Ucraina, i vescovi pugliesi incontrano i giovani a Bari: «Bisogna fermare questa guerra»

Ucraina, i vescovi pugliesi incontrano i giovani a Bari: «Bisogna fermare questa guerra»
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Sabato 12 Marzo 2022, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 17:30

«Bisogna fermare la guerra, evitare che la gente muoia, bisogna evitare di dare armi perché questa guerra continui. Se la comunità internazionale esiste, e questo è un grosso punto interrogativo perché io temo che più che la comunità internazionale esistano gli interessi di parte, si faccia una azione di ostruzione non violenta, che costringa un Paese, attraverso le sanzioni, a rivedere le proprie posizioni». E' il pensiero di monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, che ha partecipato alla Giornata di incontro dei giovani con i 19 vescovi delle diocesi pugliesi nella Basilica di San Nicola di Bari.

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L'incontro con i giovani pugliesi

«Il problema grosso - ha detto - è che questa guerra non è stata fermata prima, non si è fatto nulla per ascoltare e disinnescare le ragioni della guerra, ognuno fermo nelle proprie posizioni. La guerra non è tra la Russia e l'Ucraina ma tra la Russia e l'occidente: l'Ucraina è il campo di battaglia, ecco perché fa fatica a fermarsi».

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Rispondendo alla domanda sui rapporti con la chiesa ortodossa, monsignor Satriano ha detto che «il dialogo è sempre un punto di partenza e se ho voluto anche il rettore della chiesa russa Bachin qui» per la preghiera per la pace nella cripta di San Nicola lo scorso 26 febbraio «è perché al di là delle pretese che tanti mettono in avanti, cioè sconfessare il presidente russo Putin, prendere posizione e schierarsi, il fatto stesso che si piegano le ginocchia e ci si mette a pregare è già denuncia di una guerra». «Ci ritroveremo il 24 marzo nella cripta della Cattedrale dove c'è la madonna Odegitria - ha aggiunto il vescovo - che è una madonna veneratissima nel mondo orientale e ortodosso per pregare anche una volta per la pace in Ucraina e nel mondo».

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«Per noi che crediamo nelle ragioni della pace più che nelle ragioni della guerra o dello scontro del conflitto armato, io credo che oggi l'unica strada da percorrere sia continuare a fare appelli, manifestazioni, lettere perché si faccia pressione. Io non ho questo compito, io non sono un politico, ma devo far sì che sentano la pressione perché convincano i contendenti, in questo caso Russia e Ucraina, a sedersi attorno a un tavolo ed evitare questa inutile strage», è il commento di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, a margine della Giornata di incontro dei giovani con i 19 vescovi delle diocesi pugliesi nella Basilica di San Nicola di Bari.

«Le conseguenze della guerra le subiscono quelli che muoiono sotto i bombardamenti, ma anche quelli che restano senza casa, gli sfollati, i bambini, gli anziani. Io credo che come anche Papa Francesco ha detto, bisogna continuare a dire che la strada della guerra è una follia». «E poi - ha aggiunto monsignor Ricchiuti - prendere anche il discorso della preghiera, perché per noi credenti, per noi cristiani l'invocazione a colui che è il Dio della pace è importante in questo momento». «Il popolo della pace in questi giorni sta parlando, manifestando, scendendo in piazza.

Stiamo sentendo i boati delle armi e delle bombe - ha concluso - però io ho fiducia perché c'è una foresta che cresce e mi auguro davvero che ancora una volta lo sguardo sia su questa foresta che cresce che dice no alla guerra e si alla pace».

L'incontro con i giovani pugliesi

Gli oltre centotrenta giovani presenti ed i Vescovi pugliesi hanno posto al centro della riflessione condivisa attorno ai tavoli del confronto due domande che hanno permesso a tutti i presenti di raccontare la propria esperienza personale per quanto riguarda la vita ecclesiale; ai giovani, inoltre, è stato chiesto “Quali sono, secondo te, gli atteggiamenti o le esperienze che oggi promuovono la tua partecipazione nella Chiesa e quali, al contrario, la limitano?”.

Ad ogni tavolo di confronto erano presenti un vescovo, sei giovani delegati dalle diocesi ed un facilitatore esterno ai lavori (non facente parte del gruppo dei giovani presenti – precedentemente identificato dall’organizzazione).

«I momenti di confronto ai tavoli – ha sintetizzato don Davide Abascià, Direttore del Servizio regionale per la Pastorale Giovanile – sono stati vissuti in un clima positivo e propositivo, vero, disteso, familiare e onesto. Anche la presenza di giovani che non frequentano le nostre comunità ha favorito la diversità delle esperienze, la narrazione di punti di vista diversi ed esperienze in cui si sono sentiti lasciati soli e non ascoltati».

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