Puglia, meta più “cliccata” dai turisti, ma i voli Alitalia restano a terra. Dal territorio richieste di mobilitazione: «No a un Salento isolato»

Puglia, meta più “cliccata” dai turisti, ma i voli Alitalia restano a terra. Dal territorio richieste di mobilitazione: «No a un Salento isolato»
di Paola COLACI
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Giovedì 18 Giugno 2020, 13:24

Ripartenza Alitalia: tutto tace. Ancora niente voli da e per la Puglia. E sulle piste di Brindisi e Bari gli aerei restano a terra. Intanto in rete e sui motori di ricerca migliaia di potenziali turisti continuano a digitare la parola chiave vacanze in Puglia. E come certifica l'indagine di Marketing01 e rimarca lo stesso presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il tasso di click cresce del 23% ogni settimana.

Nelle stesse ore, però, i parlamentari pugliesi sono in viaggio in autostrada: in macchina, direzione Roma. Del resto, se la flotta tricolore non decolla, per raggiungere la Capitale nei tempi dettati dalle agende parlamentari non c'è altra alternativa. Almeno sino al primo luglio quando, però, ci si dovrà comunque accontentare di un'offerta da e per Brindisi di soli quattro voli quotidiani: due collegamenti andata e ritorno per Roma Fiumicino e una coppia di operativi per Milano Malpensa. Una beffa secondo i sindacati la Uil Lecce in testa che tuonano contro la riduzione dei collegamenti con il Salento. E invocano un colpo di reni da parte del mondo della politica, delle istituzioni e delle imprese utile a dimostrare di non essere un territorio abbandonato alla canna del gas. Rappresentanti politici e istituzioni parlamentari e presidenti delle tre Province di Lecce, Brindisi e Taranto in testa che in realtà già nei giorni scorsi erano intervenuti con decisione sulla questione, chiedendo al Governo e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli di intervenire con urgenza per scongiurare l'isolamento del Grande Salento. Ma tant'è.

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Dalla riapertura dello scalo brindisino le uniche rotte ripristinate sono state quelle nazionali e internazionali delle compagnie low cost. «E al netto di treni e trasporti ferroviari, spesso datati e vetusti, la Puglia e il Salento sembrano destinati a essere tagliati fuori», riflette il deputato barese della Lega Rossano Sasso, mentre percorre in auto il tratto appenninico dell'autostrada in direzione Roma. «In tutti i settori della vita quotidiana non si fa altro che parlare di ripartenza, ma ciò non sembra valere per Alitalia. Per carità, la compagnia italiana va salvata. Ma quei 3 miliardi previsti dal Decreto Rilancio sono soldi degli italiani. Perciò, oltre al ripristino dei collegamenti da e per la Puglia, ci auguriamo che per un biglietto andata e ritorno Bari-Roma i cittadini non debbano più spendere sino a 700 euro. E il nostro impegno in questa direzione era e resterà costante».

Di diverso avviso è, invece, il deputato del Pd Marco Lacarra. Pur condividendo la preoccupazione di quanti percepiscono nel disimpegno di Alitalia un rischio evidente di isolamento del territorio, il segretario regionale dem sottolinea come la vera chiave di volta per implementare i collegamenti - soprattutto quelli turistici - stia nello sviluppo e nell'implementazione degli scali portuali pugliesi. «Alitalia si rivolge a un target di passeggeri business che viaggiano prevalentemente per ragioni di lavoro o di studio ragiona Lacarra , il settore della mobilità turistica, al contrario, è una prerogativa quasi esclusiva delle low cost. Ecco perché è necessario destinare adeguate risorse agli aeroporti. Ciò consentirà di potenziare le infrastrutture e offrire maggiori opportunità alle compagnie che puntano sul target turistico. Perché è evidente che Alitalia non può vincere la sfida del low cost».

Ma ad assolvere il vettore dalle accuse di abbandono e boicottaggio della Puglia e del Salento i sindacati non ci stanno.  «Se non facciamo rumore stavolta rischiamo un autogol che trascinerà giù l'intero mondo produttivo.

Non c'è solo la stagione turistica da salvare, ma tutto il panorama economico e sociale del Grande Salento che ha bisogno di non restare isolato dai mercati nazionali e internazionali», tuona Salvatore Giannetto, segretario generale della Uil di Lecce. Dunque il pressing sul mondo politico, istituzionale e imprenditoriale: «Serve un colpo di reni contro l'ennesima offesa nei confronti di chi cerca di costruire e programmare sviluppo. Le nostre imprese stanno soffrendo e con loro migliaia di lavoratori. Qui deve essere garantito un intero sistema: trasporti e collegamenti devono essere equiparati ai servizi essenziali, come quelli forniti da un ospedale» insiste il sindacalista. E invoca una mobilitazione generale: «Scontiamo una cronica carenza infrastrutturale e non possiamo permetterci di restare isolati con i collegamenti aerei, in particolare sulle tratte per Roma e Milano essenziali, tutto l'anno, tanto per i turisti quanto per imprenditori e professionisti. Non è pensabile farsi bastare 4 voli giornalieri e presumibilmente con gli alti costi cui la compagnia di bandiera ci ha ormai abituati. Tagliare i collegamenti significa tagliare il futuro dei nostri professionisti, delle aziende, dei lavoratori. Significa frenare lo sviluppo del Salento. E non possiamo permetterlo» chiosa Giannetto.

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