Medici, numeri da allarme: tra due anni mancheranno oltre 2.600 professionisti

Medici, numeri da allarme: tra due anni mancheranno oltre 2.600 professionisti
di Massimiliano IAIA
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Lunedì 20 Gennaio 2020, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 10:04
La carenza dei medici? Non è una novità. Da tempo, infatti, a tutti i livelli si registrano segnalazioni e appelli per i numeri sul personale medico, che va riducendosi in anno in anno. Ma adesso sono proprio le proiezioni ufficiali a rendere preoccupante il quadro sanitario in Puglia. Nel corso della Giornata di studio Formazione Medica e Qualità dell'Assistenza in Puglia: quale futuro?, sono state diffuse le cifre sui medici in attività nel giro di un paio di anni. Numeri tutt'altro che confortanti: oltre 1.600 medici specialisti e oltre 1.000 medici di medicina generale in meno. La Giornata di studio, svoltasi presso l'Università degli Studi Aldo Moro, e organizzata dall'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Bari, ha rappresentato un'occasione di dialogo tra il mondo accademico, quello della professione medica e le istituzioni del territorio. L'evento ha cercato di evidenziare come inciderà la carenza di medici sulla qualità dell'assistenza sanitaria pugliese, di chiarire le dimensioni e i contorni del fenomeno e indicare soluzioni per adeguare la formazione ai futuri scenari e ai nuovi bisogni di salute.

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In Puglia andranno in pensione 3.292 medici specialisti a fronte di 2.422 nuovi ingressi, con un ammanco di 1.686 unità negli ospedali e nei servizi del Servizio sanitario. Le principali carenze riguarderanno la medicina d'emergenza e urgenza con 498 medici, cardiologia con 104 medici, chirurgia generale con 97 medici, anestesia con 93, ginecologia con 73, medicina interna con 78, ortopedia con 64, pediatria con 216 e radiodiagnostica con 77. Una situazione analoga si riscontra per quanto riguarda gli odontoiatri.

Il dibattito ha inevitabilmente toccato le strade da intraprendere per giungere ad una risoluzione del problema. Per far fronte alle carenze di medici specialisti, è stato detto, occorre intervenire quindi sul numero di borse di specializzazione. Oggi infatti la potenzialità formativa delle università pugliesi è di 500 posti in specializzazione per altrettanti futuri medici specialisti, a fronte dei 300 finanziati. Se il numero di borse venisse allineato alla capacità formativa delle università pugliesi, è stato il ragionamento, non solo si potrebbe fronteggiare meglio le carenze di professionisti, ma in pochi anni si potrebbe anche svuotare il limbo formativo, ovvero i circa 800/1000 medici pugliesi che dopo la laurea sono rimasti sospesi, in attesa di un posto in scuola di specializzazione. Sul fronte delle carenze di medici di famiglia, secondo i dati Fimmg Bari, in Puglia ci sarà un primo picco di pensionamenti di medici già nel 2021, ma è nel 2023 che si toccherà la vera emergenza.  Dal 2020 al 2024 andranno in pensione 1.414 medici. Dal 2025 al 2029 il territorio perderà il supporto di altri 1.140 specialisti in cure primarie. E ancora, dal 2030 al 2034 al trend si aggiungeranno altri 563 medici. Un provvedimento regionale volto a contrastare la gobba pensionistica è riuscito a spostare il momento dell'azzeramento della riserva dal 2021 al 2023. Tuttavia, già a partire dal 2023 questo provvedimento non sarà più in grado di governare l'ondata di pensionamenti e tra tre anni la Regione si ritroverà nuovamente con una riserva di medici di medicina generale insufficiente a coprire le carenze.

Sollevata anche la questione relativa alla necessità di investimenti sulla formazione dei corsisti anche in termini qualitativi, offrendo maggiori opportunità formative, per aumentare il tasso di diplomati per ciascun triennio e per far sì che sul territorio ogni anno approdino medici di medicina generale pronti ad affrontare le future sfide assistenziali. Secondo Fimmg Bari, il fabbisogno annuale di nuovi medici di medicina generale in Puglia è di circa 200-250 diplomati già a partire dal prossimo triennio formativo (triennio 2023-2023). Pertanto, è necessario adeguare il numero di borse di studio per il Corso di formazione specifica in medicina generale al fabbisogno.
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