Una legge per i balneari. Mappatura delle spiagge, primo step tra le incognite

Una legge per i balneari. Mappatura delle spiagge, primo step tra le incognite
di Alessandra LUPO
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Sabato 22 Aprile 2023, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Il day after rispetto al pronunciamento della Corte di giustizia Ue sulle concessioni balneari, che impone all’Italia di applicare la direttiva Bolkenstain, richiede una ridefinizione delle strategie che il governo dovrà seguire e una altrettanto rapida definizione del cronoprogramma da rispettare per poter approdare alla “procedura di selezione imparziale e trasparente” invocata dall’Europa, rinunciando definitivamente ai rinnovi automatici dei diritti di occupazione delle spiagge. La strada per l’esecutivo italiano sembra tracciata. «Si farà la mappatura delle spiagge», evidenzia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Un passo che a Palazzo Chigi avrebbero preferito evitare, come evidenzia anche la proroga al 2024 di tutte le licenze, ma che a questo punto potrebbe tornare utile per disinnescare la temuta direttiva Bolkestein facendo leva sul principio della scarsità delle risorse.

Lo spiraglio della mappatura


L’Italia, che in tre mesi ha fatto slittare con il Milleproroghe le concessioni al dicembre 2024, guarda però ad un dettaglio contenuto nella sentenza, che impone tra l’altro concessioni limitate nel tempo. Uno dei passaggi apre infatti alla possibilità, in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un approccio caso per caso, basato su un’analisi del territorio costiero. Con dei paletti: le decisioni devono basarsi «su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati». È il passaggio che fa dire al ministro Matteo Salvini - ma anche ad altri esponenti della maggioranza - che la sentenza è un «grande successo dell’Italia», spiegando che «la nuova mappatura delle spiagge sarà fatta dal Mit e come sempre verranno utilizzati criteri di buonsenso». 
Un adempimento che era previsto anche dal milleproroghe e che ora chiedono a gran voce le diverse associazioni dei balneari: dalla Sib alla Fiba alla Federbalneari. 

I prossimi passi del governo


Il tema non è comunque entrato nel Ddl Concorrenza che il governo ha esaminato al Cdm. Qualcuno ipotizza infatti che ora sulla questione possa arrivare un decreto legge. Anche se altri sono invece pronti a scommettere che sulla vicenda proseguirà il braccio di ferro con l’Ue, che parla chiaramente di “monitoraggio attento sull’Italia”.
Ma i parlamentari di maggioranza sembrano di altro avviso: «Immagino che il governo intavolerà un confronto con l’Unione europea alla luce della sentenza che riporta una serie di principi - spiega il deputato di Fratelli d’Italia Dario Iaia -: l’atteggiamento più sbagliato sarebbe quello conflittuale. Si sono aperte delle prospettive in ordine alla mappatura delle spiagge - prosegue il parlamentare pugliese -. Anche il ministro Giorgetti ha fatto riferimento a questa necessità prima di adottare i provvedimenti». 
«Sulla questione balneari è chiaro a tutti che prima di un’accurata mappatura del patrimonio demaniale delle coste italiane, da effettuare con procedure chiare, comprensibili e trasparenti, è sbagliato ipotizzare che le concessioni vadano automaticamente a bando e che si proceda alle gare di assegnazione - aggiunge Vito De Palma, deputato di Forza Italia e componente della Commissione Finanze alla Camera -. Questo è confermato anche dalla Corte di Giustizia Europea sull’applicabilità della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari che prevede sì lo stop all’assegnazione automatica delle concessioni, ma solo se il numero delle ‘risorse naturali disponibili’ risultasse ‘scarso’, fattispecie verificabile appunto solo con un’attenta mappatura delle spiagge italiane. Siamo un Paese con oltre 8 chilometri di coste, difficile ipotizzare che dopo le dovute verifiche, le spiagge risultino ‘risorsa scarsa’ in rapporto al territorio». 
In questa prospettiva un ruolo chiave sarà quello dei Comuni per la necessaria verifica dei piani comunali delle coste.

I sindaci dei comuni costieri chiedono a gran voce che si acceleri a livello centrale sulla questione mappature. Resta da capire in che modo. Anche perché alcune Regioni sono più avanti, come ha ricordato lo stesso Giorgetti.

Il ruolo dei Comuni


Sull’argomento interviene il capogruppo del M5s nel Consiglio della Regione Puglia Marco Galante che sollecita la Regione a fare la sua parte: «Bisogna iniziare a lavorare a tutti i livelli per non lasciare soli i Comuni ed è necessario intervenire anche a livello regionale. Già nei mesi scorsi con il collega Stefano Lacatena avevamo richiesto un’audizione in commissione Ambiente per sui Piani Comunali delle Coste, ora ritengo indispensabile un incontro con l’assessore Piemontese per capire lo stato dell’arte attuale in Puglia e come poter agire in modo efficace. Bisogna pensare a una modifica della legge regionale 17/2015, che disciplina la tutela e l’uso della costa, rendendone concreta l’applicazione». 
Una legge che tra le altre cose, dispone in caso di inadempienza dei Comuni che la Giunta regionale, previa diffida a provvedere nel termine di sessanta giorni, possa nominare un commissario ad acta, che adempia alla redazione del Piano nel termine di centottanta giorni.

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