Abusivismo, Legambiente: in 16 anni abbattuto solo un terzo degli immobili colpiti da ordinanza. Puglia fanalino di coda

Punta Perotti, a Bari, simbolo dell'abusivismo pugliese
Punta Perotti, a Bari, simbolo dell'abusivismo pugliese
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 16:19

In Italia dal 2004 al 2020 è stato abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza di demolizione con il Sud Italia, in cui il fenomeno è più grave e diffuso, dove le ruspe sono rimaste quasi ferme e il Nord dove invece hanno lavorato con maggior lena. Lo afferma Legambiente nella seconda edizione del dossier «Abbatti l'Abuso» sulle mancate demolizioni edilizie nei comuni italiani - sulla base delle risposte complete date da 1.819 comuni su 7.909 ad un questionario sottoposto dalla ong - precisando che la Puglia è fanalino di coda e insieme con Campania, Sicilia e Calabria su 14.485 ordinanze di demolizione ne sono state eseguite appena 2.517, pari al 17,4%.

Bene le regioni del Nord

Bene Veneto e Friuli Venezia Giulia che, nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%, seguite da Valle d'Aosta (56,3%), Provincia autonoma di Bolzano (47%), Lombardia (44,2%).

Sono numeri «nel complesso preoccupanti» che per Legambiente «dimostrano come in Italia l'abusivismo e il cemento illegale siano ancora una piaga da sanare». «Procedere con gli abbattimenti - spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è il migliore deterrente perché si scongiuri il sorgere di nuovi abusi». L'associazione ambientalista rivolge un appello al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e al Parlamento «per risolvere il pasticcio generato con l'ultima circolare inviata dal Mint alle Prefetture che azzera l'efficacia delle nuove norme sulle demolizioni non eseguite dai Comuni».

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