Autonomia differenziata, nominati gli esperti per la definizione dei Lep: ci sono sei pugliesi. I nomi

Autonomia differenziata, nominati gli esperti per la definizione dei Lep: ci sono sei pugliesi. I nomi
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 28 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:29

Il governo annuncia i 62 nomi che comporranno la commissione che dovrà scrivere i Livelli Essenziali delle Prestazioni per l’Autonomia differenziata. Roberto Calderoli parla di una «sfida storica», cioè «individuare quei diritti civili e sociali che non possono essere considerati di destra o di sinistra ma sono di tutti i cittadini italiani». Il presidente sarà Sabino Cassese, già ministro per la funzione pubblica nel governo Ciampi e giudice della Corte costituzionale fino al 2014. 
Tra i 62 nomi anche figure importanti dalla Puglia: a partire dall’ex presidente della Camera, Luciano Violante. Un contributo essenziale sarà dato dalle università: tra i saggi figurano i docenti di Unisalento, Pier Luigi Portaluri, Mario Esposito e Vincenzo Tondi Della Mura; e Francesco Porcelli, docente dell’Università di Bari. C’è anche il presidente dell’Anvur, già professore e rettore dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio. A loro toccherà lavorare sui Lep, seguendo un doppio binario: le competenze in ambito economico e quelle in ambito giuridico. 

I commenti

«Una navigazione in una notte senza stelle e per mari sconosciuti. Inutile nasconderselo. L’avventura del regionalismo differenziato è questo. I riferimenti costituzionali sono pochi, e forse neppure sistemati in ordine logico - commenta Pier Luigi Portaluri, docente di diritto amministrativo -.

Una disposizione – l’articolo 119 – regola l’autonomia finanziaria di Regioni e autonomie locali: stabilisce anzi tutto che questi enti hanno tributi ed entrate proprî e compartecipano al gettito fiscale riferibile al loro territorio. Già qui cominciano i problemi. Una catena nazionale di supermercati, per esempio, quale territorio alimenta? In quella norma poi si prevede un fondo perequativo per le aree svantaggiate. La sommatoria di queste entrate dovrebbe consentire “ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite”. Quindi queste risorse - prosegue Portaluri - dovrebbero essere stabilite prima di fissare i Lep e di attribuire ambiti di materie alle Regioni che le chiedano. Ma sul punto il sistema previsto nel ddl Calderoli non sembra ancora abbastanza chiaro. Ho detto ambiti: l’art. 116 della Costituzione non consente infatti il passaggio di intere materie alle Regioni, ma solo di forme e condizioni di autonomia. E ancora: lo Stato non deve sparire. Per cui il Parlamento (o il Governo) devono poter sempre richiamare a sé le competenze devolute, se lo richiede l’uniformità dei diritti dei cittadini: qui è forse necessaria una modifica della Costituzione». 

«Avverto una responsabilità importante, oltre che il prestigio della nomina - aggiunge Vincenzo Tondi Della Mura, apprezzato costituzionalista -. Il ministro Calderoli ha parlato di assemblea costituente, è un paragone eccessivo ma l’analogia vale riguardo al tipo di composizione. Mi sembra variegata, plurale, non di parte, pur essendo una commissione governativa e quindi facente riferimento alla maggioranza politica. La composizione però è plurale, sia per quanto riguarda le professionalità coinvolte, sia per la provenienza politica e culturale di tanti dei nomi coinvolti». I Lep saranno «i fattori di garanzia dello stato», spiega Mario Esposito, anche lui costituzionalista. «È una sfida di enorme fascino, anche perché dovremo prendere in esame numerosi elementi giuridici. Il compito è difficile, avremo un ruolo prevalentemente tecnico. La nomina mi lusinga». Esposito è originario di Firenze, ha vissuto a Roma ma ha un forte legame con il Salento e con l’Università: «Anche questo, per noi tre, è un aspetto importante».
Il presidente dell’Anvur, Uricchio, commenta ricordando la difficoltà del compito ma assicura: «La qualità dei componenti della commissione ci fa capire che ci sono tutti i presupposti per affrontare questa sfida. Porterò le mie esperienze, quelle maturate da giurista e quelle in ambito accademico». E sul sistema universitario assicura: «La definizione dei Lep riflette l’esigenza di garantire sul territorio nazionale un uguale diritto di accesso ai diritti. Questa è la precondizione per poter attuare i principi costituzionali all’interno di un sistema plurale delle autonomie».
«Dal punto di vista metodologico - spiega Francesco Porcelli - è prematuro dire come ci si muoverà. Bisognerà capire in che termini partiranno i lavori». Il docente di Uniba aggiunge: «Metterò al servizio della commissione la mia esperienza nel definire gli standard, di cui mi sono spesso occupato». Le differenze da ripianare, anche attraverso i Lep, non sono solo quelle tra Nord e Sud. «Ci sono gap anche tra grandi città e territori periferici. La questione è più complessa di così e sarà una bella sfida», aggiunge Porcelli. La commissione degli esperti per i Lep ha una folta rappresentanza pugliese. A loro, adesso, la sfida madre dell’autonomia.

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