Autonomia, la Regione pensa a un tavolo con sindacati e Università

Autonomia, la Regione pensa a un tavolo con sindacati e Università
di Antonio BUCCI
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Lunedì 7 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:54

Il ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, accelera sull’autonomia differenziata e da via Gentile vogliono farsi trovare pronti. E così, su impulso della presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, sarà convocato - già nei prossimi giorni - un tavolo di confronto con sindacati, università e organizzazioni sociali. L’idea è quella degli “Stati Generali”, che la titolare dello scranno più alto dell’Aula aveva lanciato poco più di un mese fa, ottenendone il plauso e la disponibilità della Cgil. Da lì si ripartirà, anche perché - nel frattempo - pure il presidente della commissione bilancio, Fabiano Amati, ha intenzione di chiedere che venga discussa la mozione in materia che ha ripresentato. Potrebbe approdare in assemblea già domani ma il condizionale resta d’obbligo: intanto, dal momento che – almeno in teoria – non sarebbe nell’elenco degli ordini del giorno. E poi perché la cronaca e i funerali delle vittime dell’elicottero precipitato nel Foggiano potrebbero mettere in discussione la stessa riunione della massima assise.

La bozza

Obiettivo comune, in compenso, è dare un segnale in tempi stretti. D’altro canto, neppure Calderoli pare voler temporeggiare in alcun modo e, nei prossimi giorni, invierà alle Regioni una bozza di lavoro del progetto di legge di «attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione».

Documento rigorosamente aperto ai contributi dei governatori, oltre che di sindaci e presidenti di provincia, tutti convocati al tavolo: «Ho ripresentato la mozione, discussa nella scorsa legislatura e approvata a stento, sperando nel voto sincero e favorevole anche di vecchi contrari e astenuti», aveva chiosato a metà ottobre il dem ed ex assessore fasanese. Il riferimento era alle aperture iniziali del governatore e pure alla posizione del Movimento 5 Stelle dell’epoca.

Emiliano

Dal canto suo, il capo della Giunta ha già messo le cose in chiaro. Aveva lanciato l’allarme in Fiera del Levante, lo ha ribadito in occasione del primo incontro informale con il titolare del dicastero competente: «Da presidente della Regione Puglia, sono nettamente contrario a qualunque ipotesi di trattenere gettito fiscale nelle regioni più ricche a danno di quelle più povere. L’attuale sistema fondato sul fondo di perequazione, che crea solidarietà tra regioni più ricche e regioni più povere, ritengo sia il sistema più corretto», ha affidato ai cronisti, rinviando alla sede formale della Conferenza Stato-Regioni. O, a dirla in altri termini, come aveva detto dopo aver incontrato Calderoli: «Se il giochetto della Lega è lasciare il maggiore gettito fiscale nelle regioni più ricche, allora non va bene e rischiamo di compromettere l’unità nazionale».

Decaro

Non ci sta neanche Antonio Decaro che da primo cittadino d’Italia e presidente Anci vedrà invece Calderoli nella giornata di giovedì: «Noi che siamo le autonomie per eccellenza, le autonomie locali, vorremmo evitare una sorta di separazione del Paese. In un’Italia dove, per viaggiare in treno da Bari a Napoli, servono sei ore e mezza, mentre tra Firenze e Roma c’è un treno ad alta velocità ogni quarto d’ora, l’autonomia non può prescindere dall’obiettivo di colmare i divari. Così come abbiamo già fatto noi Comuni con la perequazione, dando una straordinaria prova di solidarietà», rafforza a distanza da Napoli, citando cauto la «stragrande maggioranza dei sindaci» che «non è d’accordo sulla logica del tenere sul territorio la capacità fiscale». In Regione, intanto, si lavora ai punti fermi: livelli essenziali di prestazioni e meccanismi di perequazione, prima ancora di pensare al trasferimento o meno di competenze. Senza contare che la manifestazione per la pace di piazza del Plebiscito, a Napoli, ha siglato l’asse tra Emiliano e il collega campano Vincenzo De Luca a tema. E che, se è vero che i pentastellati, nella scorsa legislatura, hanno votato una proposta diversa da quella dei dem, è anche vero che ne hanno poi fatto un cavallo di battaglia nazionale: «In questi quattro anni e mezzo, siamo stati la sola forza che ha difeso l’unità nazionale e lottato perché il Sud avesse gli stessi servizi del Nord. Lo abbiamo fatto superando il criterio della spesa storica nella distribuzione delle risorse e modificando i fabbisogni standard», il mantra dell’allora parlamentare Francesca Anna Ruggiero. Altri tempi. Stavolta, la macchina è già partita. 

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