L'ambasciatrice albanese: «Dialogo con la Puglia per entrare in Europa»

L'ambasciatrice albanese: «Dialogo con la Puglia per entrare in Europa»
di Oronzo MARTUCCI
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Martedì 15 Maggio 2018, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 18:33
«La Puglia è la porta dell'Albania verso l'Italia e verso l'Europa. Lo è stata per tanti secoli, lo è stata anche nel 1991, quando qui approdarono le navi cariche di nostri connazionali in fuga dal regime comunista, e ora possiamo dire che in Puglia e in Italia vive e si è integrata in modo eccellente una comunità di albanesi, anzi di italo-albanesi di seconda generazione, che dà l'idea di rapporti articolati, sino ai capillari, del tessuto economico, artistico e culturale. Il rapporto tra la Puglia e l'Albania è una storia positiva e di successo»: così si esprime l'ambasciatrice della Repubblica di Albania in Italia, Anila Bitri, che oggi parteciperà ad alcune iniziative a Lecce e a Ceglie Messapica.
Ambasciatrice Anila Bitri, in che modo è possibile consolidare ulteriormente i rapporti della Puglia e dell'Italia con l'Albania?
«L'Albania vuole entrare nello spazio europeo, diventare una nuova regione d'Europa. Presto si apriranno i negoziati, la Puglia e l'Albania possono cooperare, camminare insieme, essere complementari. Tra l'altro nel mondo globalizzato l'essere complementari è inevitabile, per noi lo è ancora di più visti i rapporti storici, economici e culturali che ci accomunalo, insieme alla vicinanza geografica».
Esistono già rapporto di collaborazione economici e istituzionali tra la Puglia e l'Albania attraverso Aqp. E il gasdotto di Tap prima di arrivare a San Foca passa attraverso l'Albania e il mare Adriatico...
«Un progetto economico che attraverso l'Acquedotto pugliese possa unire ulteriormente i due territori è benvenuto. Il progetto del gasdotto di Tap serve a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico per l'Italia. Disporre di alternative in questo settore è positivo. Attraverso questo progetto l'Albania entra nella rete di connessione e si avvicina all'Europa».
Quali ulteriori opportunità si possono incentivare per consolidare l'interscambio?
«Il modello culturale ed economico prevalente in Albania è quello italiano. Gli imprenditori di origine albanese che operano in Italia utilizzano il modello italiano. E quando tornato in Albania continuano a utilizzare quel modello. Possiamo fare moltissimo insieme».
La costa albanese è ricca di bellezze naturali, dietro le quali vi sono beni archeologici importanti. Cosa fare per la valorizzazione turistica della costa?
«In Albania ci sono aree naturali collegate alle spiagge che vanno preservate e valorizzate insieme a scavi archeologici di grande valore. A pochi chilometri dalla costa vi sono anche le montagne. E anche la gastronomia è di grande livello. C'è tutto per una proficua collaborazione nel settore turistico tra le aziende italiane che vogliono investire e l'Albania».
Lei oggi a Lecce partecipa a iniziative presso il Conservatorio Tito Schipa, intitolato al grande tenore nato da una famiglia arbereshe, cioè di origine albanese. Tali iniziative possono servire a consolidare i rapporti tra il Salento e l'Albania?
«Ci sono tanti artisti, poeti, scrittori di origine arbereshe la cui opera va valorizzata. Lo Stato albanese ha l'obbligo di valorizzare la storia e la cultura degli arbershe che abbandonarono l'Albania quando essa fu occupata dagli ottomani e l'eroe e condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderberg fu sconfitto e morì, nel 1468. A 550 anni dalla morte di Scanderberg è necessario seguire questo percorso. A proposito di Tito Schipo penso che sia possibile un gemellaggio del Conservatori di Lecce con una analoga struttura albanese».
Qual è il rapporto tra il mondo accademico e le università pugliesi con quelle dell'Albania?
«Si tratta di un rapporto di interscambio continuo. Molti giovani albanesi studiano nelle università pugliesi. Le nostre università da tempo hanno sottoscritto accordi di collaborazione con quelle pugliesi. Bisogna ricordare che l'Albania partecipa alle iniziative della macroregione adriatico-jonica che si occupa di reti di trasporto ed energia, di qualità ambientale e di turismo sostenibile».
Un anno fa la città di Valona ha assegnato la cittadinanza onoraria all'ex sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, che nel marzo del 1991 accolse 25 mila persone in fuga dall'Albania. Un modo per ricordare o per ringraziare?
«In quel gesto c'è tutto. In quell'occasione l'Italia non era preparata. Ma ha dovuto trasformarsi in terra di accoglienza, dopo essere stata per secoli anche terra di emigranti, grazie ai suoi cittadini che hanno dimostrato un grado di emancipazione e di maturità straordinario. Una accoglienza indimenticabile».
Cosa ricorda di quei giorni?
«Per noi nel 1991 ci fu la vera caduta del Muro di Berlino, che in Germania era stato abbattuto meno di due anni prima, nel novembre del 1989. Ogni famiglia aveva un amico o un parente che era pronto a partire per la Puglia. Non era un momento di gioia, ma di speranza. E anche di sofferenza. Però nessuno diceva all'altro: non andare. C'era un nuovo mondo da scoprire».
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