Bar e ristoranti di Puglia perdono 12 milioni di euro per ogni week end in arancione: i numeri dell'economia in ginocchio

Bar e ristoranti di Puglia perdono 12 milioni di euro per ogni week end in arancione: i numeri dell'economia in ginocchio
di Massimiliano IAIA
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 18:56

Da oggi quasi tutta l'Italia in zona gialla. Quasi, appunto. E tra le eccezioni c'è la Puglia, che assieme alla Sicilia, la provincia autonoma di Bolzano e parte dell'Umbria rimane zona arancione (la parte restante umbra è addirittura in zona rossa). Per la quarta settimana consecutiva, in Puglia varrà la regola degli spostamenti consentiti solo all'interno del proprio Comune (ma nei Comuni sotto i 5000 abitanti ci si potrà muovere nel raggio di 30 chilometri), salvo per motivi di lavoro, salute o stretta necessità. Ma non è questa l'unica norma a differenziare in modo netto la zona arancione da quella gialla. È soprattutto il settore della ristorazione, infatti, a pagare un prezzo altissimo con la conferma della zona arancione: per la quarta settimana di fila, in Puglia nei bar e nei ristoranti non potrà essere effettuato servizio ai tavoli. Solo servizio a domicilio e asporto, e dalle 18 non è nemmeno consentita la vendita delle bevande.


E intanto si iniziano a tracciare i bilanci dopo le varie ordinanze: Coldiretti ha stimato che sono andati in fumo 12 milioni di euro per la chiusura solo del primo fine settimana di febbraio, che in Puglia hanno riguardato 15mila bar, trattorie, ristoranti, 6500 pizzerie e 876 agriturismi.

Secondo Coldiretti Puglia diventa perciò necessaria una robusta iniziazione di liquidità, assieme a provvedimenti di sostegno al lavoro per garantire che le aziende sopravvivano alla crisi. «Le misure più restrittive colpiscono 4 milioni di pugliesi che risiedono nella zona arancione, con pesanti effetti sulle attività produttive che trainano l'economia regionale. Gli effetti della limitazione delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con cali di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato», ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.


La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% per effetto del crollo del canale della ristorazione insiste Coldiretti Puglia - che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori. «Complessivamente nel 2020 la ristorazione ha quasi dimezzato il fatturato (-48%) e gli agriturismi hanno vissuto un crac senza precedenti - tuona Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti - con la perdita di fatturato di 60 milioni di euro. Servono in tempi stretti sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all'emergenza Covid, come interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per salvare l'economia ed il lavoro». Servono dunque ristori immediati e un piano nazionale che metta in campo «tutte le azioni necessarie anche da parte dei Comuni che devono venire incontro agli agriturismi con l'abolizione della tassa sui rifiuti che per le chiusure imposte evidentemente non sono stati prodotti - insiste De Miccolis - per non far cessare per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico».


Ma cosa succederà lunedì prossimo? Sarà finalmente zona gialla o la Puglia dovrà apprestarsi a vivere una quinta settimana in arancione. Molto dipenderà ovviamente dai dati, Ma bisognerà vedere cosa deciderà il nuovo esecutivo guidato da Draghi, che secondo alcune previsioni potrebbe giurare prima di venerdì, proprio il giorno del monitoraggio settimanale della cabina di regia e delle eventuali ordinanze del ministro della Salute. «Sarà il nuovo governo a fare una valutazione, sulla base del quadro epidemiologico, sulla mobilità tra le Regioni - ha detto il ministro uscente degli Affari regionali Francesco Boccia - nelle diverse fasce e in particolar modo in fascia gialla, anche perché eventuali misure limitative necessitano di un apposito decreto».

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