Autonomia, i Lep punto di forza contro la bozza Calderoli

Autonomia, i Lep punto di forza contro la bozza Calderoli
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 19 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:35

C’è chi lo definisce un progetto pericoloso o addirittura eversivo. Chi, invece, invita alla calma e al confronto. Su un aspetto, però, quasi tutti tendono a concordare: prima di attuare qualsivoglia bozza - o “appunti di lavoro”, che dir si voglia - bisogna definire i livelli essenziali delle prestazioni. Sulla scia di quanto detto dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un’intervista a Quotidiano, i rappresentanti del mondo politico pugliese affrontano il tema più spinoso del momento. Quello che ha fatto sobbalzare sindacati e associazioni come Svimez per il timore che il progetto del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, possa aumentare i divari tra Nord e Sud, Puglia compresa. 

Le Reazioni


«Il testo sull’autonomia differenziata è stato presentato da pochissimo nell’ambito della conferenza Stato Regioni - tranquillizza Dario Iaia, deputato FdI - siamo in prima linea affinché sia quanto più equilibrato possibile e trovi la massima condivisione all’interno della stessa Conferenza che è il luogo di verifica e di confronto tra i territori regionali. Per cui, tutti i rappresentanti del Pd e del M5s che stanno rilasciando dichiarazioni allarmate contro questo tipo di provvedimento possono stare tranquilli nel senso che il governo Meloni non è interessato a determinare disparità tra le regioni, creandone alcune di serie A e altre di serie B. Ricordo anche che, assieme all’autonomia differenziata, si sta discutendo di presidenzialismo, già previsto nel programma elettorale».
Il deputato del Pd, Ubaldo Pagano, ricorda che è la stessa Costituzione ad enunciare principi come la solidarietà e la coesione sociale e territoriale del Paese «che inevitabilmente rappresentano un presupposto per qualsiasi devoluzione di poteri, risorse e competenze alle Regioni». Ecco perché «prima di ragionare di autonomia, in qualsiasi forma e modalità, vanno definiti i livelli essenziali delle prestazioni, unica garanzia per offrire su tutto il territorio nazionale gli stessi diritti a tutti i cittadini. Lep e archiviazione definitiva del criterio della spesa storica sono dunque condizioni imprescindibili. Neanche per un periodo transitorio».
Decisamente negativo contro ogni tipologia di riforma è il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5s: «Non siamo tanto stupiti dal fatto che, su pressione leghista, l’attuale Governo torni a riproporre un progetto di autonomia differenziata; siamo allarmati dalla pericolosità del progetto elaborato. Sono anni che ripetiamo che i servizi essenziali devono essere garantiti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale e che per farlo occorre definire i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Riteniamo come minimo furbesco citare i Lep, ma subito dopo dire che, se entro un anno non vengono definiti, materie delicate come istruzione, trasporti, energia potranno essere decentrate sulla base del criterio della spesa storica». Quest’ultimo, secondo Turco, non farebbe altro che dare di più a chi ha già servizi evoluti e costosi, soprattutto al Nord, e quasi niente a chi, specialmente al Sud, è sprovvisto di quei servizi. Il senatore pentastellato mette poi nel mirino il ministro per il Sud, Raffaele Fitto, - «come può sostenere sui giornali che il Sud non ha nulla da temere?» - ritenendo pericoloso limitare il ruolo del Parlamento «a una mera funzione consultiva nella valutazione delle intese tra Stato e Regioni che chiedono autonomia, soprattutto se si considera che queste intese, una volta approvate, difficilmente danno margini per passi indietro o correzioni». 
Dopo le parole “aperturiste” di Emiliano - sempre a condizione che i Lep siano definiti prima di qualsiasi ragionamento - anche da Bari arrivano le reazioni degli esponenti regionali. In primis, da Loredana Capone, presidente del consiglio regionale e in prima linea sul tema. E non usa mezzi termini: «Parlare oggi di autonomia differenziata prima di garantire uniformità di servizi a tutti i cittadini italiani può significare due cose: o avere un progetto eversivo rispetto alla nostra Costituzione oppure fare pura retorica propagandistica. La nostra Costituzione prescrive che la Repubblica garantisca l’uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini nei principi fondamentali e, contemporaneamente, alla possibilità di realizzare l’autonomia differenziata prevede il fondo di perequazione. La ferma posizione delle regioni del Sud non è una posizione ideologica ma risponde al concetto di unità nazionale».
«Da qui bisogna ripartire - prosegue Capone - e sono felice che, come ha riportato il presidente Emiliano, finalmente su questa posizione l’Italia si sia unita, da Sud a Nord. Certo dobbiamo vigilare perché quella dei Lep non sia solo una promessa ma diventi un impegno concreto. Perché garantire i servizi essenziali non è un muro contro l’autonomia ma deve essere un obiettivo vero da realizzare per fare crescere il Paese». Infine, anche il vicepresidente del consiglio Cristian Casili (M5s) punta sulla necessità di garantire prima di tutto i livelli essenziali delle prestazioni «senza i quali non può aprirsi un ragionamento sulle autonomie. Non possiamo lasciare a semplificazioni leghiste e da campagna elettorale una materia così importante. Tutto questo non può trasformarsi in una competizione muscolare dove le Regioni del Nord vanno all’incasso e quelle del Sud stanno a guardare. Si rischia di dividere ancora di più il Paese e di dare il colpo di grazia al Sud».
 

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