Barricate dei balneari: «Con queste distanze non apriremo mai»

Barricate dei balneari: «Con queste distanze non apriremo mai»
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 13:30

Se il Manuale della sicurezza pugliese consiglia 4-4,5 metri tra gli ombrelloni nei lidi per limitare il rischio di contagio di coronavirus, le linee guida pubblicate ieri da Inail e Iss sono ancora più severe, portando a 5 metri la distanza tra una fila e l'altra e a 4,5 metri quella tra gli ombrelloni. «Se così fosse quest'anno non apriamo, almeno il 90% delle strutture pugliesi rinuncerebbe perché non sarebbe in grado di sostenere i costi», avverte Giuseppe Mancarella, presidente della Cna Balneari Puglia.

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Si fa sempre più complicata la situazione per i gestori dei lidi pugliesi, sia gli esperti regionali che quelli nazionali prevedono misure per il contenimento che mettono in difficoltà gli imprenditori. In ballo c'è il destino di circa 3.500 stabilimenti e oltre 60mila posti di lavoro. Gli imprenditori sono in attesa di ricevere dal professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force pugliese, e dall'assessore Loredana Capone, la convocazione per affrontare definitivamente il problema. «I lidi pugliesi insiste Mancarella sono tutti medio- piccoli e hanno poca profondità. Non siamo in Emilia Romagna, molte nostre strutture sono a ridosso degli scogli, altre hanno una larghezza di 16-17 metri. Abbiamo fatto delle proiezioni e se ad uno stabilimento con 80 ombrelloni e sdraio imponi una distanza di 5 metri significa che potrà aprire solamente 20-25 ombrelloni. Impossibile così sostenere i costi di gestione». «Sono sconcertato», gli fa eco Antonio Capacchione, pugliese e presidente nazionale di Sib.

«Siamo a metà maggio prosegue è ancora non sappiamo cosa fare. L'Inail dà delle indicazioni, alcune Regioni ne danno altre. Gli ombrelloni li dobbiamo mettere a 3,5 a 4 o a 5 metri? Ce lo dicano così decidiamo cosa fare. Certo, se ci dovessero imporre i 4,5 o 5 metri di distanziamento in Puglia, e non solo in Puglia, salterebbe tutto. Dal Salento al Gargano, salvo qualche breve tratto, le spiagge sono piccole, profonde non oltre i 17-18 metri. Come si fa? Ma poi conclude ci sono altre questioni da discutere, ad esempio la gestione delle cabine. Un nonno che non vive con il nipotino, può portarlo a mare e condividere la stessa cabina? Senza contare che saremo chiamati a fare ingenti investimenti ma di sgravi fiscali non ne sento parlare».

Oltre alla distanza tra gli ombrelloni, le linee guida nazionale prevedono altre prescrizioni, ad esempio il divieto di usare le piscine negli stabilimenti. «Per garantire il corretto distanziamento sociale in spiaggia, si legge, la distanza minima consigliata tra le file degli ombrelloni è pari a cinque metri e quella tra gli ombrelloni della stessa fila a quattro metri e mezzo. È da evitare, inoltre, la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo e, per lo stesso motivo, deve essere inibito l'utilizzo di piscine eventualmente presenti all'interno dello stabilimento». Lidi aperti ma con entrata solo su prenotazione, poi igienizzazione dei lettini se si danno a un nuovo utente. «Per consentire un accesso contingentato agli stabilimenti balneari e alle spiagge attrezzate - si legge - viene suggerita la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie. Si raccomanda, inoltre, di favorire l'utilizzo di sistemi di pagamento veloci con carte contactless o attraverso portali/app web. Vanno inoltre differenziati, ove possibile, i percorsi di entrata e uscita, prevedendo una segnaletica chiara. È opportuno anche privilegiare l'assegnazione dello stesso ombrellone ai medesimi occupanti che soggiornano per più giorni. In ogni caso è necessaria l'igienizzazione delle superfici prima dell'assegnazione della stessa attrezzatura a un altro utente, anche nel corso della stessa giornata».

Per lettini e sdraio non posizionati sotto l'ombrellone dovrà essere garantita la distanza di almeno due metri con deroga «per i soli membri del medesimo nucleo familiare o co-abitante».

Per le cabine, va vietato l'uso promiscuo ad eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa. «È da vietare - si legge nel documento - l'attività ludico sportiva, i giochi di gruppo, le feste e gli eventi». Per quanto riguarda le spiagge libere, tenendo conto delle specifiche caratteristiche «dovranno essere localmente definite puntualmente le modalità di accesso e di fruizione, individuando quelle più idonee ed efficaci». Va mappato e tracciato il perimetro di ogni allestimento (ombrellone/sdraio/sedia), - ad esempio con posizionamento di nastri - che sarà codificato rispettando le regole previste per gli stabilimenti balneari, per permettere agli utenti un corretto posizionamento delle attrezzature.

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