Più di 5 avvocati ogni mille abitanti. Esattamente 5.4 per un totale di 21.279 iscritti agli Albi professionali della Puglia. Ancora troppi, secondo le stime relative all’avvocatura in Italia elaborate dal Censis e da Cassa forense e relative all’anno 2020. E del resto di recente proprio il Consiglio nazionale forense ha dichiarato che nel 2021 la categoria ha superato le 250.000 iscrizioni, con una crescita continua negli ultimi 25 anni. Boom di iscritti che si rileva soprattutto al Sud. La Calabria è, infatti, la prima regione per avvocati in rapporto alla popolazione con 7 legali ogni mille abitanti. Al secondo posto si piazza la Campania con 6,2 avvocati, seguita dal Lazio che ne conta 5.9 e la Puglia, appunto, con 5.4 professionisti ogni mille abitanti. Se la regione è al quarto posto per numero di legali in rapporto alla popolazione, è invece tra gli ultimi posti in Italia in relazione ai redditi professionali prodotti.
Reddito medio da 23.900 euro ma le donne guadagnano la metà
In Puglia nel 2019 il reddito medio per la categoria ammontava, infatti, a 23.978 euro. A conti fatti poco più della metà di quello degli iscritti a Cassa forense in tutta Italia e pari in media a 40.180 euro. Ma sotto i riflettori di Censis e Cassa Forense è finita anche l’evoluzione del reddito medio dichiarato per gli anni dal 2012 al 2019. Nel dettaglio, se nel 2012 la dichiarazione dei redditi di un avvocato pugliese era pari in media a 30.942 euro, a sette anni di distanza i guadagni derivanti dalla professione forense hanno subito una contrazione del 29.1% e una perdita netta complessiva di circa 7mila euro. Non basta. Notevoli differenze si riscontrano anche tra i redditi degli uomini e delle donne che guadagnano in media 14.790 euro a fronte di fatturati sino a 31.119 euro dichiarati dai colleghi uomini. “Da una prospettiva di lungo periodo - si legge nel report Censis - si evince il continuo ridimensionamento del reddito medio.
I più ricchi? Gli avvocati over 65
Anche sul versante generazionale - a livello nazionale e regionale - si riscontrano notevoli differenze, con gli avvocati anziani decisamente più ricchi dei colleghi più giovani: la fascia di età con i redditi più elevati è, infatti, quella 65-69 anni (66.829 euro), seguita da quella 60-64 (64.819 euro) e da quella 70-74 (61.829 euro). Così come, risulta impietoso il confronto con gli avvocati con meno di 30 anni (reddito medio di 12.844 euro) e con quelli di età compresa tra i 30 e i 34 anni (16.499) e 35-39 anni (23.223). «I dati che emergono dalle ricerche annuali - tira le somme a “ItaliaOggi” Antonino La Lumia , presidente di Movimento forense - dimostrano che è superficiale sostenere che il Covid abbia messo in crisi l’avvocatura: si tratta, purtroppo, di un aggravamento di un trend che dura da tempo e risente fortemente della scarsa lungimiranza di chi ha governato le Istituzioni forensi almeno negli ultimi vent’anni. Certamente i grandi numeri non aiutano, ma non sono la criticità primaria». Secondo La Lumia, le soluzioni pratiche tuttavia sono semplici: «Occorre, ad esempio, rivedere adeguatamente le modalità di accesso alla professione, operare un rinnovamento radicale della formazione, sostenere i giovani e le colleghe madri e investire sulla giurisdizione forense al di fuori del circuito ordinario del contenzioso statale».
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