«Bimbi, rischi maggiori dal long Covid. Le famiglie non temano, sì ai vaccini». Parla il pediatra Nigri

«Bimbi, rischi maggiori dal long Covid. Le famiglie non temano, sì ai vaccini». Parla il pediatra Nigri
«Bimbi, rischi maggiori dal long Covid. Le famiglie non temano, sì ai vaccini». Parla il pediatra Nigri
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 25 Novembre 2021, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 17:54

«Sembra ci sia una forte pressione politica ma fatta con buon senso. Parlo di buon senso perché la politica deve avere il coraggio di fare delle scelte che salvaguardino la salute. Certo, in altri tempi avremmo preferito una sperimentazione più lunga e su campioni più ampi ma siamo in emergenza. E il vaccino sugli adulti ha dimostrato di essere efficace quindi è giusto allargarlo ai bambini».

È la lucida visione di Luigi Nigri, vicepresidente nazionale e referente per la Puglia di Fimp pediatri. Sul vaccino anti-Covid ai bambini tra 5 e 11 anni la decisione dell'Ema, attesa per oggi e poi di Aifa, lunedì, a breve aprirà un altro fronte.


Dottor Nigri, come mai si è deciso di estendere la protezione ai più piccoli se fino a qualche tempo fa erano considerati i meno colpiti?
«Innanzitutto, è vero che i bambini prendono il virus in forma lieve. C'è però un dato che sta emergendo e si sta delineando una situazione che era stata sottovalutata: la sindrome da long term Covid. Un bambino contagiato se la cava in qualche giorno, ma poi, quando dopo sette mesi si riammala di un'altra patologia respiratoria, anziché guarire in pochi giorni necessita di molto più tempo.

Questo ci dice che il Covid lascia un segno importante a livello polmonare per lungo tempo, anche nei più piccoli».


Quale sarà il vaccino scelto?
«Pfizer. Con uno schema di somministrazione diverso rispetto agli adulti: dosi ridotte di un terzo e ravvicinate».


È d'accordo con le somministrazioni ai bambini in hub con percorsi dedicati?
«Nell'attesa che venga omologato un piano preciso, chiedo solo una cosa: le somministrazioni siano lasciate a noi pediatri. C'è una semplice iniezione da fare, ma è tutto il resto a essere fondamentale. Bisogna parlare con le famiglie, togliere loro dubbi, rassicurare. Quello è il nostro lavoro. E mi faccia fare un ultimo appello».


Prego.
«Noi pediatri stiamo vivendo una situazione drammatica. Siamo subissati di telefonate di genitori e soprattutto sta arrivando l'influenza. Il mio accorato appello è alla vaccinazione dei bambini anche contro l'influenza. Senza una copertura, l'influenza stagionale ci lascerà in ginocchio perché ci sono sintomi assimilabili al Covid che possono generare allarmismi e difficoltà di gestione negli ospedali».
 

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