10.002, 65 infetti in più rispetto a mercoledì.
Ma il dato più preoccupante è quello che vede la Puglia tra le regioni considerate a maggior rischio per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto nelle strutture sanitarie: la curva dei contagi ha assunto di nuovo un andamento esponenziale, come confermato ieri dal professore Pierluigi Lopalco in un post su facebook, e il Tacco d'Italia è tra le sette regioni da codice rosso. Il dato emerge dall'ultimo rapporto pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane: «La preoccupazione maggiore - si legge nel report - è che la crescita possa tornare ad aumentare la pressione sulle strutture ospedaliere, in particolare nelle terapie intensive». «Ben sette regioni italiane sono da codice rosso» perché «palesano un aumento dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive molto sostenuto se confrontato con quello della fase acuta registrata ad aprile». Tra queste la Puglia, con ricoveri pari all'86% in più rispetto ad aprile, mentre per quanto riguarda le terapie intensive si registra un +53% rispetto a sei mesi fa.
Insomma, si teme per la tenuta della rete ospedaliera, anche perché le previsioni, basate su schemi matematici costruiti da Lopalco, attribuiscono alla Puglia 2.500 nuovi contagi giornalieri entro la fine di novembre, mille in più a dicembre, ovviamente se la curva epidemiologica dovesse continuare a crescere con lo stesso andamento di oggi.
Ieri si sono registrati 716 nuovi casi su 7.083 test analizzati (record di tamponi), i decessi sono stati invece sette, due nel Barese e cinque nel Foggiano. I 716 nuovi positivi rilevati sono così distribuiti: 240 in provincia di Bari, 41 in provincia di Brindisi, 48 nella Bat, 208 in provincia di Foggia, 48 in provincia di Lecce, 129 in provincia di Taranto. Numeri che faranno scattare, da oggi, la chiusura delle scuole e l'avvio della didattica a distanza. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 544.675 test e sono 6361 i pazienti guariti. Nelle Asl è corsa all'assunzione di personale, però non mancano le difficoltà legate al reperimento sul mercato di professionisti, in particolare degli anestesisti-rianimatori, figura professionale ormai rara.
Nel resto d'Italia la situazione è anche peggiore: «Il numero di tamponi eseguiti quotidianamente si sta avvicinando al livello di saturazione del sistema, lo si evince dalla lentezza con cui la curva dei test è salita nelle ultime due settimane per passare da circa 150.000 a 200.000 tamponi al giorno», rileva Francesco Broccolo, microbiologo clinico dell'Università di Milano-Bicocca. Parallelamente, i contagi sono in costante crescita, ieri quasi 27mila, ed il valore dell'indice di trasmissibilità Rt proiettano presumibilmente l'Italia verso lo scenario 4, l'ultimo ed il più grave previsto nel documento Prevenzione e risposta a COVID-19 redatto dall'Iss. «I contagiati da coronavirus sono 8 volte di più di 21 giorni fa, la progressione dell'Rt determina un raddoppio ogni settimana. Ogni numero vale più di mille parole», ammette il commissario Domenico Arcuri. «Il 21 marzo c'erano 6.557 contagiati, quel giorno morirono 793 italiani. Fino a quel giorno il 9% dei contagiati era morto e solo l'11% guarito. Fino a ieri, invece, il 6% dei contagiati purtroppo non c'è più, ma il 47% è guarito», ha aggiunto Arcuri.
 

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