Scuola: tra un mese il rientro in classe, nessuna regola certa. A settembre le norme su green pass, controlli e distanziamento

Scuola: tra un mese il rientro in classe, nessuna regola certa. A settembre le norme su green pass, controlli e distanziamento
di Maria Claudia MINERVA
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Giovedì 19 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 14:33

Le regole per la ripresa delle lezioni in presenza - green pass, trasporti, vaccinazioni, tracciamenti e presìdi sanitari - arriveranno solo quando le scuole saranno già riaperte. Infatti, la conversione in legge in Parlamento dell’emendamento al decreto 6 agosto annunciato dalla sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia e atteso da presidi, insegnanti e sindacati, che chiarirà meglio alcune misure, quasi sicuramente non avverrà in tempo per il 13 settembre (in Puglia la campanella suonerà il 20), data di avvio delle lezioni nella maggior parte degli istituti italiani, tanto meno per il primo settembre, data di riapertura delle scuole per dirigenti e docenti impegnati con i primi collegi e dipartimenti, propedeutici all’avvio vero e proprio dell’anno scolastico. Quindi, manca un mese all’avvio, ma per il momento si continua a navigare a vista, tra protocolli, note tecniche e circolari che cercano di anticipare le questioni più complesse, che restano difficili da risolvere. Nodi che possono addirittura compromettere l’avvio in presenza, come invece ha promesso il governo. C’è da dire che molto dipenderà dalle vaccinazione della fascia di età 12-19 anni, se andrà bene, come si augurano il commissario all’emergenza Figliuolo e il premier Draghi, e si raggiungerà quel 60% previsto per l’immunità di gregge in ambito scolastico, allora sicuramente l’obiettivo di cominciare l’anno in presenza andrà a buon fine. Ma se, invece, qualcosa dovesse andare storto, la ripartenza tanto auspicata diventerebbe un obiettivo più difficile da conseguire. 

Nuove responsabilità per i presidi

Intanto, molte incombenze, oltre a quelle che già pesano sul carico di lavoro giornaliero, saranno in forza ai dirigenti scolastici. A cominciare dal distanziamento in aula: toccherà proprio ai presidi districarsi tra le diverse interpretazioni della norma contenuta nel decreto. Nella nota firmata da Stefano Versari, braccio destro del ministro Patrizio Bianchi, si legge che mantenere il metro di distanza tra i banchi è una “raccomandazione” e che ove non fosse possibile rispettarla è escluso «l’automatico ritorno alla didattica a distanza», ma basteranno diverse misure di sicurezza. Nel protocollo firmato con i sindacati invece si richiede «il rispetto di una distanza interpersonale di almeno un metro qualora logisticamente possibile e si mantiene anche nelle zone bianche la distanza di due metri tra i banchi e la cattedra». In Puglia, giusto per fare un esempio, da anni i sindacati si battono per eliminare il fenomeno delle classi pollaio, aule che superano i 30 studenti. Un problema che con il Covid si è accentuato moltissimo. Nel protocollo di sicurezza firmato dai sindacati dopo un’estenuante trattativa è previsto un ulteriore stanziamento di fondi per risolvere il nodo delle classi pollaio.

Ma da qui al suono della campanella manca appena un mese, riusciranno i dirigenti a sbrogliare il bandolo della matassa, recuperando più spazi per sdoppiare le aule? 

Green pass

Tra i nodi da sciogliere quello più complesso è sicuramente il controllo del green pass: il ministero, anche in questo caso, ha spiegato che i presidi (o i loro delegati) dovranno scaricare l’App sullo smartphone ma per ora non devono farsi consegnare la copia cartacea del certificato di vaccinazione. Ma i dirigenti insistono perché la responsabilità del controllo passi alle Asl e vogliono che vengano tolte le sanzioni a loro carico per mancato controllo. In caso di docenti no vax, che si rifiutino di fare il tampone (ancora mancano i dettagli su chi li pagherà e come), fino al quinto giorno di assenza non sarà possibile chiamare un supplente per evitare - in caso di ripensamento del titolare del posto - di avere due professori in contemporanea da pagare. 

Tamponi

Capitolo tamponi ai docenti. È di ieri l’ultima circolare che ribadisce l’uso di tamponi per il personale che si trova in condizioni di fragilità. Per gli studenti sono invece stati stanziati 100 milioni che serviranno per campagne di tracciamento durante l’anno, anche per i più piccoli che non sono vaccinati. Il ministero dell’Istruzione sta anche immaginando di coinvolgere volti noti in una vera e propria campagna di informazione e di supporto all’operazione.

Areazione in classe

Resta aperta anche la questione dell’areazione delle classi: il ministero indica come soluzione di aprire le finestre, anche d’inverno. Sono le scuole che dovranno dotarsi di condizionatori e filtri. Ieri il ministro dell’Economia Renato Franco e il ministro Bianchi hanno firmato il decreto che divide tra le 8mila scuole italiane 350 milioni per la sicurezza. Fondi che «i dirigenti scolastici potranno utilizzare per l’acquisto di dispositivi di protezione e di materiale per l’igiene individuale o degli ambienti, ma anche per interventi a favore della didattica per gli studenti con disabilità, disturbi specifici di apprendimento e altri bisogni educativi speciali, per potenziare gli strumenti digitali, per favorire l’inclusione e contrastare la dispersione scolastica».

Trasporti

Altro tallone d’Achille il nodo trasporti. Il ministro Giovannini aveva proposto di estendere gli scuolabus anche agli studenti delle superiori e sono stati stanziati 600 milioni aggiuntivi, ma il rischio degli assembramenti sui bus come lo scorso anno non è scongiurato. Tant’è che non si esclude che si possa nuovamente pensare ai doppi turni, soluzione che ancora oggi continua ad essere avversata dai presidi, perché scombina gli orari dei docenti, che il più delle volte sono a scavalco in scuole diverse.

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