Autonomia differenziata, Cgil e Comuni dicono no: «Meccanismo divisivo per il paese»

Autonomia differenziata, Cgil e Comuni dicono no: «Meccanismo divisivo per il paese»
Autonomia differenziata, Cgil e Comuni dicono no: ​«Meccanismo divisivo per il paese»
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 20:54 - Ultimo aggiornamento: 21:02

Un appello trasversale per fermare il disegno di legge sull’autonomia differenziata, o comunque per modificarne gli aspetti ritenuti maggiormente penalizzanti per le realtà del sud. Questo pomeriggio la Cgil Puglia e quella di Brindisi hanno organizzato, nella sala conferenze dell’hotel Orientale, un convegno “L’autonomia differenziata non serve al paese”, ribadendo la linea tracciata dal sindacato nelle ultime settimane.

Con loro esponenti politici (tra cui amministratori locali e candidati alle prossime amministrative) ed accademici, ad iniziare dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Il primo cittadino barese ha infatti messo in chiaro la contrarietà a quanto è contenuto nel provvedimento governativo partendo dalle questioni di fondo.

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Gli interventi

“Ero già – ha esordito - contro la riforma del titolo V quando la mia parte politica ha modificato quella parte della Costituzione”. Decaro poi ha specificato che esiste un punto di vista ritiene condiviso da una grande maggioranza di amministratori locali (anche nel loro ruolo di presidenti di Provincia): “Oggi i sindaci, indipendentemente dallo schieramento politico, sono preoccupati per una moltiplicazione di funzioni e di attività da parte delle Regioni, che non sono funzioni di natura legislativa o di natura programmatoria, cosa che dovrebbero fare. Nel decreto Calderoli, però, è previsto un trasferimento di funzioni gestionali ed amministrative che normalmente, così come previsto dalla Costituzione sono gestite dalle amministrazioni comunale”. Altro punto nodale che il sindaco di Bari mette in evidenza è il problema relativo ai Lep (i livelli essenziali di prestazione): “All’interno della norma vengono riconosciuti come prioritari rispetto al trasferimento delle funzioni ma non viene detto nulla dei Comuni che sono l’unico comparto dello stato che sta facendo la perequazione cercando di aiutare quelli più in difficoltà, trasferendo all’interno del comparto risorse da un Comune all’altro. Questa operazione le Regioni non l’hanno mai fatta e non vedo come possano farla oggi con l’autonomia differenziata”.

La presidente del consiglio regionale Loredana Capone ha parlato invece di “un progetto che mortifica ancora di più le regioni del Sud lasciando crescere quelle del nord, attraverso una riforma che oggi dovrebbe pensare a rafforzare l’unità più che a differenziare attraverso l’autonomia”. Questo perché ci sono zone come quelle del Mezzogiorno “che hanno scarsi servizi, scarse infrastrutture e che invece hanno bisogno di dare ai propri cittadini gli stessi diritti degli altri cittadini d’Italia”.

L’appello del sindacato con il segretario regionale Giuseppe Gesmundo è quello di “fare tutto il possibile perché il paese intero comprenda quali sono i danni di questa iniziativa di governo, che insiste su un meccanismo divisivo del paese”. Per il sindacalista, infatti, una gestione centrale delle diverse questioni aiuterebbe il rilancio del paese. Il segretario provinciale Antonio Macchia ha invitato il governo “ad occuparsi delle questioni del Mezzogiorno” perché negli ultimi 20 anni diversi miliardi sarebbero stati destinati al Nord piuttosto che al Sud. 

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