Arpal ancora senza un Consiglio di amministrazione: il caso finisce in Procura

Arpal ancora senza un Consiglio di amministrazione: il caso finisce in Procura
di Antonio BUCCI
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Giovedì 18 Maggio 2023, 05:00

Il caso Arpal nelle mani della Procura. Stavolta, si tratta dell’audio integrale dell’audizione in commissione regionale di Silvia Pellegrini, direttore del dipartimento politiche del lavoro e formazione dell’ente di via Gentile. E commissaria straordinaria dell’agenzia, dopo la legge del Consiglio che ha disarcionato la vecchia governance e l’ormai ex dg, Massimo Cassano, nel frattempo fuori dalla maggioranza e traslocato – armi e bagagli – sotto le insegne dello scudo crociato dell’Udc. A chiedere di poter ascoltare la nuova numero uno erano stati tanto il consigliere e leader pugliese di Azione, Fabiano Amati, quanto il collega leghista in aula, Fabio Romito, per provare a capire lo stato dell’arte dell’organizzazione interna e pure quello delle procedure concorsuali ancora pendenti. «Una sequenza di violazioni, furbizie, colpi bassi, simulazioni e chi più ne ha ne metta. Grazie per rigore e chiarezza», riassume il presidente della commissione bilancio, chiedendo la trasmissione alla Procura della registrazione. E provando ad accelerare sulla nuova tolda di comando, esattamente come deciso dalla massima assise. «Da un punto di vista amministrativo, riteniamo sia necessaria un’immediata nomina del consiglio di amministrazione, senza alcuna lottizzazione politica, che speriamo operi sulla scia della gestione straordinaria, così da restituire a tutti - pugliesi, dipendenti e partecipanti ai concorsi - un minino di fiducia nella pubblica amministrazione», fanno quadrato anche i compagni di scranno Ruggiero Mennea e Sergio Clemente. 

Il nodo

Il nodo è duplice. Da una parte ha a che fare con lo spazio di manovra effettivo a disposizione: la commissaria straordinaria, infatti, ha ribadito come i suoi poteri si limitino unicamente all’attività ordinaria e nulla più. Tradotto, vuol dire che «non le consentono di assumere decreti direttoriali, né ha poteri di polizia giudiziaria». Impasse che si traduce dello stallo per le procedure concorsuali, sospese per «procedere con la dovuta cautela». Dall’altra parte, a rendere la strada in salita è anche la presunta incompatibilità di Luigi Mazzei con il ruolo di dirigente del personale, per il quale è finito sospeso a causa del «suo ruolo politico all’interno di un movimento». Secondo le contestazioni, si tratterebbe di quello a trazione civica di area centrista vicino all’ex dg ma il diretto interessato ha già annunciato ricorso. Sul caso specifico, è la nota del Consiglio al termine dell’audizione a riavvolgere il nastro, con le parole della stessa commissaria: «La sua nomina a capo del personale era stata conferita nel luglio 2022 tramite determina dell’allora direttore generale, pur non essendo vincitore di concorso per tale ruolo, tant’è che a ricoprire l’incarico è oggi Enrica Grisi, vincitrice del concorso per la direzione del personale». 
La commissaria ha anche riferito che «il dirigente sospeso da tali funzioni, pur continuando ad espletare le sue funzioni di coordinamento dei centri per l’impiego nell’ambito territoriale della provincia di Lecce, senza determinare quindi nessun rischio di discontinuità amministrativa, ha preannunciato di presentare ricorso, ritenendo impugnabile l’atto della sospensione». E così, il cerchio non si chiude, almeno per ora. In attesa, s’intende, che siano le nuove nomine a sbrogliare la matassa e con la firma in calce dell’esecutivo. Da Azione puntano il dito: «L’audizione dimostra che la nostra iniziativa sull’argomento, a volte anche ruvida, sia stata opportuna e doverosa e ci spiace aver constatato che altri dirigenti regionali, con competenza di vigilanza e controllo su Arpal, non abbiano mai svolto le loro funzioni, lasciando in solitudine le persone incaricate della gestione straordinaria», rilanciano. Il presidente della seconda commissione, Antonio Tutolo, intanto, ha accordato il via libera: l’audio finirà per intero in Procura «così da accertare l’eventuale sussistenza di reati», spiegano.
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