Bari, Roberto Rossi nuovo procuratore e capo della Dda: la nomina del Csm

Bari, Roberto Rossi nuovo procuratore e capo della Dda: la nomina del Csm
di Enrico FILOTICO
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 19:56 - Ultimo aggiornamento: 22:15

Il nuovo procuratore della Repubblica e capo della Direzione distrettuale antimafia di Bari è Roberto Rossi, l’uomo che in questo anno di vacatio ha guidato la Procura. Dalle dimissioni del predecessore Volpe ne è stato il facente funzioni. Rossi è stato nominato dal Plenum del Consiglio superiore della magistratura, il quale lo ha scelto con 16 voti che ne hanno decretato il successo a danno di Rodolfo Sabelli procuratore aggiunto di Roma. Dopo la nomina della capitale anche a Bari, come avevamo anticipato ieri, è prevalso il criterio territoriale. 

Il ritratto


Eletto tra il 2010 e il 2014 al Csm con Area, il gruppo delle toghe progressiste, Rossi è attualmente il reggente della procura di Bari, dove è stato sostituto, dal 2016 procuratore aggiunto, poi coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, e dal 2020 vicario del capo dell’ufficio. 
Il voto era previsto per la mattinata di ieri, salvo poi prendere il via nel pomeriggio a causa della presentazione di alcuni emendamenti. I nomi in lizza erano stati presentati dalla Quinta commissione, Rossi arrivava con cinque voti. Solo uno invece per l’altro candidato Sabelli.
I nomi sono passati da undici ad otto, oltre Rossi e Sabelli infatti campeggiavano i nomi di Francesco Menditto appartenente alla stessa corrente di Rossi e già procuratore di Tivoli, il procuratore di Viterbo Paolo Auriemma, l’ex pm di Bari Ciro Angelillis e il procuratore di Terni Alberto Liguori. Dall’interno della procura li descrivono come personaggi uguali e diversi Rossi e il suo predecessore Volpe, caratteri molto differenti raccontano ed allo stesso tempo aperti al dialogo e al confronto. «Persone leali pronte al confronto – spiega Guglielmo Starace, presidente della Camera Penale di Bari –.

Mai chiusi all’interazione o al colloquio, quando c’è bisogno di parlare sono due persone che ci sono». 


Da Pubblico Ministero Roberto Rossi, con la pm Savina Toscani, avevano chiesto e ottenuto il processo per l’ex amministratore delegato della Popolare di Bari. Più di recente ha coordinato con la Guardia di Finanza l’inchiesta che ha portato alla chiusura di 329 canali Telegram sui quali venivano diffusi illecitamente i file pirata, ma solo per nove di questi è stato possibile risalire all’identità degli amministratori. «Esprimo il più profondo apprezzamento per gli esiti dell’inchiesta con cui la Procura di Bari, coordinata dal procuratore facente funzione Roberto Rossi, ha rinviato a giudizio nove amministratori di altrettanti canali Telegram e di decine di chat che diffondevano illecitamente interi giornali e riviste, ora indagati per violazione della legge sul diritto d’autore», aveva commentato in quell’occasione Andrea Riffeser Monti, Presidente della Federazione Italiana Editori Giornali. 


E ancora di recente è intervenuto sul caso del dipendetene pubblico di Gravina avrebbe autorizzato indebitamente l’erogazione di “contributi a contrasto della povertà” nei confronti di 107 cittadini, per 188mila euro complessivi, senza verificarne gli effettivi requisiti.
Il percorso professionale di Rossi è cominciato a Taranto nel 1991 con il ruolo di pretore per poi approdare alla Prefettura di Bari dove avrebbe sarebbe stato impiegato presso la Pretura. Poi l’approdo in Procura e in Dda, nel mezzo i quattro anni di Roma al Csm. Il rientro a Bari lo ha visto nel ruolo di procuratore aggiunto, coordinatore del pool reati finanziari e del gruppo che si occupa di misure di prevenzione patrimoniale.

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