«A Parma hanno salvato mia figlia: qui mancano specialisti e umanità»

«A Parma hanno salvato mia figlia: qui mancano specialisti e umanità»
di Elga MONTANI
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Giovedì 14 Aprile 2022, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 15:42

Sono passati quasi cinque anni dalla sera che ha cambiato per sempre la vita della piccola Anna Maria e della sua famiglia. La bambina aveva nove anni quando durante un ricevimento bevve soda caustica al posto dell'acqua. Da allora, dopo 45 giorni di ospedale al Giovanni XXIII di Bari, la famiglia di Anna Maria ha scelto di far seguire la piccola, che necessita di interventi di dilatazione dell'esofago, irrimediabilmente danneggiato dalla sostanza chimica, a Parma. Una scelta obbligata, dato che lì è presente un centro di specializzazione gastro-enterologica pediatrica, con a capo il professor De Angelis, luminare nel campo che negli anni si è occupato di casi come quello di Anna Maria.

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Un caso complesso


Bari e la Puglia non garantivano di poter seguire al meglio un caso così complesso. «Nessuno ci ha detto o messo per iscritto che fosse necessario far seguire Anna Maria da qualcuno fuori Bari e fuori dalla Puglia spiega papà Giovanni ma ce lo hanno fatto capire». Nei primi anni di cura a Parma, la bambina ha dovuto subire interventi ogni ventuno giorni. Necessari, affinché potesse continuare a vivere: i danni causati dalla soda caustica causavano una stenosi dell'esofago. La prima volta che arrivò a Parma il suo misurava due millimetri di diametro, contro i venti di un esofago normale.
Gli interventi, a Parma, sono stati eseguiti dal professor De Angelis in collaborazione con una équipe francese. «In Puglia mancano questo tipo di specialisti aggiunge Giovanni - , ma manca anche il modo di trattare i pazienti, e le strutture sono carenti.

Quando siamo arrivati a Parma, la prima volta, sembrava di stare in un albergo a sei stelle. Da noi basterebbe poco, ma non c'è la volontà politica di farlo».

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Per due anni e mezzo, quindi, Anna Maria e la sua famiglia hanno dovuto fare tre viaggi ogni due mesi, solo successivamente si sono diradati. L'ultimo intervento risale allo scorso anno, e il prossimo sarà a maggio. La famiglia si è fatta carico di tutto, le spese ospedaliere invece le fronteggia il sistema sanitario nazionale. «La Puglia non è in grado di tenersi gli specialisti. Si è costretti ad andare fuori, perché la politica non permette di avere qui dottori di un certo calibro», conclude il papà di Anna Maria.
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