Autonomia, Emiliano attacca Decaro e “scuote” i Comuni: «I sindaci saranno travolti, ma tacciono»

La polemica a distanza fra presidente della Regione e sindaco di Bari

Michele Emiliano e Antonio Decaro
Michele Emiliano e Antonio Decaro
di Paola ANCORA
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Domenica 12 Febbraio 2023, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 13:05

«I grandi assenti di questo dibattito sono i Comuni» ha detto il presidente della Regione Michele Emiliano. E dalle sue dichiarazioni, rese in collegamento telefonico durante l'assemblea organizzata ieri a Bari dalla Cgil Puglia per mettere a punto la manifestazione del 18 febbraio contro l'autonomia differenziata, riaffiora la polemica a distanza con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, presidente dell'Anci. Ormai da tempo si consuma fra i due un braccio di ferro a distanza apertosi con il voto in Consiglio regionale sull'emendamento alla legge di Bilancio ribattezzato "emendamento salva mandato" e che consentirà, qualora Emiliano si dimettesse per candidarsi alle Europee del 2024, di mantenere in piedi il Consiglio sotto la guida del vicepresidente Raffaele Piemontese. A quel punto Decaro, che è in pole per la candidatura alla presidenza della Regione con il centrosinistra e il cui mandato da primo cittadino scadrà proprio nel 2024, sarebbe costretto a restare in panchina per un anno intero.

Le spaccature

A mettere il carico da novanta, nei giorni scorsi, ci ha pensato poi il governatore, dicendosi anche pronto a candidarsi presidente per un terzo mandato e gettando così benzina sul fuoco già vivo che cova all'interno del centrosinistra e del Pd, diviso su tutto. Lo è in questa singolar tenzone fra Emiliano e Decaro; lo è sulle modalità di svolgimento del congresso e - allargando la prospettiva al quadro nazionale - lo è anche sull'autonomia differenziata giacché il segretario in pectore del partito Stefano Bonaccini governa quell'Emilia Romagna che, insieme a Veneto e Lombardia, ha chiesto l'autonomia e siglato già un'intesa preliminare con l'allora governo Gentiloni, nel 2018, salvo poi dirsi contrario al ddl Calderoli approvato in Consiglio dei Ministri una manciata di giorni fa. «La mia proposta di autonomia differenziata - ha detto ieri Bonaccini dalla Sicilia - ha come scopo la programmabilità degli investimenti e il taglio alla burocrazia.

Non voglio un euro in più per Regioni come la mia e, ripeto sempre, scuola e sanità ne devono restare escluse».

L'autonomia e l'imbarazzo Pd

Del resto, anche Emiliano non si è mai detto apertamente contrario al regionalismo rafforzato, ma anzi ha sostenuto anche ieri che «se c'è un'opinione larga nel Paese che vuole dare maggiori poteri alle Regioni, questo disegno di riforma costituzionale lo si può attuare con l'articolo 138 della Costituzione, lasciando alla procedura parlamentare rafforzata di individuare i nuovi poteri in capo alle Regioni». Questione di metodo, dunque. Nel merito, il presidente dei pugliesi ha ribadito ieri che «dal decreto Calderoli risulta con chiarezza che non c'è alcuna volontà di finanziarie un riequilibrio tra Nord e Sud rispetto ai Livelli essenziali delle prestazioni. Il progetto per noi non è quindi accettabile. Questa riforma è una condizione di sopravvivenza del patto di Governo», che «manca di rispetto al Sud».

L'affondo contro Decaro

Da qui la scossa di Emiliano a Comuni e Province «che non si sono ancora espressi in modo chiaro. Serve che a questo grande movimento contro l'autonomia differenziata partecipino anche i Comuni, perché rischiano di essere completamente travolti da questo neo centralismo rafforzato delle Regioni». Frasi che hanno sollevato qualche mormorio nella sala gremita dell'assemblea organizzata dalla Cgil, vista la presenza di diversi sindaci. «Se davvero le Regioni dovessero assumere buona parte delle 23 materie sulle quali possono richiedere di allargare i loro poteri, ai Comuni rimarrebbe ben poco», ha aggiunto Emiliano. Dal Salento, il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva fa sapere che «si sta predisponendo un ordine del giorno da portare in approvazione al primo Consiglio utile per dire di no alla riforma» e da Brindisi, il presidente della Provincia Tony Matarrelli annuncia che «saranno avviate varie iniziative, la prima delle quali sarà giovedì prossimo». A rispondere, a nome di tutti i primi cittadini presenti ieri all'assemblea Cgil, è stato il sindaco di Acquaviva delle Fonti e presidente della rete Recovery Sud, Davide Carlucci: «Noi sindaci siamo mobilitati su questo tema già da tre anni e anche l'Anci sta cominciando a prendere posizione». Ma Decaro, al momento, tace. E dal suo entourage dove più di qualcuno ha salutato le parole di Emiliano con un ironico "ringraziamento" - fanno sapere che quello del sindaco di Bari è un silenzio denso di impegno, perché il sindaco sarebbe al lavoro  su alcune proposte in tema di autonomia. Si cerca una sintesi fra le 8.000 sensibilità diverse dei Comuni, obiettivo politicamente impegnativo. Dunque, niente fughe in avanti.

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