Benzina, la mossa del Governo: prezzi trasparenti ai distributori. Benzina e diesel: la stangata da 500 euro sui pugliesi

Benzina, la mossa del Governo: prezzi trasparenti ai distributori. Benzina e diesel: la stangata da 500 euro sui pugliesi
di Paola ANCORA
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16:33

I distributori di carburante saranno obbligati a esporre il prezzo medio della benzina e del diesel, pena multe salate comminate da Mister Prezzi, ovvero dal garante per la sorveglianza delle tariffe che vedrà rafforzato il suo raggio di azione. E sarà stabilito un tetto massimo ai costi delle stazioni di servizio in autostrada: sono queste le misure di trasparenza che il Consiglio dei ministri ha varato ieri sera per contrastare le speculazioni sul caro-carburanti. In questo modo, il consumatore vedrà la differenza tra il prezzo medio e quello adottato dal singolo benzinaio. Una scelta arrivata al termine della giornata di ieri, durante il Consiglio dei Ministri e poche ore dopo il vertice, a Palazzo Chigi, fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, il generale Giuseppe Zafarana.

I dati e la polemica

Tuttavia la polemica non si placa e, anzi, i dati diffusi ieri dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica hanno contribuito ad alimentarla, mentre l’Autorità Antitrust ha chiesto proprio a Zafarana la collaborazione del Corpo «al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate». Da un lato, infatti, sui prezzi di benzina e diesel pesa la mancata proroga del taglio delle accise da 18,3 centesimi decisa del Governo Meloni, mancata proroga che costerà 480 euro in più a ogni famiglia secondo le stime fatte dal Centro consumatori di Rosario Trefiletti. «Una scelta difficile e sofferta»l’ha definita ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ma «obbligata» giacché la misura introdotta dall’esecutivo Draghi è costata circa un miliardo di euro al mese.

Dall’altro lato, si è riaperta la strada alle speculazioni sulle quali, ora, indagano le Fiamme gialle. Si cerca di comprendere se – lungo la filiera di formazione del prezzo, composto dal costo della materia prima, dalle tasse ovvero Iva e accise e dal margine lordo che determina i guadagni di distributori, intermediari e venditori – vi sia qualcuno che sta “giocando sporco”. Da qui la decisione di varare un decreto ad hoc per premiare la trasparenza ai distributori di carburante.

La protesta

Protesta Faib Confesercenti che riunisce i benzinai: «Siamo parte lesa – dicono – e invece di alimentare polemiche e polveroni parlando di speculazioni, il Governo convochi il tavolo di crisi per individuare soluzioni strutturali».  Preoccupanti i dati del ministero dell’Ambiente. Confermano aumenti medi dal 9,39% del diesel al 10,21% della benzina in appena dieci giorni, dal 31 dicembre al 9 gennaio. «Azioni decise – chiede Confartigianato Trasporti Puglia – o sarà il tracollo. Il costo di benzina e gasolio è aumentato di circa 20 centesimi al litro e vale la pena ricordare – dice il presidente dell’associazione, Michele Giglio - che, a fronte del caro-carburanti dello scorso anno, ci è stata riconosciuta una compensazione relativa al solo primo trimestre: risorse insufficienti a coprire i maggiori costi e peraltro giunte con grande ritardo. Ora ci troviamo punto e a capo, con molte aziende che non riescono a far fronte all’operatività quotidiana e che, in assenza di provvedimenti rapidi e concreti, non potranno più mettere in moto i mezzi». Che l’autotrasporto sia un comparto strategico per il nostro Paese è un fatto noto: «Per conformazione geografica e caratteristiche del tessuto imprenditoriale, l’88% delle merci si muove su gomma», ed è anche per questo che – nonostante l’Italia non sia il Paese europeo con il costo dei carburanti più alto – risente fortemente degli aumenti, in particolare di quelli del gasolio che, oltre ad alimentare alcuni dei più grandi siti industriali del Paese, è indispensabile per far viaggiare tir, cargo e mezzi di trasporto pubblici, sia urbani che extraurbani. «Se si ferma l’autotrasporto – avvisa poi Giglio - si ferma l’Italia. Ecco perché chiediamo a gran voce che il Governo adotti provvedimenti forti e strutturali, tenendo fede agli impegni assunti negli ultimi mesi». E le associazioni Agens, Anav e Asstra, che - con 6.000 imprese aderenti - rappresentano l’intero settore del trasporto pubblico, avvisano: «Il prezzo del gasolio fuori controllo rischia di avere un impatto dirompente sui servizi erogati dalle società di trasporto passeggeri. I prezzi, con picchi che superano i 2 euro per litro, sono insostenibili». 

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