Andrea Pazienza, nella sua casa spunta il murale "dimenticato". Il prof ritratto: «Ironia micidiale la sua»

Foto di Franco Cautillo per Ansa
Foto di Franco Cautillo per Ansa
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Sabato 16 Luglio 2022, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 18:43

Dal muro, che aveva necessità di essere ripulito prima di essere nuovamente tinteggiato, spunta un murale inedito di Andrea Pazienza , realizzato con bombolette spray blu e rosso. La scoperta - raccontata in esclusiva dall'Ansa - è stata fatta sulle pareti di una casa di San Menaio, sul Gargano, appartenuta fino al 2003 alla famiglia del fumettista.

Il murale prende tre pareti, ed è firmato Paz 72. E' stato realizzato quando, a 16 anni, quello che sarebbe diventato il grande disegnatore e fumettista, morto all'improvviso nell'88 a 32 anni, si divertiva a "imbrattare" le pareti della camera più piccola della casa dove, con la famiglia, trascorreva le vacanze.

 

La storia del ritrovamento

Secondo quanto ricstruito dall'Ansa, già nel 2003, raschiando l'intonaco, venne alla luce una parte del disegno ma i proprietari decisero di nasconderla con alcune tele. Oggi il padrone di casa, Michele D'Errico, che lavora nel campo dell'edilizia, ha iniziato a rimuovere con cura l'intonaco, un pezzetto alla volta, scoprendo un'immagine maschile che tiene in bocca la testa di una donna, una figura intera di un nudo femminile e la scritta Good Bye (Foto di Franco Cautillo).

Il protagonista di buona parte del murale finora scoperto, è il professor Sandro Visca, ritratto più volte, il suo insegnante di disegno al Liceo Artistico di Pescara, destinato a diventare l'amico di una vita di Andrea.

La caricatura, tenera e crudele, del professore che per primo aveva intuito le doti straordinarie di Paz, è divenuta poi soggetto di molti fumetti di Pazienza. Nel murale spuntano alcune esclamazioni come "Ca t pozzn accid", in sanseverese, il dialetto della città in provincia di Foggia in cui era nato il padre Enrico e in cui Andrea è sepolto.

L'appartamento dei Pazienza

Andrea ha trascorso la sua infanzia tra San Severo e la casa di San Menaio. A pochi passi dal mare, l'appartamento, molto spazioso, venduto dai Pazienza alla famiglia D'Errico, di San Severo, era composto da due grandi stanze da letto, bagno, cucina, un soggiorno in cui tuttora campeggia un camino, e la piccola camera, non più di 5-6 metri quadri, con le pareti imbrattate e intonacate e una finestra che affaccia sul balcone. La camera in cui Andrea amava rifugiarsi era «la stanzetta del lupo», raccontano i proprietari riportando un racconto della mamma di Andrea. Sempre stando a quello che riporta l'Ansa, l'appartamento è ritratto anche nel fumetto "Il partigiano", dedicato a Sandro Pertini. Nessuno immaginava che, 50 anni dopo, quella stanza potesse restituire, quasi intatti, i suoi primi disegni.

«Un regalo inatteso - scrive Giorgiana Cristalli dell'Ansa- che lascia in eredità al suo Gargano, un'opera che non si può trasportare altrove, una delle tante sorprese di questo folletto geniale che a 12 anni, come ha raccontato la mamma, aveva già disegnato anche il suo funerale, presagio di una morte prematura che ha consegnato per sempre Andrea Pazienza, con il suo tratto fulmineo e i suoi personaggi strappati alla realtà, all'Olimpo delle rock star».

Il professore Visca

«Non ero a conoscenza di questi disegni che mi rappresentano, fatti da Andrea Pazienza con la sua ironia micidiale sulle pareti della casa a San Menaio. Sono colpito dal ritrovamento e anche dalle frasi che sono testimonianza puntuale del rapporto tra me e lui», è il commento di Sandro Visca, il professore del Liceo Artistico di Pescara ritratto nel murale riemerso dopo 50 anni.

«È stata un'avventura straordinaria. Andrea era vivacissimo, sensibile, molto intelligente. Il nostro era un rapporto paritario, io avevo solo 11 anni più di lui», sottolinea Visca, artista anche lui, che oggi di anni ne ha 77. «Tecnicamente non gli ho insegnato nulla. Non ne aveva bisogno». Il professore Visca racconta ad ANSA di aver trascorso molti estati nella casa nel Gargano «mi aveva anche disegnato la mappa che conservo insieme a circa 130 opere di Andrea. Per questi no lui si arrabbiava terribilmente e mi massacrava».

Evidentemente i disegni sulle pareti della cameretta della casa erano una reazione, visto che gran parte del murale ritrovato ritrae la caricatura di Visca con baffoni e profilo come quello di un fascio littorio, con svastiche e la scritta 'Hasta la Visca!'. «Ma io non sono fascita semmai è il contrario - commenta il professore. Mi ritraeva come un nazista, il suo senso dell'ironia ribaltava completamente la realtà. Sono alto, avevo folti baffi e lunghi capelli: ero pane per i suoi denti. Mi massacrava con tre segni. Faceva circolare sottobanco mie caricature, anche pornografiche. Poi mi diceva 'Ti sei arrabbiato?' e io rispondevo 'No, però sono diventato lo zimbello della città'».

Le circa 130 opere originali di Paz che possiede (e che non ha intenzione di vendere) saranno oggetto di una importante donazione alla Fondazione Pescara Abruzzo che allestirà un nuovo museo in un palazzetto in centro, vicino piazza Salotto. Alla stessa Fondazione Visca donerà anche un archivio di disegni realizzati da lui.

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