App Immuni, dopo dieci giorni nessun caso di contagio. La Regione cerca i “medici sentinella”: ecco cosa prevede il bando

App Immuni, dopo dieci giorni nessun caso di contagio. La Regione cerca i “medici sentinella”: ecco cosa prevede il bando
di Vincenzo DAMIANI
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Giovedì 18 Giugno 2020, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Dopo dieci giorni di sperimentazione in Puglia, l'App Immuni non ha segnalato nessun caso di contagio da coronavirus. È quanto emerge dal monitoraggio del dipartimento Salute della Regione, a influire sul dato l'ormai numero limitato di casi rilevati. «Non abbiamo registrato casi ad oggi spiega Vito Montanaro, direttore del dipartimento Salute - ma la bassissima circolazione del virus rende ovviamente più difficile che ciò avvenga. Negli ultimi giorni, in Puglia non siamo mai andati oltre un caso al giorno, spesso zero».

L'applicazione, che da lunedì scorso è attiva in tutta Italia, segnala a chi l'ha installata il contatto con una persona risultata positiva al Covid-19. In quel caso, «bisogna rivolgersi al proprio medico di base o pediatra», ricorda Montanaro. I medici contattati - secondo il protocollo nazionale - devono «trattare il caso come un contatto stretto di caso confermato». Quindi, devono segnalarlo al dipartimento di Prevenzione delle Asl, indipendentemente dalla sintomatologia. Il dipartimento, trattandosi di un contatto, procederà ad eseguire il tampone e a mettere in quarantena il sospetto Covid, oltre ad avviare l'indagine epidemiologica di competenza, in attesa dell'esito del test. L'applicazione è uno strumento di supporto alle attività di contact tracing svolte quotidianamente dai dipartimenti di Prevenzione nella lotta all'epidemia da Covid 19.

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Ma come funziona? Il meccanismo è semplice: una volta scaricata l'App, basta inserire pochi dati, come il Comune di residenza. Dopodiché il sistema si attiva in automatico, sono gli smartphone in cui è in funzione l'App e che si trovano ad una distanza inferiore ad un metro e per un lasso di tempo prolungato a scambiarsi dei codici in maniera anonima. A quel punto, se una persona dovesse contrarre il coronavirus, il medico dell'Asl di riferimento segnalando la positività sbloccherà, sempre in maniera anonima, un codice, facendo partire un messaggio di allerta su tutti i telefoni delle persone che sono venute a contatto, anche in maniera inconsapevole, con il contagiato.

Ma la Puglia si sta attrezzando per proteggersi dal virus arrivato dalla Cina anche con i medici sentinella. La Regione ne cerca 64, con un bando rivolto ai medici di base, per potenziare la propria rete di sorveglianza: dovranno scovare i casi Covid e segnalarli al dipartimento di Prevenzione delle Asl per l'adozione delle misure di sicurezza, dai tamponi di verifica fino all'isolamento domiciliare della persona contagiata. I 64 medici di base sentinella si aggiungeranno ai 136 loro colleghi che già compongono la rete Influnet per la normale influenza stagionale. Al fine di integrare il sistema di intelligence epidemiologica - si legge nel bando della Regione Puglia per il reclutamento dei medici sentinella - necessario per individuare eventuali segnali di ripresa della circolazione virale Covid-19, è in fase di avvio un sistemo di sorveglianza sentinella strutturato sulla falsa riga del programma Influnet. L'obiettivo - è scritto - sarà quello di intercettare, nel periodo estivo, in maniera precoce un eventuale segnale di ripresa della circolazione virale evidenziabile con segnalazioni aggregate di casi di sindrome simil-Covid.

Possono partecipare alla selezione i medici di base nella fascia tra 800 e 1.500 assistiti, questo per garantire una più ampia copertura. Il monitoraggio sarà coordinato dall'Osservatorio epidemiologico regionale, senza sostituire la sorveglianza epidemiologica svolta dai Dipartimenti di Prevenzione né il normale iter diagnostico. La rete dei medici sentinella copre tutte le province: da Foggia (4 persone), passando per Bari (22 medici), fino a Lecce (16).
 

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