Green pass al lavoro, timori per un venerdì nero per porti e trasporti

Green pass al lavoro, timori per un venerdì nero per porti e trasporti
di Lucia J. IAIA
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 13:25

Da questa mattina entra in vigore l’obbligo di esibire il Green pass nei luoghi di lavoro ma l’epilogo appare tutt’altro che scontato, soprattutto sul fronte dei trasporti, dove soffia il vento della protesta. Si teme un venerdì nero per eventuali scioperi che potrebbero paralizzare la movimentazione delle merci e sono emblematiche le parole del presidente di Assologistica-Confindustria Umberto Ruggero che stima come oggi possa mancare il 30-40% del personale, in un settore già «in cronica carenza di personale». Sono tanti i camionisti muniti di green pass, ma non pochi provengono dall’Est Europa, dove tra i vaccini più diffusi si annovera lo Sputnik, non riconosciuto dalle autorità europee e italiane. 

I PORTI
Massima allerta al contempo permane anche nei porti. In quelli pugliesi, tuttavia non dovrebbero registrarsi particolari problemi, così come emerso da un primo monitoraggio effettuato dalle Autorità portuali. A Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi non si temono blocchi, considerato l’alto tasso di vaccinazione. Stessa situazione nello scalo di Taranto dove, come ha precisato il presidente dell’Authority Sergio Prete, non si sono riscontrati segnali di tensione. Ma, come è noto, l’obbligo riguarderà quasi tutte le categorie e ci si domanda se, in effetti, questa procedura rappresenti un modo per accelerare la ripartenza o un inutile orpello. Secondo Leonardo Giangrande, presidente di ConfCommercio Taranto, la risposta è complessa. «Premesso che, personalmente, sono a favore del vaccino e del green pass, lo lo avrei reso direttamente obbligatorio, evitando di far ricadere sulle imprese l’incombenza delle verifiche e dei controlli». Giangrande, in quanto imprenditore, è naturalmente un uomo pragmatico ed entra nel cuore della procedura in vigore da oggi. «In tutte le aziende – spiega - viene indicato un referente che controllerà i tamponi, mentre questo dipendente dovrebbe occuparsi di altro.

Comprendiamo benissimo che si tratta di uno strumento indispensabile ad ampliare la platea dei vaccinati ed allora, perché non obbligare tutti? Se è calato il numero dei morti e dei ricoverati nelle terapie intensive, è chiaro che i vaccini hanno avuto un effetto positivo, non solo sulla salute ma anche sull’economia. Le restrizioni hanno abbattuto le imprese, alcune non hanno più riaperto. Questo green pass è indispensabile ma l’effetto del mancato obbligo si vedrà nei prossimi giorni. Nulla è scontato e se andranno in difficoltà le imprese, i porti e i trasporti bisognerà riflettere seriamente, sulla politica adottata. Perché non è stato reso obbligatorio, senza gravare ancora sulle imprese con storture che ovviamente ricadono nei luoghi di lavoro? Ci sono dipendenti che, addirittura, non vogliono sottoporsi nemmeno ai tamponi. Noi siamo imprenditori, non siamo dei controllori. Si è creata, ancora una volta, una difficoltà in capo alle aziende e ciò che il Governo non ha voluto fare, perché dobbiamo farlo noi? Tante aziende non hanno gli strumenti per fronteggiare questa situazione».

LE IMPRESE

Anche dal punto di vista tecnico e organizzativo, le perplessità degli imprenditori non sono mancate. «Noi – spiega il direttore di ConfCommercio Taranto, Tullio Mancino – abbiamo informato le imprese sia in una prima fase spiegando quelle che erano le modalità di verifica, le eventuali sanzioni a cui va incontro il lavoratore ed il diritto del datore di lasciarlo a casa senza stipendio. In un secondo momento, abbiamo inviato a tutte una scheda per aiutarle a nominare un responsabile delle verifiche, soprattutto per chi possiede più punti vendita sparsi nella regione. In quest’ultima settimana infine, abbiamo risposto a tutti i loro quesiti, in particolare a quelli relativi alla privacy. Dunque, informazione, chiarezza e predisposizione della documentazione necessaria per poter organizzare tutto al meglio sono stati gli strumenti forniti alle nostre aziende». 
Il nodo dei controlli preoccupa anche il mondo dell’agricoltura perché si tratta di adempimenti da compiere mentre la vendemmia è ancora in corso e la raccolta delle olive appena iniziata, ma anche con circa il 25% della forza lavoro, tra italiani e stranieri, senza vaccinazione. Naturalmente, i tempi di raccolta non seguono quelli burocratici e si teme che le produzioni marciscano sugli alberi. Da qui, la richiesta avanzata dalla Coldiretti Puglia finalizzata alla semplificazione e velocizzazione delle operazioni di controllo, senza verifiche all’ingresso dei lavoratori nei campi ma rendendo disponibili alle aziende i dati di chi possiede il green pass. E poi, sullo sfondo, il problema delle merci perché eventuali difficoltà dei trasporti potrebbero mettere in ginocchio le forniture di 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare operanti nel territorio regionale.

 

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