Autonomia, sfida tra Regioni. Puglia pronta a dar battaglia

Autonomia, sfida tra Regioni. Puglia pronta a dar battaglia
di Massimiliano IAIA
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Martedì 21 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:01

Dopo aver indicato i tempi per l’approvazione di una legge quadro («L’obiettivo è chiudere entro fine legislatura») la ministra per gli Affari regionali Maristella Gelmini accelera sui tempi per l’autonomia differenziata. Domani è previsto un incontro con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Presidenti di Regione, insomma, che hanno fatto richiesta. Se il testo arriverà in Consiglio dei ministri prima dell’estate «questa è una cosa che dobbiamo chiedere al ministro Gelmini», ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana. «Noi le abbiamo fatto avere le nostre osservazioni e adesso ci incontreremo per un confronto - ha concluso -. Mi sembra che il blocco si sia forse superato, se siamo stati convocati dal ministro è perché c’è la volontà di riprendere questo proficuo e positivo percorso che porterà ad un ammodernamento e a un miglioramento del nostro Paese». 


Non la pensa così la Regione Puglia, che non solo attende anch’essa un incontro con il ministro, ma che continua a confermare di essere pronta a dare battaglia.

Sia il governatore Michele Emiliano sia la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, che hanno subito rivendicato la loro contrarietà alla legge, sono pronti a raggiungere Roma per esprimere le proprie ragioni al ministro. «Le regioni del Nord vogliono più soldi e basta - aveva detto Emiliano - perché pensano che siccome sono più ricchi devono avere servizi migliori. Questa testa non cambia. Noi chiediamo di applicare il principio di uguaglianza nelle cose essenziali, stessi soldi, stesse strutture, stesso personale in modo da non aggravare il differenziale di sviluppo tra Nord e Sud e, se possibile, recuperare terreno».

L'opposizione di Capone e Viesti

«Non è possibile accettare - aveva detto dal canto suo Capone - che, per motivare una scelta, si faccia ricorso al solito pregiudizio degli sprechi e della mala gestione. Le cose accadono né più né meno che in tutto il resto d’Italia. C’è molto da migliorare nella spesa pubblica, nella lotta alla corruzione e agli sprechi, ma bisogna farlo in tutta Italia, guardando a come la spesa pubblica sia stata utilizzata negli ultimi vent’anni che hanno visto una costante riduzione delle risorse al Sud a favore del Nord, senza mai intervenire a colmare il divario esistente».
Tra i principali oppositori dell’autonomia differenziata c’è anche l’economista Gianfranco Viesti, autore di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare contro i venti federalisti. Secondo la proposta, che sarà illustrata venerdì alla Camera, la cessione di ulteriore autonomia deve essere legata a una specificità territoriale. E si chiede inoltre che gli effetti dell’autonomia si riverberino anche sulle altre aree del Paese.

La posizione della Cgil

E tra i sostenitori del “no alla differenziata” c’è anche la Cgil. In concomitanza con l’incontro di domani a Roma, è in programma un presidio pubblico promosso dal Tavolo “No Ad” per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, composto da comitati, associazioni, sindacati, rappresentanti di partiti e parlamentari, per la richiesta di un ritiro immediato della bozza del DdL Gelmini trapelata nei giorni scorsi.
«Rimaniamo in attesa degli esiti delle nostre richieste - spiegano dal sindacato - affinché si realizzi un indispensabile approfondimento sulla bozza circolata, anche in considerazione del fatto che viene nuovamente coinvolto il settore dell’istruzione, mentre sembrava che si fosse pervenuti ad un ripensamento anche da parte di alcuni presidenti di Regione». La Flc Cgil, «consapevole dell’ulteriore frammentazione del Paese che conseguirebbe ad una infausta regionalizzazione dell’istruzione, ritiene fondamentale promuovere azioni di sensibilizzazione sui rischi di questo disegno di legge per aprire un vero dibattito pubblico nel Paese».

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