B&b e case vacanza: è stretta. In Puglia arriva il limite sulle abitazioni

B&b e case vacanza: è stretta. In Puglia arriva il limite sulle abitazioni
di Rita DE BERNART
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Lunedì 13 Marzo 2023, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 11:11


Dopo la recente stretta da parte dell'Europa e del Governo sugli affitti brevi per uso turistico, anche la Regione Puglia ha stretto le maglie della normativa: da quest'anno i privati possono affittare soltanto un massimo di tre case o strutture ricettive non alberghiere. Oltre questo numero l'attività è considerata a tutti gli effetti imprenditoriale. 

La stretta


Il provvedimento segue la linea della lotta all'abusivismo e prova a mettere ordine in un segmento in forte escalation, soprattutto nel Salento che vanta oltre 14mila alloggi privati.

Appartengono proprio alla provincia di Lecce molti dei comuni pugliesi che contano il maggior numero di alloggi brevi. Gallipoli, Salve, Ugento, Porto Cesareo occupano i primi posti della classifica ed anche il Capoluogo negli ultimi anni ha visto un forte proliferare di attività ricettive extra alberghiere.

La Regione dunque con la recente legge 32 del 29 dicembre scorso "Disposizioni per la formulazione del bilancio di previsione", ha riformulato il comma 3 dell'art.41 della legge regionale numero 11/1999, aggiungendo e consentendo la gestione non imprenditoriale o occasionale per un massimo di 3 immobili abitativi da destinare a locazioni turistiche. La gestione, con questa finalità di oltre tre appartamenti ubicati nel territorio regionale deve essere svolta ora in forma imprenditoriale.

Gli obblighi

Resta l'obbligo di iscriversi nel registro delle strutture non alberghiere e dotarsi del Cis codice identificativo di struttura, obbligatorio al fine della commercializzazione e promozione dell'offerta e per semplificare i controlli da parte delle autorità competenti. L'ultimo decennio ha decretato un vero boom di questo modello di ricettività, Air Bnb ha fatto scuola, il Salento non è rimasto indietro. Con il trend del flussi turistici in continua crescita, tanti proprietari di case e appartamenti, hanno pensato di crearsi una nuova fonte di reddito proveniente dallo sfruttamento turistico a danno di quello residenziale. Solo nella città barocca alberghi e case vacanze come anche bar e ristoranti, sono cresciuti di circa il 30%. A dirlo sono i dati dell'analisi condotta a livello nazionale dall'Ufficio Studi di Confcommercio.


L'equazione è semplice: di pari passo con l'appeal turistico del territorio, cresce la domanda e l'offerta si moltiplica, con centinaia di piccole attività ricettive gestite in prevalenza da privati. A Lecce, secondo la stessa ricerca, dal 2012 a giugno 2022 ad aprire sono state principalmente quelle che vengono indicate come "altre forme di alloggio" (57 nel centro storico, 104 nel resto della città). Bed&breakfast e case vacanze sono cresciuti anche nel biennio della pandemia (passando da 142 a 161). Per l'intera provincia, invece, in totale sul portale Dms Puglia sono registrati 14703 alloggi privati, di cui 1645 a Gallipoli, 1520 Porto Cesareo, 1386 a Salve, 1153 Ugento, 927 Lecce, 765 Otranto. Sul fronte B&B su una cifra complessiva di 1457, 292 sono a Lecce, 132 a Gallipoli, 78 a Nardò, 87 a Porto Cesareo, 53 ad Otranto. Ormai quasi ogni comune pugliese conta almeno un'attività ricettiva. Ma c'è un rovescio della medaglia: un'indagine di Federalberghi, commissionata la scorsa estate, aveva rilevato che su circa 44mila attività del territorio pugliese censite nei portali solo intorno alle 12mila risultavano regolari. Il fenomeno necessita di una regolamentazione chiara: in diverse circostanze le associazioni di categoria e gli stessi imprenditori hanno denunciato le lacune di un meccanismo che genera flussi sommersi e non tracciati, non crea indotto e fa male sia al settore alberghiero che agli stessi operatori del segmento dell'extralberghiero che operano nella piena legalità. Senza contare il danno alle politiche abitative dei territori: da un lato lo svuotamento dei centri storici e dall'altro l'impossibilità per i cittadini di trovare abitazioni in affitto tutto l'anno a prezzi ragionevoli. Questa novità dunque è un ulteriore passo su questa strada, dopo l'introduzione del Codice identificativo di struttura.

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