Benzina e diesel, gli aumenti alzano i prezzi anche di frutta e verdura: «Rincari per oltre un miliardo»

Benzina e diesel, gli aumenti alzano i prezzi anche di frutta e verdura: «Rincari per oltre un miliardo»
di Lucia J.IAIA
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Martedì 10 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:04

La maggior parte dei prodotti alimentari ha subito degli aumenti. Ad accorgersene sono stati già i consumatori e una stima arriva da Coldiretti che registra rincari nell’88% delle merci. Questo perché in un paese come il nostro le merci viaggiano soprattutto su strada e l’aumento su benzina e gasolio può, di conseguenza, creare un effetto a valanga. Ma cosa in particolare costa di più? Frutta e verdura in primis ma anche tutto ciò che, per arrivare nei negozi, viaggia su strada. Si punta così il dito contro il caro carburanti anche nel settore agroalimentare.
Un dato, questo, confermato dagli addetti ai lavori. Gianni De Fazio possiede diversi supermercati del Gruppo Alter in Puglia, fra le province di Bari e di Taranto. «I rincari sono evidenti. È sempre più difficile lavorare, perché all’aumento dei prodotti si somma l’aumento dei costi che non possiamo far pesare sui clienti finali. Questi infatti, pesano invece sull’azienda perché non è più possibile ritoccare ancora i prezzi. Dunque, non c’è solo il caro benzina da considerare, ma è devastante anche tutto il resto. Ridotta l’illuminazione di mattina, occorre evidenziare che le celle e i frigoriferi non si possono spegnere. I margini di guadagno sono perciò ridotti all’osso e le aspettative del 2023 non sono rosee. Forse alcuni punti vendita verranno chiusi. Abbiamo dovuto fare anche dei tagli, purtroppo, sul personale». 

Inoltre, De Fazio spiega anche come sia cambiato nei suoi supermercati l’atteggiamento di acquisto. «Visto che per il consumatore finale è aumentato tutto, si sofferma sui prodotti poveri e non su quelli dove c’è maggiore marginalità per noi, come i liquori per esempio o i prosciutti particolari.

Si torna a comprare la mortadella, il pelato, la farina e l’olio e non beni ricercati». 

Prezzi altalenanti

Matilde Contento è titolare di Doc, A&o e Famila a Palagiano, in provincia di Taranto. «Nei franchising come il nostro, questi rincari sono calmierati da accordi intrapresi a livello centrale in azienda. Tuttavia, abbiamo registrato un andamento altalenante dei prezzi di molti prodotti in salita del 2 o 3% e, a volte, anche dei ribassi. Sicuramente, a patire le maggiori conseguenze del caro benzina sono i beni che arrivano dal mondo alimentare, laddove si registra anche una forte incidenza dei costi di energia. Il prodotto fresco deve essere trasportato quotidianamente e qualche lieve aumento c’è stato, ma non di tutto». 
Gigi Scarciglia della salsamenteria e gastronomia “Stelle d’Italia” a Taranto lavora nel settore agroalimentare da oltre 30 anni. «Il mercato sembra completamente impazzito. I costi delle materie prime sono schizzati alle stelle con un effetto domino su tutto il resto. Assistiamo ad una inflazione galoppante e sono soprattutto i beni di prima necessità ad essere aumentati. Lo zucchero, per esempio, è passato dallo 0,63 di 6 mesi fa ad 1,50 di adesso. Il burro da 1 euro a 5 euro, il caffè costa il 30-40% in più e continua a crescere, la pasta il 50% in più, lo stesso vale per la farina, il latte, le mozzarelle e tanto altro. Non so se dipenda solo dalla benzina, credo che siano in atto anche delle speculazioni in ogni fase intermedia e così quanto il prodotto arriva al dettagliante dopo i vari passaggi, presenta già un prezzo molto alto. Occorrono immediatamente politiche di protezione per i consumatori, perché in questo modo non si può andare avanti». 

Massimo Buzzacchino del gruppo “Quercia”, gestisce A&o a Statte, Crispiano, Montemesola, Martina Franca e Pulsano, ma la situazione è identica anche nel Salento, che registra il caro carburanti più alto, e nel Brindisino. Anche oggi Buzzacchino è impegnato nella sistemazione dei prezzi. «Apportiamo 200/300 variazioni alla settimana di aumenti, continua a crescere tutto. Dai detersivi al tonno, dalla pasta all’olio anche se di una decina di centesimi in media. Ci chiediamo anche noi cosa stia accadendo. La benzina, la luce triplicata rendono tutto molto difficile. La quantità dei prodotti acquistati è invariata tra i nostri clienti ma le lamentele ci sono e, soprattutto, ci chiedono spiegazioni. Si orientano comunque verso i prodotti di marca. Ora anche le merendine più note ed il materiale di consumo come vaschette e fogli di salumi costano di più. Rilevante il fatto che non ci siano più passate di pomodoro e latte a lunga conservazione a meno di 1 euro». 
Per il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sarebbe opportuno «aggiungere risorse al bando sulla logistica agroalimentare del Pnrr, andando a sostenere tutti i progetti presentati che arrivano a circa 1,5 miliardi di euro di investimenti tra risorse private e pubbliche». 
E poi, sottolinea Coldiretti, pesano «i ritardi infrastrutturali dell’Italia, dove il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro al chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro)». In altre parole, bisogna intervenire in maniera incisiva e in fretta, se si vuole fermare l’emorragia già in corso della spesa alimentare.
 

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