Allerta Foggia, la ministra Lamorgese: «Lo stato c'è ed è forte con 300 arresti in sei mesi»

Allerta Foggia, la ministra Lamorgese: «Lo stato c'è ed è forte con 300 arresti in sei mesi»
di Paola ANCORA
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Venerdì 15 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:59

«L’attenzione del Viminale è sempre stata alta per un territorio complesso e difficile come quello della provincia di Foggia». Lo Stato, insomma, non ha abbandonato né Foggia né la Puglia: la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, non ha dubbi. Dopo l’agguato in pieno giorno nel quale è rimasto ucciso il 37enne Alessandro Scopece, il Viminale è finito sotto il tiro incrociato di parlamentari, anche di partiti di maggioranza al governo, e di assessori regionali, preoccupati dal «disinteresse dimostrato dalla ministra, che ha disdetto la sua partecipazione al Consiglio regionale monotematico convocato sull’emergenza sicurezza e criminalità nel Foggiano». «Se la ministra non sa come affrontare l’allerta, ne tragga le dovute conseguenze» ha tuonato il parlamentare di Forza Italia, Luigi Vitali. «Siamo abbandonati» ha rincarato l’assessore al Welfare pugliese, Rosa Barone. Dal Viminale, ieri, prima la precisazione: «L’11 e il 12 luglio la ministra Luciana Lamorgese è stata impegnata a Praga, con gli omologhi degli altri Paesi dell’Unione, al Consiglio europeo Affari Interni che ha inaugurato il semestre di presidenza della Repubblica Ceca». Fin qui il motivo della disdetta, arrivata peraltro poche ore dopo la notizia dell’inchiesta che travolto sanità e politica regionali. Una precisazione per sgombrare il campo da equivoci politici e malintesi e rimettere al centro il tema: la presenza dello Stato a Foggia. 

Le tre visite della ministra Lamorgese a Foggia

Da quando è diventata ministra, Lamorgese è stata nel capoluogo dauno in tre occasioni: a dicembre del 2019, a febbraio 2020 per inaugurare la sezione operativa della Direzione investigativa antimafia e a gennaio del 2022, quando ha presieduto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza dopo la sequela di attentati che ha sconvolto la provincia. In quella occasione, annunciò rinforzi per Polizia e Carabinieri, convinta che la “Quarta Mafia” andasse combattuta con tutte le forze possibili da mettere in campo. Su questo, deputati e senatori foggiani le hanno rimproverato di non aver dato seguito, fino in fondo, alla sua promessa.
«L’attenzione è sempre stata massima - dice, invece, Lamorgese -.

Dopo le direttive che ho impartito a gennaio in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, al quale hanno partecipato anche il Capo della Polizia, i comandanti generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e il Procuratore nazionale antimafia, l’attività di prevenzione e di controllo del territorio ha fatto registrare una forte accelerazione: fino a oggi sono state effettuate 25 operazioni interforze “Alto impatto” che hanno portato a circa 300 arresti e all’identificazione di quasi 300.000 persone». Le perquisizioni sono state 2.443, 112 i locali pubblici controllati. «Questa intensificazione dei servizi di polizia sul territorio  - aggiunge Lamorgese - è lo strumento di più immediata ed efficace risposta all’azione criminale, risposta che è stato realizzata grazie all’invio complessivo di quasi ottomila unità di rinforzo accanto all’impiego di unità specializzate delle tre Forze di polizia. La particolare aggressività dei diversi gruppi criminali che agiscono in provincia di Foggia richiede la prosecuzione di questo impegno straordinario anche per testimoniare concretamente la solidarietà  delle istituzioni alle comunità e agli amministratori locali. Ringrazio ancora una volta la magistratura e le Forze di polizia per l’impegno dimostrato e per i risultati fin qui ottenuti». Lo Stato c’è. 

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